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CARMELO BONANNO

Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia

La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo

È la storia della democrazia riconquistata, così comevissuta da due comuni etnei, Biancavilla e Adrano, nell’immediato dopoguerra,segnato da movimenti politici, mobilitazioni popolari, lotte di emancipazione eper i diritti.

Anni di forti contrapposizioni sociali e politiche, tra occupazioni delle terre e “scioperi a rovescio”, e battaglie all’ultimo voto. Il fronte democristiano e quello comunista, l’attivismo della Chiesa e della Camera del lavoro, delle cooperative agricole e dei latifondisti, la militanzae la propaganda di tante donne: le “bizzoche” cattoliche fedeli allo Scudocrociato e le mogli dei capipopolo con bandiere rosse e Falce e martello.

Un fervore che, dopo la tragedia fascista, tra il 1946 e il 1948, determina la ricostruzione dei partiti, l’organizzazione di nuove e libere elezioni a suffragio universale, il reinsediamento di sindaci e consiglieri comunali.

Fatti e personaggi di Biancavilla e Adrano rivivono in queste pagine, nel racconto appassionato di Carmelo Bonanno, avvalendosi di preziose testimonianze, che rievocano quegli anni pieni di speranza per un futuro di progresso e libertà.

CON LE TESTIMONIANZE DI: Ciccino Cuscunà, Giuseppina Finocchiaro, Placido La Spina, Andrea Laudani, Middio Garufi, Alfio Grasso, Franca Portale, Lello Rapisarda, Salvatore Schillaci, Lina Scuderi e Giosuè Zappalà.

Formato 210 x 135 mm / 122 pagine
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FAUSTO GRIMALDI

Nient’altro che te, o Signore

La vita “bella” del prete

In un mondo in cui l’uomo è ridotto a solo corpo e l’unico linguaggio dotato di senso è quello scientifico, come poter riscoprire una fedein relazione alla ragione e una ragione purificata dai pregiudizi del modernismo? Cosa rimane se si nega la trascendenza dell’essere?

L’autore ci accompagna in un viaggio stimolante, tra interrogativi e questioni aperte, riflessioni filosofiche e teologiche, sulla vita e l’esperienza sacerdotale. Lo fa, con chiarezza analitica, attingendo anche dai saperi di diversi pensatori.

Se la felicità resta la meta di ogni individuo, lo è ancor di più per ogni prete, che vive per annunciarla e testimoniarla.

Arricchito dalla prefazione di padre Francesco La Vecchia e dalla postfazione del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, il volume è la testimonianza di un sacerdote che da uomo vuole condividere con i suoi fratelli la bellezza della Parola che salva, per vivere quella Verità che è Amore e sussurrare: «Signore, nient’altro che Te».

Formato 120 x 165 mm / 128 pagine
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PIETRO SPITALERI PERDICARO

Cronache di Adrano nel secolo di ferro

Fatti e misfatti tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘700

Baroni e villani, preti e banditi, uomini e donne protagonisti di vicende “diseroiche” in un’epoca in cui violenza e prevaricazione si sommavano all’estrema miseria. Sono personaggi di ogni ceto sociale, quelli che emergono da queste vecchie cronache di Adrano (Adernò), datate tra il XVI e il XVIII secolo.

Documenti sottratti alla polvere e all’oblio, grazie a Pietro Spitaleri Perdicaro, dopo accurate ricerche d’archivio. Così, sullo sfondo dei grandi fatti del Seicento, l’Autore rievoca una serie di episodi di cronaca (dettagliato quello sul tentato omicidio di una donna, presa a pugnalate e colpi di scopetta) e fa luce su alcuni aspetti socio-economici e culturali di Adrano nel “secolo di ferro”.

Attraverso verbali giudiziari, atti notarili e riveli, in queste pagine prendono forma individui, diversi per ruoli ed estrazione, che però convivono nella stessa congiuntura della storia.

Dal soldato di origine balcanica ai nobili trasformatisi in ladri di passo, dal giovane costretto a farsi monaco al prete accusato di “commercio carnale”. Sembrano personaggi di opere letterarie di Manzoni, Verga o Pirandello. E invece sono veri, autentici, tutti drammaticamente esistiti.

Formato 120 x 165 mm / 110 pagine
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ALFIO LANAIA

La Sicilia dei cento dialetti

Le parole raccontano

Si comincia con la pasta alla norma e si chiamano in causa un soprano di nome Giuditta e una cuoca di nome Saridda. Poi si passa alla gazzosa e il racconto ci catapulta agli albori della storia, della letteratura e della filosofia. Diciamolo: la gente di Sicilia è strurusa, ma siamo anche un po’ tutti streusi. E non mancano strafallàri e lafannàri. Vi siete mai chiesti perché i birichini sono cunnuteddi? E perché in Sicilia la seccatura è una gran camurrìa? Per questa còppula di subbicenzu. Ecco: abbissati semu.

Quante storie e quante curiosità si celano dietro alle parole e alle espressioni dei dialetti in Sicilia!

In un compromesso tra divulgazione e rigore scientifico, Alfio Lanaia ci accompagna in un appassionante viaggio linguistico, con piglio ironico ed arguto, riservandoci punti di osservazione privilegiati ed originali.

Così ci fa scoprire quella dialettalità antica e nuova che nell’Isola resiste e si rigenera, nell’uso orale quotidiano, nelle opere letterarie, sul web, nelle app di messaggistica e nei social network. Pagina dopo pagina, la scoperta suscita una meraviglia crescente per quello che le parole sanno raccontare e per la storia che veicolano. Un volume da leggere con sorriso ed intelligente divertimento.

Per il suo valore scientifico e culturale e l’originalità del contenuto, il libro è stato vincitore del premio “Tullio De Mauro” 2022, nell’ambito del concorso “Salva la tua lingua locale”, indetto dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia.

Formato 210 x 135 mm / 222 pagine
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LUCIANO VINCI

Piccola storia di un’anima

Frammenti della memoria e spruzzi di sentimento. Ricordi, esternazioni e sfoghi dell’animo. In prosa e in versi, siciliani e italiani. Con alcune confidenze e confessioni.

È uno scrigno di umanità, quello che ci lascia Luciano Vinci con la sua limpida e scorrevole scrittura, in un’alternanza di dolore e ironia, malinconia e amore per la vita, osservazioni e riflessioni: ‘U me chiantu e ‘u me risu, ‘a me fantasia e ‘u me pinzari.

Vinci ci porta nel suo mondo interiore, accogliendoci tra i suoi più cari affetti. Pagina dopo pagina, si rivolge al lettore, accompagnandolo nel percorso di un’esistenza vissuta appieno.

La famiglia e le relazioni familiari, soprattutto l’adorata moglie Clara, sono al centro della produzione poetica contenuta in questa “Piccola storia di un’anima”.

Ma Vinci – cultore di storia patria e tradizioni locali – si dimostra essere pure un attento osservatore di usi e costumi, la cui rievocazione, attraverso l’inconfondibile bellezza del dialetto catanese, ci offre lo spaccato di un’epoca scomparsa e di una Sicilia d’altri tempi.

Formato 210 x 135 mm / 400 pagine
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ALFIO GRASSO

Biancavilla contro il Duce

23 dicembre 1923: la prima sommossa popolare antifascista

Gli echi della “Marcia su Roma” rimbombavano ancora, l’omicidio Matteotti doveva essere compiuto. Il regime era ai suoi esordi, ma mostrava già tutta la sua arroganza e vocazione intimidatrice. Eppure, un comune siciliano, Biancavilla, diede prova di ribellione verso Mussolini: qui vi fu la prima sommossa popolare contro il fascismo.

Era il 23 dicembre 1923. Un’imponente manifestazione di piazza, l’assalto alla “Casa del Fascio” e alla caserma delle guardie municipali, incendi nei casotti del dazio, la rabbia contro il “Casino dei civili”, le minacce di dare fuoco al Municipio.

Tumulti scaturiti dalla “tassa sulla paglia”, un’imposizione del commissario prefettizio che colpiva tutta la popolazione. Nonostante il paese fu messo sotto assedio da truppe di pubblica sicurezza, carabinieri e milizia fascista, di fronte alla folla inferocita e al primo nucleo di comunisti organizzati, le autorità cedettero.

Alfio Grasso ricostruisce quegli eventi, immeritatamente tralasciati dalla storiografia nazionale, analizzando il contesto politico e sociale in cui maturarono e mostrando l’antifascismo di Biancavilla fin dagli albori del regime, che avrebbe segnato le sorti dell’Italia.

Formato 120 x 165 mm / 110 pagine
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GIOSUÈ MESSINA

La Collegiata di Biancavilla

Tre secoli di storia, trame e dispute ecclesiastiche

Documenti impolverati e carte ingiallite rivedono la luce per ricostruire le vicende storiche della Collegiata di Biancavilla. Tre secoli di trame e dispute ecclesiastiche raccontate da Giosuè Messina, dopo un’appassionata e scrupolosa ricerca d’archivio, effettuata sotto la guida di uno storico di prim’ordine come mons. Gaetano Zito.

Uno studio sugli eventi – tra conflitti e fazioni, controversie e manovre – che hanno caratterizzato la nascita e lo sviluppo di un’importante istituzione nella vita pubblica del paese alle pendici dell’Etna. Non soltanto nelle dinamiche interne alla Chiesa locale, ma anche per le implicazioni sociali, politiche ed economiche che ha determinato sull’intera comunità.

Dal passaggio della cappellania alla erezione della Collegiata (avvenuta con decreto del vescovo Pietro Galletti), dalla riforma del cardinale Giuseppe Francica Nava (confermata con bolla di Papa Pio XI nel 1924) fino ai prevosti Giosuè Calaciura e Carmelo Maglia (annoverati tra le figure più emblematiche).

Un arco di tempo che va dagli inizi del Settecento al 2000, scandagliato con rigore scientifico. Un preziosissimo tassello da incastonare nell’articolata storia dell’Arcidiocesi di Catania.

Formato 135 x 210 mm / 132 pagine
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PILAR CASTIGLIA

Amore è gioia

Storie di donne maltrattate

La violenza sulle donne raccontata e spiegata a ragazzi e ragazze di scuole superiori. Un compito arduo ma necessario. È quanto si propone, con questo agilissimo volume, Pilar Castiglia, avvocata ed attivista contro abusi e maltrattamenti sulle donne. Lo fa senza piglio ideologico né modi bacchettoni o prediche noiose.

Castiglia si rivolge direttamente ai suoi interlocutori – immersi nella loro delicata fase adolescenziale – guidandoli in un itinerario di conoscenza di vite vissute.

Storie di donne della provincia di Catania, che Castiglia ha seguito in prima persona. Racconti crudi, quasi in “presa diretta”. Solo senza retorica né edulcorazioni si avrà piena coscienza di un fenomeno macroscopico, benché spesso invisibile. «Cronaca di una guerra silenziosa», così la chiama Roberta Rei, inviata de “Le Iene”, che ha firmato la prefazione di questo libro.

È un percorso per gli studenti, quello che si sviluppa in queste pagine, ma consigliabile pure ad insegnanti e genitori. Un libro-bussola per orientarsi nella conoscenza dell’amore vero, autentico. E riconoscere i segnali di allarme per non cadere nel vortice delle relazioni malate e pericolose.

Formato 120 x 165 mm / 124 pagine
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GIUSEPPE GUGLIUZZO / GIUSEPPE CIADAMIDARO

Santu, riccu e furtunatu

Padre Placido Brancato, album di una vita dedicata ai giovani

“Santu, riccu e furtunatu”. Sembra ancora di sentirle quelle sue parole. Sembra ancora di vederlo per le viuzze dell’Annunziata. Padre Placido Brancato resta nei ricordi collettivi di diverse generazioni, nella sua Biancavilla.

La sua figura è un tassello della memoria storica cittadina. Il suo impegno sacerdotale è legato alla parrocchia dell’Annunziata, guidata per quasi mezzo secolo. Il suo impegno sociale richiama le esperienze dell’Azione Cattolica e dell’oratorio: luoghi di aggregazione, formazione e rifugio.

Un prete d’altri tempi, fedele all’esempio di don Bosco. Un prete “costruttore”. Capace di intuire che con un biliardino in sagrestia o un campetto da calcio si poteva fare sana educazione. La vita di padre Brancato è un pezzo di storia “sociale” della Biancavilla del Novecento.

Giuseppe Gugliuzzo e Giuseppe Ciadamidaro la raccontano in questo libro con una biografia essenziale, una serie di testimonianze e un prezioso album fotografico con immagini d’epoca. Una storia visuale in cui ognuno si può riconoscere. Perché ogni biancavillese – che ha ricevuto uno scappellotto o un pesciolino zuccherato da padre Brancato o ha ascoltato racconti su di lui – ne fa parte.

Formato 160 x 230 mm / 176 pagine
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ALFIO GRASSO

Antonio Bruno, letterato e politico

Poeta raffinato, elegante narratore, sensibile traduttore ed intelligente polemista. Qualità riconosciute ad Antonio Bruno, tra i protagonisti della vita culturale di Catania ad inizio Novecento.

Il suo lirismo, la sua adesione al Futurismo, la sua produzione poetico-letteraria e giornalistica sono stati studiati negli ultimi anni. Ma c’è tanto ancora da approfondire su un intellettuale che ha varcato i confini della provincia, riuscendo ad essere apprezzato negli ambienti culturali d’avanguardia.

Alfio Grasso dà il suo prezioso contributo, attraverso un’angolazione particolare, che ci fa conoscere Antonio Bruno per il suo impegno culturale, ma anche per il suo attivismo politico: fu osservatore acuto delle questioni cruciali della sua epoca e consigliere comunale, al fianco del padre, Alfio, sindaco defeliciano di Biancavilla, amato quanto osteggiato, l’ultimo democraticamente eletto prima del fascismo.

Questo saggio di Grasso è stato finalista del premio “Giuseppe Antonio Borgese” 2019 e ha ricevuto il diploma d’onore dell’Accademia internazionale “Il Convivio”.

Formato 120 x 165 mm / 108 pagine
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GERARDO SANGIORGIO

Una vita ancora più bella

La guerra, l’8 Settembre, i lager
LETTERE E MEMORIE 1941-1945

a cura di Salvatore Borzì

Sono scritti intensi. Lettere e riflessioni di Gerardo Sangiorgio, siciliano di Biancavilla, che vive gli eventi della guerra, dell’8 Settembre e della deportazione nei lager nazisti. Lui, antifascista che rifiuta di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò, segue il destino degli internati militari italiani. Rinchiuso nei campi di sterminio in Germania, vive indicibili sofferenze. Si aggrappa tenacemente alla sua fede cristiana.

Il rapporto epistolare che riesce ad avere con i familiari (soprattutto con la madre) copre il periodo 1941-1945: lettere che vengono qui pubblicate per la prima volta. Bagliori di umanità nel buio della grande Storia, che travolge l’Italia, l’Europa, il mondo.

Dopo “Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio” (Nero su Bianco Edizioni, 2019), Salvatore Borzì ci restituisce, ancora una volta, la voce di un autentico testimone di libertà, sopravvissuto agli orrori del Novecento.

Un uomo giusto, capace di “parlarci” ancora oggi, grazie alla sua eredità civile, intellettuale, educativa e letteraria: antidoto ai rigurgiti di intolleranza e allo smarrimento della memoria di un atroce passato.

Formato 135 x 210 mm / 172 pagine
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SALVATORE BORZI’

Internato n. 102883/IIA

La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio

Una sequenza di numeri impressa su una placchetta metallica, appesa al collo con un laccetto. Dietro all’identificativo di prigionia 102883/IIA, la storia di Gerardo Sangiorgio, lo studente di Biancavilla, chiamato alle armi, rifiutatosi di aderire alla Repubblica di Salò e, per questo, spedito nei Lager nazisti. Anni di disumane sofferenze, al limite dell’annientamento. Poi, la liberazione ed il ritorno a casa.

Mai una parola di rancore per i suoi aguzzini. Ma la testimonianza dei valori umani e cristiani rivolta ai suoi alunni e sempre presente nel suo impegno di intellettuale e letterato.

«Una nobile figura che ci viene incontro con la sua memoria e con i suoi scritti e ci costringe a pensarlo nella sua individuale, unica e sacra, e violata, esistenza», lo descrive in prefazione Nicolò Mineo.

«Borzì ne segue le vicende biografiche con profonda partecipazione e illuminandone il significato profondo. Oggi abbiamo più che mai bisogno di tramandare i valori autentici e di proporli con fermezza ai più giovani. E forse non soltanto a loro. Abbiamo bisogno ancora di ricordarci e ricordare cosa abbia rappresentato la dittatura fascista per l’Italia. Ricordare cosa è una dittatura».

Formato 135 x 210 mm / 166 pagine
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ORAZIO LONGO

Il Papa mancato

Mariano Rampolla del Tindaro, il cardinale siciliano che sfidò i Savoia e l’imperatore d’Austria

Un cardinale, un re, un imperatore. Una storia che ruota attorno a un Conclave e alla Questione Romana. Mariano Rampolla del Tindaro è appena un adolescente quando lascia la Sicilia per trasferirsi a Roma e studiare per diventare prete.

L’Italia non è ancora una e i Borbone governano a Napoli e a Palermo, fino all’arrivo di Garibaldi e alla resa di Francesco II. Al soglio pontificio si avvicendano Pio IX e Leone XIII, che del presule siciliano apprezza le doti, tanto da elevarlo al cardinalato.

Ascesa e declino di una eminenza che, da nunzio in Spagna torna nell’Urbe e ricopre la massima carica di Segretario di Stato Vaticano per più di tre lustri. Fino al 1903, quando, per tutti, sarà lui il nuovo Papa. Per tutti, ma non per l’imperatore d’Austria, Francesco Giuseppe, che si avvale di un vecchio privilegio: lo jus exclusivae.

Drammatico episodio che cambiò la storia della Chiesa e che portò all’abolizione del diritto di veto e dunque di qualsiasi interferenza politica: la fine dell’ancien régime. Documenti, foto, interviste e una corposa rassegna stampa dell’epoca, per ripercorrere la storia di quello che oggi viene ricordato come il Papa mancato.

Formato 135 x 210 mm / 196 pagine
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FEDERICO DE ROBERTO

San Placido

Il grido «Viva San Placido!» è la simploche di questa novella di Federico De Roberto. Una trama dinamica e corale, un groviglio di tipi e situazioni che esplodono nella festa di inizio ottobre dedicata al patrono. Prevaricazioni e tradimenti si intrecciano a devozione popolare e missione sociale, in una giostra di caratteri venata di ironia.

“San Placido”. Ecco riproposto uno dei “capitoli” che compongono la raccolta “La sorte”, pubblicata nel 1887. L’autore aveva 26 anni. Ma – come sottolinea Antonio Di Grado – è «possibile cogliere l’irrequietezza con cui l’esordiente si è aggiogato al carro degli amici e conterranei veristi».

Una novella che, sotto una nuova luce, con il contributo di Placido A. Sangiorgio e un saggio critico di Rosaria Sardo sulle varianti che non compaiono nell’edizione a stampa, trova qui la sua contestualizzazione storica, sociale e politica nella Biancavilla di fine ‘800.

Benché De Roberto non faccia espliciti riferimenti, gli elementi di vita paesana presenti nello scritto portano al centro etneo, dove la festa in onore del martire benedettino è, ieri come oggi, identitaria manifestazione del carattere civile.

Formato 120 x 165 mm / 138 pagine
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ALFIO GRASSO

Antichi versi contadini

L’agricoltura nella poesia dialettale di Placido Cavallaro (1784-1866)

Sono versi dialettali ispirati dal duro lavoro nei campi con l’aratro o col tridenti, quelli di Placido Cavallaro, poeta-contadino vissuto a Biancavilla, alle falde dell’Etna, tra il Settecento e l’Ottocento.

Componimenti che ci tramandano una esaltazione dell’agricoltura come “arte pulita e duci”, di cui Cavallaro si considerava un maestro. E per questo, nonostante l’analfabetismo, consapevole e responsabile del ruolo di tramandare usi e tradizioni, seppur aperto al progresso della tecnica e della scienza in un settore economico che aveva raggiunto una certa rilevanza nello Stato borbonico.

Dalla mietitura del grano alla coltivazione degli ulivi e della vigna: è il mondo rurale di Cavallaro, analizzato in queste pagine da Alfio Grasso con puntigliosi riferimenti storici, socio-economici e letterari.

Col suo dialetto verseggiato, con quella libertà di espressioni, figure e atteggiamenti, con quegli impeti di abbandono, di follie e di pittoresco, Cavallaro ci seduce e ci immerge in un mondo surreale.

La sua poesia, in un passato non lontano, correva sulla bocca di tutti. Era ed è poesia degli umili. Un lascito prezioso per la cultura siciliana.

Formato 135 x 210 mm / 124 pagine
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ALFIO LANAIA

Di cu ti dìciunu?

Dizionario dei soprannomi a Biancavilla

“Di cu ti dìciunu?” è un’espressione che spesso ci si sentiva rivolgere da chi voleva capire a quale famiglia si appartenesse. Ebbene sì, prima ancora di chiedere il cognome («comu ti scrivi?»), si faceva riferimento al soprannome per potere individuare l’ambito di parentela.

Succedeva in comunità ristrette, in cui gli appellativi di famiglia erano più “utili” dei dati anagrafici. Come a Biancavilla, dove la prassi resiste ancora oggi, seppure soltanto tra gli anziani.

Questa ricerca di Alfio Lanaia registra circa 1200 soprannomi (personali e di casato) relativi al centro etneo. Per ognuno di essi, quando possibile, vengono indicati significato e ipotesi sull’origine.

Ne viene fuori uno studio di antroponimia capace di costituire un contributo al recupero della memoria storica popolare e dell’identità culturale biancavillese.

Per questo saggio, Lanaia ha ricevuto nel 2018 il primo premio, per il settore etnolinguistica, della sesta edizione del concorso “Salva la tua lingua locale”, indetto dall’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia).

Visto il grande apprezzamento dei lettori e l’interesse mostrato da riviste specialistiche, il libro è stato ristampato nel 2021 in una nuova versione aggiornata.

Formato 120 x 165 mm / 168 pagine
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