Storie
Il “Cenacolo” compie ottant’anni: una straordinaria eredità di padre Calaciura
Dalle macerie della guerra, i germogli di un’opera assistenziale diventata un vanto per Biancavilla

Era il 29 novembre del 1943. Da qualche mese era caduto il fascismo e a settembre era stato firmato l’Armistizio di Cassibile. L’Italia era davvero tutta da rifare. E c’era chi, in mezzo a quegli sconvolgimenti pensava in grande partendo dagli ultimi.
A Biancavilla, Giosuè Calaciura, giovane prete (ordinato appena quattro anni prima), guardandosi attorno e vedendo tanta miseria e tanto disorientamento, con un gesto di coraggio e di altruismo fondava presso dei locali alla periferia est del paese, sotto il Monte Calvario, l’Opera Cenacolo Cristo Re per accogliere gli orfani e le vedove di guerra che pativano la fame, l’abbandono da parte dei familiari più cari deceduti nel conflitto, la disperazione di non vedere futuro.
Coadiuvato da socie dell’Azione Cattolica, il fondatore delinea gli scopi che avrebbero guidato l’opera. Primo fra tutti quello di formare un gruppo di giovani che si «impegnavano ad essere primi in tutto: nella pietà, nell’apostolato e nella bontà di vita».
Il Cenacolo doveva essere centro propulsore per avviare scuole, colonie, ambulatori, uffici per l’assistenza sociale, oratori, doposcuola, laboratori. E assieme a queste attività, chi ne entrava a far parte non avrebbe dovuto scordare mai i principi evangelici, l’amore a Dio e alla Chiesa che doveva rendersi visibile nella vita attiva in parrocchia, nella preghiera, nella buona condotta in famiglia e nella società.
Da “Croce al vallone” al “Sentiero speranza”
Negli anni, quel seme che tante volte – a dire dello stesso don Giosuè – fu minacciato da altre volontà, dai tempi che cambiavano e da svariati fattori avversi, ha saputo mettere radici profonde. Una risorsa per la nostra comunità, soprattutto perché ha sempre saputo guardare i segni dei tempi, aggiornando la sua mission e aprendosi ai bisogni sociali e sanitari contingenti e di volta in volta attuali.
Superata l’emergenza postbellica e mutate le istanze sociali, l’opera si rivolse all’assistenza dei vecchi e degli inabili, contando nel 1961 già circa 30 ricoverati. Alla fine degli anni ’70, la costruzione di un grande padiglione in contrada Croce al Vallone: l’aumento di posti letto e di servizi, poi l’iscrizione nell’albo regionale come struttura residenziale per anziani non autosufficienti.
La maggior attenzione dedicata ai malati mentali fu la logica conseguenza della Legge 180/78 che determinò la necessità di una specifica assistenza dei dimessi dagli ospedali psichiatrici, e portò alla ristrutturazione della casa madre per poter accogliere soggetti con patologie psichiatriche. Oggi, la struttura di via san Placido, accoglie ben 40 ospiti come Comunità Terapeutica Assistita occupandosi delle loro cure mediche e della riabilitazione psicosociale.
Negli anni ’80, quando il flagello della droga e altri fatti drammatici portavano Biancavilla nelle prime pagine di cronaca nera, apriva la Comunità per tossicodipendenti “Sentiero Speranza” per offrire un servizio riabilitativo residenziale a quei giovani caduti nella spirale della tossicodipendenza.
Una struttura con 117 posti letto
E poi ci sono i tempi moderni con l’inaugurazione della Casa di Cura che si occupa di riabilitazione ortopedica, neurologica, cardiologica, oncologica e pneumologica. È dello scorso aprile l’apertura di un poliambulatorio con servizi radiologici e ambulatori di cardiologia, neurologia, allergologia e immunologia, medicina fisica e riabilitativa, pneumologia, reumatologia e chirurgia.
«Oggi – dice il direttore Giosuè Greco – l’Opera è diventata una realtà molto grande che conta ben 150 tra professionisti e dipendenti, 117 posti letto e molteplici servizi diagnostici, e cerca di offrire il massimo della professionalità e dei servizi, occupandosi anche di formazione e informazione nel territorio sui temi che quotidianamente la vedono impegnata in prima linea».
Spegnendo le 80 candeline, è impossibile non ricordare la figura del fondatore, padre Calaciura, e di quei pionieri – Nerina Piccione, Agatina Russo, Giuseppina Finocchiaro e tanti altri – che in tempi bui e tristi riuscirono a vedere lontano e seppero creare futuro per la loro gente. A queste persone, va oggi la nostra ammirazione e il nostro ringraziamento.
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Storie
Lutto nella sanità locale: morto Salvo La Cava, caposala nel reparto di “Medicina”
Infermiere noto e stimato, nel 2019 era stato riferimento dello “Sportello Amianto”: colto da infarto

È stato colto da infarto e si è accasciato mentre era a casa. Poi, l’intervento di un’ambulanza ed operatori sanitari. Nonostante il ripetuto massaggio cardiaco, non è stato possibile rianimarlo. Salvo La Cava è morto all’età di 54 anni.
Persona nota e stimata a Biancavilla, soprattutto in ambito sanitario. Era infermiere con ruolo di caposala nel reparto di Medicina dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Prestava servizio anche nel servizio di emergenza del 118. In passato era stato anche al pronto soccorso. Il suo impegno per questo settore professionale lo vedeva attivo anche come rappresentante sindacale della Cisl.
Nell’ospedale di Biancavilla, era stato riferimento, appena aperto nel maggio del 2019, all’interno del focal point legato alla “questione amianto” e agli eccessi di incidenza di mesoteliomi pleurici ed altre patologie respiratorie. Uno sportello informativo, legato all’ambulatorio di Pneumologia, appositamente dedicato a salute, ambiente e comportamenti individuali, che aveva visto la presenza fondamentale di Salvo La Cava.
La sua improvvisa scomparsa ha lasciato sotto choc i suoi colleghi. Il personale di “Medicina” dell’ospedale, attraverso Biancavilla Oggi, lo ricorda come «una persona buona, un valido collega, un gigante buono, che aveva sempre una parola di conforto per tutti».
L’Asp: «Un operatore sempre in prima linea»
«La Direzione Aziendale dell’Asp di Catania, insieme al Direttore dell’UOC di Medicina, al Direttore medico del Presidio, e a tutti i colleghi, esprime il più sentito cordoglio alla moglie, ai figli e ai familiari per la prematura scomparsa del loro caro».
Lo si legge in una nota dell’azienda ospedaliera, dopo la notizia del decesso di Salvo La Cava. I vertici Aspe descrivono «un collega stimato, riconosciuto per la sua dedizione e la sua costante disponibilità verso gli altri. Sempre in prima linea con sensibilità e cortesia, ha rappresentato un punto di riferimento per la comunità e per chi ha avuto il privilegio di lavorare con lui. Rimane vivo il suo ricordo per l’impegno instancabile durante la pandemia da Covid-19, quando, con senso del dovere ha assicurato assistenza e supporto a pazienti e colleghi in un momento di grande difficoltà».
Bonanno: «Una notizia che mi addolora»
Anche il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha diffuso un pensiero dopo la morte di Salvo La Cava. «È una notizia che mi addolora moltissimo», sottolinea il primo cittadino.
E aggiunge: «Conoscevo La Cava e ho sempre apprezzato la sua dedizione al lavoro e il suo tratto cordiale. Con competenza e massimo impegno è stato un supporto fondamentale per il “Focal Point”, lo “sportello” ospedaliero sui rischi dovuti all’esposizione a fluoroedenite. La sua scomparsa improvvisa mi rattrista profondamente. Sono vicino alla sua famiglia e a tutto il personale dell’ospedale che in questi anni ha lavorato con lui».

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L’ultimo suo gesto di altruismo, donati gli organi: addio al dottore Emmanuele
Stimato pediatra e persona perbene: si è spento a 76 anni a causa di una emorragia cerebrale

È morto all’età di 76 anni il dottore Pino Emmanuele. Colto da emorragia, il suo cuore ha smesso di battere dopo qualche settimana di ricovero in ospedale, a Varese. Accertata la morte cerebrale, è stato dato l’assenso per la donazione degli organi. Un gesto di grande altruismo che consentirà di salvare altre vite umane che erano in attesa di un trapianto. Il dottore Pino Emmanuele si aggiunge così alla lista dei biancavillesi che si sono distinti per il più alto degli atti di solidarietà umana.
A Biancavilla, il suo nome è legato alla professione di pediatra. Il suo studio di via Privitera, condiviso con la moglie Angela Ferro, è stato riferimento per quasi quarant’anni per migliaia di bambini. Medico apprezzato e stimato. Così come lo era la sua persona: garbata e signorile. Un uomo perbene.
Il suo attivismo è noto anche in ambito sociale, con la partecipazione a gruppi ed associazioni locali. Un impegno svolto, in maniera particolare, all’interno del Lions club Adrano, Bronte, Biancavilla. Ne era stato presidente nel 2014-2015, anno in cui aveva organizzato diversi services. A conclusione del suo mandato, si era fatto promotore del restauro della tela della Madonna Immacolata, presente nella basilica di Biancavilla.
Così lo ricorda Gaetano Allegra, presidente attuale del Lions: «Esprimiamo il nostro rammarico per la scomparsa del nostro socio, attaccato al club e all’attività lionistica. Nonostante si trovasse al Nord (a Sesto Calende, ndr) non mancava di esserci vicino e partecipare quando tornava a Biancavilla».
Commozione da parte di Salvuccio Furnari, segretario distrettuale del Lions Sicilia: «Con la scomparsa di Pino, perdiamo un socio validissimo che si è sempre distinto per il suo impegno a favore della collettività, in modo particolare per le persone fragili. Un socio che ha vissuto in modo forte e autentico il valore della solidarietà tipico del Lions. Il gesto di donare gli organi è coerente con il suo essere, ha testimonato fino alla fine il suo altruismo».
Il cordoglio del sindaco Bonanno
«Ci lascia, con la tristezza nel cuore, il dott. Pino Emmanuele, pediatra dalle grandi doti professionali e umane. Tanti ricordi mi legano a questa persona straordinaria: dalla mia infanzia sino all’età adulta. Grato a lui per sempre perché, in anni più recenti, è riuscito a starmi vicino in un momento difficile».
Sono le parole del sindaco Antonio Bonanno. «A Biancavilla – prosegue il primo cittadino – il dott. Emmanuele era un nome e un volto popolare per i cittadini. Il suo sorriso schietto sapeva infondere coraggio e ottimismo. Persone così non si dimenticano».
«Apprendo – conclude Bonanno – della sua decisione di donare gli organi e mi commuovo di fronte a un dono così meraviglioso. Biancavilla perde un figlio degnissimo. A nome della città e a titolo personale esprimo il cordoglio alla famiglia del dott. Emmanuele».
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