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Cronaca

Ladri col fagotto al Cimelli’s Cafè: due furti e una rapina in 22 giorni


Ennesimo colpo nel bar-tabacchi di viale Europa. Almeno tre malviventi hanno rubato diverse stecche di sigarette, avvolgendole poi in un lenzuolo. Lo stesso locale aveva già subito un primo furto, con danno stimato in 15mila euro, e una rapina da 120 euro. In quest’ultimo caso, il malvivente era stato subito arrestato. 


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Ennesimo colpo nel bar-tabacchi di viale Europa. Almeno tre malviventi hanno rubato diverse stecche di sigarette, avvolgendole poi in un lenzuolo.

 

di Vittorio Fiorenza

Due furti e una rapina a mano armata in appena tre settimane. Non c’è pace per il “Cimelli’s Cafè”, bar-tabaccheria di viale Europa, a Biancavilla. Nell’ultimo colpo messo a segno, la scorsa notte, i malviventi hanno utilizzato un lenzuolo per farne una sorta di “fagotto”, in cui hanno messo le stecche di sigarette prelevate dagli scaffali. Ancora da quantificare l’ammontare preciso del danno causato all’esercizio commerciale.

Dalle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza, ora al vaglio dei carabinieri della stazione di Biancavilla, sembra che ad agire siano stati almeno tre malviventi, che si sono introdotti nel locale, intorno alle 4 del mattino, dopo avere mandato in frantumi la vetrata con una mazza. In pochi minuti hanno fatto razzia. Poi, la fuga con il “fagotto” di sigarette.

Il primo episodio registrato nel bar-tabacchi risale alla notte del 1 febbraio, quando con analoghe modalità, i ladri hanno portato via sigarette, schede telefoniche e soldi in contante (oltre al server della videosorveglianza) per un danno dichiarato dai titolari di 15mila euro.

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Poi, una decina di giorni dopo, una rapina: un uomo col volto coperto ha costretto la titolare a dargli 120 euro. In meno di un’ora, i carabinieri lo hanno arrestato con i soldi ancora in tasca e la pistola (poi risultata a salve).

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Adesso, questo secondo furto su cui i militari, partendo dalle immagini di sicurezza, tentano di risalire ai responsabili.

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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