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«W Maria» tra distrazioni e frastuoni: non è più tempo di preghiere sottovoce

Biancavilla in festa per la Madonna dell’Elemosina: breve “cronaca” alternativa di una persona devota

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© Foto di Michele Furneri

Una piazza distratta. Non piena, ma disattenta. Troppe cose, tutte insieme. Luci, campane, il vescovo che fa la sua preghiera, invoca umiltà all’interno della Chiesa, chiede pace e rispetto nelle famiglie, auspica maggiore armonia col creato e con Dio… Nel frattempo, ancora campane, banda, musiche assordanti da potenti altoparlanti (ma di canti sacri!!!).

Il sindaco fa nuovamente il suo saluto, non era preparato forse. I cantanti… devono cantare l’Ave Maria: «Prova… prova. Scccc… si sente».

Scout che salutano, confrati che non sanno quale strada prendere: scorciatoia o giro lungo, visto che sono quasi le nove e mezzo? Alla fine, giro lungo perché la sfilata deve passare sotto l’arco di luminarie.

Intanto, dall’altoparlante: «W Maria…». Ah, vero: la Sacra Icona, che da diversi secoli (forse non proprio da 500 anni, ma questo è un dettaglio) fa la storia religiosa del nostro paese, è lì davanti al sagrato. Una volta, questo sarebbe stato il momento per rivolgere a Lei una preghiera. Sottovoce. Col cuore. Semplicemente. Una preghiera.

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Biancavilla insensibile alla strategia “plastic free”: chiude la “Casa dell’acqua”

In altre città è un successo, da noi è un flop: mancano senso civico, rispetto ambientale e cultura “green”

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di VINCENZO RUSSO

Era stata inaugurata due anni fa in piazza Don Bosco ed era stata annunciata come un’iniziativa di civiltà. La “Casa dell’acqua” era a disposizione di tutti: il prezioso liquido controllato ed adeguatamente filtrato ad un prezzo di 5 centesimi a litro. Ognuno, con una tessera acquistabile in alcuni punti vendita di Biancavilla, avrebbe potuto riempire proprie bottiglie. Un gesto semplice con una duplice finalità: risparmiare sull’acquisto di acqua ed evitare la disporsione di plactica. Un gesto che ogni cittadino attento alla comunità e alla causa ecologica (che riguarda tutti indistintamente) avrebbe dovuto compiere con convinzione.

Invece, poche decine di biancavillesi hanno usufruito del servizio, aderendo civilmente alla strategia “plastic free” e contribuendo ad una minore diffusione della plastica. Così, mentre in diverse altre città (anche vicine alla nostra), le “Case dell’acqua” sono ampiamente utilizzate, da noi si assiste all’esatto opposto.

A Biancavilla, la ditta che gestisce il servizio ha dovuto constatare la non sostenibilità. Pertanto, la piccola struttura di erogazione idrica di piazza Don Bosco – come recita un avviso – è destinata ad essere disinstallata. Anzi, il termine ultimo era stato già fissato per febbraio per gli utenti che ancora hanno credito da spendere.

Non è una buona notizia, questa. Perché Biancavilla si dimostra ancora una volta insensibile a regole di civiltà, al rispetto ambientale e alla cultura “green”. Che grande delusione! Mi chiedo quanti politici di destra e di sinistra abbiano utilizzato la “Casa dell’acqua”, giusto per dare l’esempio.

Dove sono i cosiddetti “ambientalisti” da tastiera? E dove sono coloro che in piazza Roma avevano parlato di “plastic free”? Forse era solo un pretesto per auto propaganda a favore di telecamere per poi andare a fare la spesa, riempendo la macchina di confezioni d’acqua in bottiglie e cellophan di plastica. Sta di fatto che su 8mila famiglie biancavillesi, soltanto alcune decine hanno usato la “Casa dell’acqua”. A loro va un plauso, a tutto il resto un velo pietoso.

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