L'Intervista
Biancavilla tra mafia ed illegalità: le nostre domande ai tre candidati
La cappa della criminalità e la posizione del Comune. Gli episodi di cronaca e i silenzi del governo cittadino. Un corpo di polizia municipale, che va “rifondato”. Temi cruciali. Ma assenti in tutta questa campagna elettorale. Biancavilla Oggi colma ora la grave lacuna.
di Vittorio Fiorenza
La pista ciclabile e il wifi gratuito. I marchi internazionali per i nostri prodotti. La sanità d’eccellenza a due passi da casa. Potremmo continuare a lungo questo elenco di brillanti promesse elettorali che disegnano (e sognano) una Biancavilla “svizzera”. Ma la realtà è quella con cui dovranno fare i conti gli amministratori, che tra qualche giorno saliranno al palazzo comunale.
E anziché chiudersi in quelle stanze, magari solo per pontificare e sentenziare dai profili social, dovranno avere la capacità di affacciarsi dal balcone o scendere dal marciapiedi per avere una visuale di quella Biancavilla che per omertà e disimpegno si preferisce nascondere e rimuovere dal dibattito pubblico e mediatico.
La narrazione da Istituto Luce della #bellabiancavilla, che è servita al tentativo di tale “rimozione”, la si lasci ora all’archivio della retorica dell’autoglorificazione. E si guardi con coraggio, fin dentro le viscere, la Biancavilla più cruda.
C’è una Biancavilla di eccellenza, di grandi risorse, di enormi capacità. Che inorgoglisce. Abbiamo dedicato centinaia di pagine per illuminarla.
Ma senza dimenticare le gravi ombre. Chi si candida al vertice del governo cittadino deve comprendere che con “questa” altra città deve fare innanzitutto i conti. E che amministrare non significa soltanto tagli di nastri e passerelle televisive, autoelogi su Facebook e monologhi autocompiaciuti in tv.
Bonanno, Mastrocola, Mignemi avete consapevolezza della città che vi proponete di amministrare?
BONANNO. Sì, abbiamo piena consapevolezza. Biancavilla è ormai tristemente nota per i fatti di cronaca o episodi negativi che non risaltano le eccellenze locali. Ma siamo altrettanto consapevoli che c’è una parte della nostra comunità che dev’essere risvegliata e rilanciata. Ci siamo candidati proprio per questo: ridare lustro alla nostra città.
MASTROCOLA. Biancavilla è una città con tante persone perbene con buoni ideali e senso civico sviluppato. Poi c’è un’altra parte direttamente o indirettamente legata al mondo della criminalità organizzata o della mafia. La consapevolezza c’è, sarebbe surreale se qualcuno negasse questa realtà.
MIGNEMI. Ho scelto di candidarmi e ho la consapevolezza che la carica di sindaco comporta diverse difficoltà e certi rischi.
Biancavilla è un paese ad illegalità diffusa. Assimilarla ad altre realtà simili o peggiori è un atteggiamento confortevole per tutti, ma i problemi non si rimuovono. Sono sempre lì. La vostra ricetta di governo, per quel che può e deve fare il Comune su questo fronte?
BONANNO. Il Comune deve intervenire sin da subito nelle scuole, con i ragazzi. È necessario un cambio di mentalità, se vogliamo una Biancavilla in grado di mettere di lato l’illegalità diffusa. Dobbiamo puntare sulla cultura e sulle nuove generazioni. E allo stesso tempo essere intransigenti e sanzionare gli episodi che competono all’amministrazione comunale.
MASTROCOLA. Bisogna essere impermeabili ad ogni forma di collusione ed essere determinati, onesti e integerrimi.
MIGNEMI. Tanta microcriminalità è dettata dalla mancanza di lavoro. Una priorità è arginare il problema della disoccupazione. E bisogna lavorare in stretta collaborazione con le forze dell’ordine.
Nell’ottobre del 2016, il trionfo dell’illegalità con i fatti avvenuti nella fiera del bestiame di via della Montagna. Una fiera che era allestita abusivamente ogni anno, nella più totale indifferenza del Comune. Lo ritenete ammissibile?
BONANNO. Non è ammissibile. Tutti gli episodi di illegalità vanno condannati.
MASTROCOLA. È stato fatto un errore basilare. Non è che sia impossibile organizzare una fiera del bestiame, ma va fatta dentro i canoni della legalità. Tutto il resto non è ammissibile.
MIGNEMI. Non è ammissibile, ma cambiare certe abitudini è molto difficile. Se sarò io il sindaco di Biancavilla, questo aspetto avrà la mia attenzione e farò di tutto per evitare che fatti simili si ripetano.
In quell’occasione, un carabiniere (il mar. Guido Costigliola) è stato aggredito a sangue e due donne (l’avv. Pilar Castiglia e l’attivista Lav Angelica Petrina) picchiate selvaggiamente e derubate. Il Comune non ha speso una parola per loro.
BONANNO. Non conosco le motivazioni per cui l’amministrazione non sia stata vicina a loro. Noi auspichiamo un’inversione di tendenza.
MASTROCOLA. Io sono figlio di un maresciallo dei carabinieri e ho prestato servizio come ufficiale della Marina nella capitaneria di porto. Faccio questa premessa per dire che ritengo l’episodio assurdo e, al di là del percorso giudiziario, il Comune avrebbe fatto bene a prendere una posizione e spendere qualche parola.
MIGNEMI. Hanno sbagliato. È una mancanza del Comune. La vicinanza a chi è stata vittima di violenza sicuramente andava manifestata.
Proprio ieri c’è stata l’udienza preliminare, che vede 18 imputati (tra cui 8 vigili urbani). Sono 10 le richieste di costituzione di parte civile. Manca quella dell’amministrazione Glorioso. Da semplici cittadini, vi sentite rappresentati da questa scelta o è motivo di vergogna?
BONANNO. Non conosco i dettagli per cui l’amministrazione non si è costituita parte civile. È chiare che può creare imbarazzo. Bisogna esaminare gli atti e prendere una decisione nel più breve tempo possibile.
MASTROCOLA. Non conosco i dettagli processionali. Se non è stato fatto per paura, leggerezza, superficialità è stato un enorme errore.
MIGNEMI. L’assenza del Comune è una mancanza, ma bisogna capire esattamente come sono andati i fatti. Cosa che conosco, ma solo a livello giornalistico.
In udienza dibattimentale, se lei sarà eletto, potrà probabilmente rimediare. Lo farà?
BONANNO. Valuteremo, sicuramente sì.
MASTROCOLA. Certamente lo farò, dopo avere visto le carte.
MIGNEMI. Vedendo gli atti, è una delle cose da portare avanti.
A proposito di processi, l’amministrazione uscente ha creato forti imbarazzi per la mancata scelta di costituirsi parte civile nei processi “The wall” e “Garden”. Lo ha fatto per i procedimenti scaturiti dai blitz “Onda d’urto” e “Reset” perché tirata per le orecchie da Biancavilla Oggi, da un paio di consiglieri comunali e dall’associazione Libera Impresa. Se lei sarà eletto sindaco, potremmo sperare che la partecipazione del Comune in processi di mafia diventerà un atto spontaneo, convinto e dovuto?
BONANNO. Anche in quest’ambito invertiremo la tendenza. Ci adopereremo in tale direzione. La risposta è sì.
MASTROCOLA. Sono per l’assoluta legalità e tutto ciò che serve per la sua promozione, va fatto. Io dedico ore di lezioni a parlare di questi argomenti. La risposta è sì, una volta conosciute le carte.
MIGNEMI. Credo proprio di sì.
La famiglia Arena, che ha innescato le ultime due operazioni antiracket, adesso vive sotto protezione, fuori Biancavilla. Ma lamenta la distanza del sindaco (che non si sarebbe mai fatto sentire, a parte qualche messaggio Facebook) e, anzi, ritiene la costituzione di parte civile del Comune –così come è avvenuta– un atto strumentale, utile solo a ragioni di immagine. Si sente, lei, di riconoscere a questa famiglia il merito di avere scelto la via della legalità ed indicare la denuncia come unica strada per liberarsi dall’omertà e dalla cappa del racket delle estorsioni?
BONANNO. Ho massima stima, soprattutto di Luca, che conosco personalmente. Mi auguro che quanto prima possa ritornare a Biancavilla, non solo da “eroe” ma anche da esempio per le nuove generazioni.
MASTROCOLA. Assolutamente sì, ma la solidarietà da sola non basta perché ci vuole una presenza massiccia e tangibile dello Stato.
MIGNEMI. Assolutamente sì, se le persone hanno il coraggio di denunciare le estorsioni e ogni illegalità, che ben vengano. Sono a favore di chi denuncia qualsiasi illegalità.
Per il caso della cosiddetta “ambulanza della morte”, Biancavilla è finita sulle pagine dei giornali di tutto il mondo con un danno di immagine “planetario”. Toccherà a lei, se eletto, la scelta di essere presente al processo. Lo farà?
BONANNO. Sì, certamente.
MASTROCOLA. Lo farò senza dubbio.
MIGNEMI. Se verrò chiamato a questo compito, sicuramente sì.
Dopo un decennio amministrativo, Biancavilla ci viene consegnata più brutta, più incivile, più illegale. Effetto, certo, di una parte di cittadini insofferente alla convivenza e alle regole. Ma l’inciviltà e l’illegalità sono “fenomeni” che si governano e si contrastano. A Biancavilla non è avvenuto perché vige l’impunità. Lei come intende invertire la rotta?
BONANNO. Lo dicevo prima. Ci vuole un cambio di passo, investendo nella scuola. È lì che si forma il cittadino con l’educazione civica e il senso del dovere. E poi il controllo del territorio. La cittadinanza deve avere consapevolezza che l’amministrazione non solo è pronta a controllare, ma anche a sanzionare.
MASTROCOLA. Pugno di ferro, ma ci vuole un’opera di civilizzazione. Due cose che vanno assieme: educare e reprimere.
MIGNEMI. Non penso che Biancavilla sia sprofondata nel buio e che, come dicono i miei competitor, va riacquisita la dignità di essere biancavillesi. Io sono orgoglioso di essere biancavillese e non ho nessuna intenzione di cambiare totalmente Biancavilla. Sicuramente va molto migliorata. Ma dire che non c’è niente che funzioni, no. Non siamo come 20-30 fa e non va data ogni colpa all’amministrazione uscente. Governare è una cosa molto difficile. In questi giorni tutti promettiamo, ma se saremo con le mani in pasta non sarà così facile. Bisogna stare con i piedi per terra e un po’ di solidarietà nei confronti dei sindaci impegnati.
In questo contesto, l’inadeguatezza del corpo di polizia municipale è sotto gli occhi di tutti. Persino davanti al comando è possibile fare sosta selvaggia o passare e ripassare con scooter senza casco con la certezza che nessuno ti dica nulla. Un quadro emblematico di una credibilità della polizia municipale mai così bassa. Non crede?
BONANNO. Su questo metteremo ordine e rilanceremo e stimoleremo maggiormente i vigili urbani per imprimere anche qui un’inversione di tendenza.
MASTROCOLA. Se diventerò sindaco è una delle prime cose da attenzionare. Bisogna riqualificare questo corpo di polizia municipale per renderlo più presente e valorizzare quelle figure che meritano.
MIGNEMI. Purtroppo è così. Bisogna vedere, però, il contesto e certi periodi di maggiore impegno, come in questa fase elettorale. I vigili urbani non sono così di numero adeguato, sono chiamati ad affrontare diverse questioni, dalle microdiscariche al randagismo fino agli incidenti stradali. Certo, controlli più incisivi e una tiratina di orecchie ci vorrebbero. Sono convintissimo.
Ai tempi di Manna, i vigili urbani eseguivano persino arresti di qualche ex sindaco per violazioni di sigilli ad immobile abusivo. Oggi è impensabile che venga loro affidato un compito del genere. Vengono visti come “quelli delle strisce blu” e basta.
BONANNO. Io sono fiducioso che possano dimostrare di potere svolgere bene il loro lavoro.
MASTROCOLA. Viene in mente il lavoro fatto a Milano da Albertini che ha rivoluzionato il corpo della polizia municipale. Tutto sta nella capacità di riorganizzare l’intero servizio.
MIGNEMI. Bisogna rivedere, dal comandante, agli ufficiali e ai sottoufficiali, un ruolo più incisivo sia per la città e per i cittadini. Attenzionerò questo aspetto.
Se eletto sindaco, è sua intenzione sollevare dall’incarico il comandante Vincenzo Lanaia?
BONANNO. No, non penso.
MASTROCOLA. Rifletterò e prenderò la decisione più opportuna.
MIGNEMI. Dirlo ora è precoce.
È un incarico che dura ininterrottamente dai tempi di Mario Cantarella. Non vige il principio del turnover dirigenziale nella pubblica amministrazione?
BONANNO. Valuteremo.
MASTROCOLA. Assolutamente sì. C’è il principio del turnover e delle competenze. Una possibilità che prenderò in considerazione, tenendo conto delle esigenze dell’ente.
MIGNEMI. Bisogna vedere cosa dice la legge in questione.
Non si può tacere sul fatto che nel procedimento sulla fiera del bestiame, Lanaia figuri come imputato per il reato di minacce nei confronti dell’attivista Lav, Angelica Petrina. Al netto delle responsabilità penali che saranno eventualmente accertate in sede giudiziaria, le parole e l’atteggiamento di chi sta al vertice di quel corpo di polizia, le sembrano compatibili –sul piano dell’etica pubblica– con chi indossa una divisa e fa parte della pubblica amministrazione?
BONANNO. Non conosco gli atti del procedimento. Sono convinto che potrà dimostrare la sua innocenza. Fino a prova contraria…
Ma questo attiene all’aspetto penale, che non ci compete. Io facevo riferimento, invece, all’aspetto che attiene all’etica e alla politica, che resta al di là di un’eventuale sentenza di assoluzione e va valutato da chi come lei ambisce ad un ruolo pubblico.
Ma non ho letto gli atti…
MASTROCOLA. Se verranno riscontrate delle oggettività e ci sarà una condanna in tal senso, la risposta è no.
Non parlo dell’aspetto penale, ma dell’etica pubblica. Si può arrivare ad assoluzione, ce lo auguriamo. Ma –fuori dagli esiti penali– è compatibile quella condotta con la divisa e la pubblica amministrazione?
Certamente sì. Se verrà confermato questo atteggiamento, dal punto di vista etico e professionale sarà una cosa estremamente negativa.
MIGNEMI. Credo che siano inadeguate, quantomeno inadeguate.
E le pare normale che il Comune non abbia avviato nemmeno un’azione disciplinare, che esula dall’iter giudiziario?
BONANNO. Non conosco le eventuali responsabilità.
MASTROCOLA. Vuol dire che il Comune se ne assumerà la responsabilità.
MIGNEMI. Questa è una mancanza del Comune.
I carabinieri e le altre forze dell’ordine che considerazione avranno nell’esercizio della sua eventuale attività amministrativa?
BONANNO. Con loro instaureremo un rapporto di sinergia forte. Mi farò promotore della realizzazione di una tenenza dei carabinieri o quantomeno di un aumento del personale.
MASTROCOLA. Chiederò il rafforzamento del presidio dei carabinieri. I vigili urbani devono stare in strada. Ci vuole un vero sistema di videosorveglianza.
MIGNEMI. Massima collaborazione. Spero di averli sempre vicini per una tutela per me e per la comunità.
Gli appetiti di personaggi e ambienti “loschi” nei confronti del Comune come possono essere intercettati, arginati e bloccati, nell’idea che ha lei per prevenire fenomeni di questo tipo?
BONANNO. Con la massima trasparenza e il massimo rigore. Sono convinto che, dimostrando serietà ed etica nell’amministrazione la cosa pubblica, possiamo allontanare questi soggetti, che non vogliamo vedere vicini a noi.
MASTROCOLA. C’è una ricetta straordinaria: si chiama onestà. Funziona sempre.
MIGNEMI. Con la vicinanza dei carabinieri e con la denuncia di chi dovesse proporre qualcosa di illecito.
Ci sono tanti biancavillesi che non pagano regolarmente tasse, tributi e imposte, dal servizio idrico alla nettezza urbana, dagli immobili fino alle lampade votive al cimitero. Escludendo i casi di indigenza oggettiva, c’è un mix perenne di illegalità e ingiustizia sociale. La Corte dei conti ha bacchettato l’amministrazione comunale per l’incapacità a recuperare queste somme e per l’assenza di interventi. Come farà a ribaltare questa situazione?
BONANNO. Ci faremo promotori di una politica tributaria, chiedendo sin da subito la riscossione, non come è avvenuto nell’ultimo periodo con invio di bollette a casa, generando il caos, fuori dai termini previsti. Saremo intransigenti perché ce lo chiede la Corte dei conti. Considereremo i casi di indigenza, proponendo rateizzazioni. Ma bisogna far passare il principio che se paghiamo tutti, pagheremo meno.
MASTROCOLA. La situazione si ribalta facendo pagare. Bisogna capire che se non ci sono risorse, il Comune non può andare avanti. Ma io sono convinto che se ai cittadini dai i servizi, la gente si convince a stare nelle regole, al di là di chi ha problemi di indigenza.
MIGNEMI. Con interventi che creeranno molta impopolarità. Ma si sa che le casse comunali sono al collasso. Se non ci sono le entrate dovute, noi non possiamo regalare i servizi. È fondamentale che le persone (quelli che possono pagare, al di là degli indigenti) devono capire che bisogna pagare. La prima cosa da fare è avere il quadro della situazione e recuperare tutte le somme recuperabili.
Quale sarà il suo primissimo atto, appena eletto sindaco?
BONANNO. Il primissimo impegno riguarderà la richiesta di apertura del nuovo ospedale.
MASTROCOLA. Rendere omaggio floreale al monumento di Falcone e Borsellino sarebbe un’idea. Un gesto simbolico, non di lavoro.
MIGNEMI. L’atto simbolico è mettere un po’ di verde a Biancavilla, che nell’ultimo periodo è mancato. L’impegno prioritario è quello dell’ambulatorio oncologico. Cosa a cui tengo tantissimo e che ho messo come priorità nel mio programma.
Quali qualità politiche non hanno i suoi due avversari, secondo lei, per essere all’altezza di governare questa città?
BONANNO. Non hanno nessuna esperienza amministrativa e lo hanno dimostrato in questi giorni, non sapendo distinguere un’isola ecologica da un centro di compostaggio, richiedendo la Questura, che è un’istituzione di ambito provinciale, o dichiarando che il sindaco non può fare nulla per le scuole superiori. Non hanno credibilità politica perché negli ultimi 15 anni hanno cambiato spesso e volentieri partito. Mastrocola ha cambiato tre partiti, Mignemi è passato dal Pdl al Pd.
MASTROCOLA. Rispetto le persone. Non riesco, tuttavia, ad identificare la figura politica di Antonio Bonanno. Non riesco a decifrare il suo strato culturale e politico. Non riesco a capire cosa ci sia dietro questo agglomerato di “liste civiche”. Vorrei comprenderlo. Quanto a Carmelo Mignemi, lui ha detto che è un uomo di Centrodestra che guida una coalizione di Centrosinistra. Basta questo.
MIGNEMI. Una domanda difficile, non vorrei essere critico. Per quanto riguarda Antonio, è stato provato e riprovato che non è stato mai eletto dai cittadini, quindi è una mancanza e una pecca. Vuol dire che i cittadini non credono in lui. Vinicio è una brava persona. Però è stato molto tempo fuori e credo che non conosca appieno le problematiche del nostro fuori. Non ha contezza della vita reale di Biancavilla.
Un’ultima curiosità che ci è stata sollecitata da diversi nostri lettori. Voi seguite Biancavilla Oggi? Oppure leggete solo Repubblica?
BONANNO. Non solo sono un lettore, ma sono un appassionato lettore di Biancavilla Oggi, che seguo con molta costanza. No, non seguo Repubblica…
MASTROCOLA. Io seguo e leggo Biancavilla Oggi, che ha la caratteristica dell’imparzialità e per questo suscita il mio interesse.
MIGNEMI. Seguo Biancavilla Oggi a periodi. Sono molto impegnato con il lavoro e leggo poco i giornali. Una mancanza che riconosco. Però Biancavilla Oggi la seguo abbastanza, proprio perché si occupa dei fatti della nostra comunità.
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Cultura
Carmelo Bonanno: «Biancavilla e quel 2 giugno 1946, il ritorno alla democrazia»
L’autore di Nero su Bianco Edizioni:: «I valori dell’antifascismo e della libertà vanno difesi ogni giorno»
La caduta del fascismo, la fine della guerra, le macerie materiali e morali. Un paese da ricostruire. Biancavilla vive gli eventi con una partecipazione corale per ricostituire i partiti e svolgere le prime consultazioni elettorali, dopo la dittatura ventennale di Benito Mussolini. Carmelo Bonanno racconta gli eventi dell’immediato dopoguerra nel volume “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia”, pubblicato da Nero su Bianco Edizioni. Una ricerca ricca di testimonianze, che in quel 2 giugno 1946 vede la data cruciale per costruire un futuro carico di speranza, nel segno della libertà e del progresso.
Bonanno, quello è un giorno che ci restituisce la democrazia. Biancavilla come arrivò alle prime elezioni e al referendum del ‘46?
Biancavilla, a differenza dei comuni limitrofi, non conobbe la devastazione del suo territorio perché non subì i pesanti bombardamenti alleati di fine seconda guerra mondiale. Secondo i democristiani dell’epoca il merito fu di padre Antonino Arcidiacono e di altri due suoi amici carissimi che andarono a Piano Rinazze, dove erano stanziati gli Alleati, e mediarono con loro affinché Biancavilla fosse risparmiata. Secondo i comunisti del tempo, invece, furono i tedeschi che, notata la forte opposizione di Biancavilla, preferirono abbandonarla per evitare di rallentare la fuga dalle truppe alleate. Non sappiamo quale delle due versioni corrisponda a verità, magari in entrambe c’è del vero. Resta il fatto che Biancavilla arriva all’appuntamento elettorale in un quadro di maggiore “stabilità”.
Oggi ricorre anche l’anniversario del referendum istituzionale nel quale gli italiani si espressero a favore della Repubblica come forma di governo, anche se a Biancavilla – come in tutto il Mezzogiorno – la maggioranza scelse la Monarchia…
Sì, ma è anche vero che il risultato repubblicano a Biancavilla fu notevole perché la media siciliana di voti per la Repubblica era del 35% mentre a Biancavilla ottenne quasi il 49%.
Alle Amministrative dell’aprile 1946, a Biancavilla, la Democrazia Cristiana dominò conquistando 24 seggi su 30 in Consiglio Comunale ed eleggendo il farmacista Salvatore Uccellatore come sindaco, confermando poi il netto vantaggio sugli altri partiti anche alle elezioni dell’Assemblea Costituente del 2 giugno successivo. Biancavilla era (ed è) democristiana?
Sì, certo, Eccezion fatta per la parentesi comunista di Peppino Pace, la Dc seppe sempre rigenerarsi e governare, di fatto fino alla fine della cosiddetta Prima Repubblica.
Oltre a padre Arcidiacono e a Salvatore Uccellatore quali furono le altre personalità di spicco della Dc locale in quegli anni iniziali dell’Italia repubblicana?
Ebbero un ruolo importante Filippo Leocata, medico, e Alfio Minissale, ingegnere, impegnato nella formazione della classe dirigente giovanile dello Scudocrociato.
Che ruolo ebbero il clero e la Chiesa nel successo democristiano?
Un ruolo fondamentale. Esercitato anche attraverso la costituzione di iniziative associative quali quelle dell’Azione Cattolica, degli Uomini Cattolici e delle Donne Cattoliche. E di un comitato in cui ebbero un ruolo di prim’ordine padre Giosuè Calaciura e Salvatore Uccellatore, prodigatisi per venire incontro ai bisogni dei biancavillesi.
E le donne, appunto, che per la prima volta ebbero diritto di voto?
Le donne giocarono un ruolo importante già durante il periodo della guerra: diedero sostegno economico e sociale, anche tramite la Chiesa, ai bisognosi e alle vedove di guerra. La loro azione politica fu funzionale alle loro opere di carità e assistenza, poi ricambiate in voti per la Democrazia Cristiana. Fornirono spesso un contributo decisivo, convincendo le donne a votare Dc in contrapposizione al Pci.
La sinistra biancavillese, “minoritaria” ma comunque con un consenso significativo, percorse una strada ben più accidentata. Perché?
Perché, tra le altre cose, ci fu una “scissione” tra la corrente dibenedettiana e il resto del partito. E i comunisti, scomunicati, subirono una notevole pressione “interna” ed “esterna”. Lo stesso Di Benedetto, di professione riparatore e noleggiatore di biciclette e allora segretario della Camera del lavoro locale, fu accusato – secondo le testimonianze dell’epoca – di aver rubato parte degli pneumatici inviati dal sindacato provinciale. Pneumatici all’epoca utilizzati non solo per le bici ma anche e soprattutto per creare le suole delle scarpe. Da lì capì che era stato preso di mira e che fosse un capro espiatorio e si allontanò dal partito, che di fatto si “riunificò”.
La lotta di classe nel nostro territorio portò anche all’occupazione delle terre. Che risultati ottenne?
Contraddittori. Perché, a seguito dell’assegnazione seguita alla riforma agraria, alcuni ricevettero terre proficue e redditizie. Altri, terre aride e cretose.
Una Biancavilla a maggioranza democristiana ma geograficamente divisa tra il centro “biancofiore” e la periferia comunista. Guidata da personalità carismatiche. Persino con un primato: prima città italiana a rivoltarsi contro i fascisti nella sommossa del 23 dicembre 1923. Una memoria sconosciuta ai più, che oggi ignorano le radici storiche della ricostruzione democratica locale. Che lezione dovremmo trarne a quasi un secolo di distanza?
Non dobbiamo dimenticare da dove proveniamo. Dobbiamo conoscere il nostro passato. Siamo figli della nostra storia. E la storia ci insegna che ci sono dei valori condivisi – l’antifascismo, la libertà, la democrazia – che noi oggi diamo per scontati ma che non lo sono affatto. E la storia serve a ricordarci che queste conquiste vanno difese ogni giorno.
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… sarà l’ennesima conferma del “…tutto deve cambiare perché nulla cambi”?