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«Greenex, il Comune ritiri l’ok». A Rinazze un coro di “no” ai rifiuti


Messaggio a Glorioso: «Ritiri, in autotutela, il parere favorevole già dato dal Comune all’inceneritore». La posizione delle imprese di Piano Rinazze è stata ribadita davanti al primo cittadino in un incontro allargato ad ambientalisti, esperti, ricercatori, sindacalisti, politici locali e deputati del Centrodestra e del Movimento 5 Stelle.


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di Vittorio Fiorenza

La discussione, in uno dei magazzini agricoli di zona Rinazze, è stata articolata e a mille voci. Ma la richiesta al sindaco di Biancavilla, Giuseppe Glorioso, è stata una: «Ritiri, in autotutela, il parere favorevole già dato dal Comune all’inceneritore proposto dalla Greenex, altrimenti scatteranno azioni legali e la sua amministrazione sarà nostra controparte». Era puntata sulle scelte del primo cittadino, l’attenzione degli imprenditori agricoli di Piano Rinazze, che dovrebbe ospitare due impianti di trattamento dei rifiuti (quello della Greenex e un altro della Ch4 Energy). E Glorioso, accompagnato da un vigile urbano, ha ascoltato rimostranze e suggerimenti.

Salvatore Rapisarda, presidente del consorzio Euroagrumi, è noto per flemma, garbo e capacità diplomatiche. Ma non ha mancato di fare un elenco di rimproveri. «Siamo rimasti male ad avere appreso dell’esistenza di questi progetti dalla stampa e non essere stati informati dall’amministrazione comunale», ha lamentato al primo cittadino, riconoscendo il lavoro di informazione svolto da Biancavilla Oggi e dal quotidiano “La Sicilia” negli ultimi giorni. I progetti erano noti al Comune, ma la città non è stata informata: da qualche settimana ha preso coscienza dei dettagli e delle manovre in atto.

A Glorioso è stato fatto notare anche che «la sua amministrazione aveva bloccato con vanto nel 2008, sempre a Rinazze, una centrale a biomassa della Pyromex per ragioni ambientali e di opportunità. Ragioni, però, adesso “scomparse” nel via libera dato alla Greenex, pur proponendo un inceneritore». A dare l’ok è stata la funzionaria Maria Cristina Bisogni, che –ha detto Rapisarda– era «convinta che il sito in cui è previsto l’impianto fosse distante dal Simeto 6 km, quando in linea d’aria è a meno 1 km. Come si firma un atto se non si conosce il territorio?».

Tutte osservazioni che si sono aggiunte alle puntualizzazioni tecniche, scientifiche, politiche fatte da attivisti della Valle del Simeto, ricercatori, esperti del settore, rappresentanti sindacali, politici locali e deputati regionali (presenti Nino D’Asero di Alternativa popolare, Alfio Papale di Forza Italia e Angela Foti del M5S, cui si è aggiunto Salvo Pogliese con una nota). Tutti schierati per il “no” all’idea di «Piano Rinazze come pattumiera di mezza Sicilia». Stessa linea espressa dai vicesindaci di Adrano e Paternò. Dal suo canto, Glorioso ha, quindi, annunciato di mettere in campo un triunvirato di legali. Avranno un compito paradossale: nominati dal sindaco dovranno supportare il ritiro –eventuale– di un atto prodotto dal Comune stesso, cioè l’ok dato alla Greenex. Altri enti –va detto– dovranno esprimersi. L’ultima parola spetta alla Regione.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 Commenti

2 Commenti

  1. Alba

    21 Giugno 2017 at 18:04

    Un sindaco mal destro che non ha fatto un cazzo per il paese…la signora che ha firmato non conosce il territorio…e’ come firmare assegni in bianco….adesso il comune prenderà dei legali per far fronte….chi paga?? I cittadini come sempre…invece io propongo che i cittadini si riuniscono e’ danno mandato ai legali di denunciare il comune è il sindaco in primis….

  2. peppe

    20 Giugno 2017 at 23:02

    Desider manifestare il mio disappunto con cosiddetto sindaco. Si deve dimettere. Ormai manca poco che se ne vada.

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Bonifica anti-amianto, nuovo inghippo: interdittiva antimafia ad un’impresa

Il parco verde di monte Calvario rischia di imbrigliarsi in un reticolato di ricorsi e sospensive

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© Foto Biancavilla Oggi

Ancora un diversivo nell’iter della bonifica dell’area di monte Calvario a Biancavilla. Il taglio del nastro risale al febbraio 2023, eppure gli interventi di risanamento e creazione di un parco urbano – al di là del monitoraggio ambientale preliminare già ultimato – attendono di essere avviati.

Adesso – come è in grado di raccontare Biancavilla Oggi – l’ultimo intoppo riguarda un provvedimento di interdittiva antimafia nei confronti di una delle società interessata all’appalto. La “Gentile Ambiente spa” con sede a Casoria, infatti, è stata raggiunta da un’informativa antimafia ostativa da parte della Prefettura di Napoli. Un provvedimento già caricato e visibile nella Banca dati nazionale Antimafia.

L’importo complessivo degli interventi è di circa 17 milioni di euro, frutto di un accordo quadro – siglato nell’ottobre del 2020 – tra Regione Sicilia e ministero dell’Ambiente sulle bonifiche dei grandi siti inquinati, su progetto redatto dall’Ufficio tecnico comunale. Oltre alla “Gentile Ambiente”, nell’associazione temporanea di imprese c’è la Rem (si era sfilata una terza impresa, la Lab. Studio Chimico Ambientale).

La novità dell’interdittiva antimafia per una delle imprese è subito balzata agli occhi dei funzionari del Comune di Biancavilla. Interpellato da Biancavilla Oggi, il sindaco Antonio Bonanno fa sapere che «l’amministrazione comunale si è già attivata per avviare le procedura di esclusione della ditta dai lavori».

Semplice a dirlo, più tortuoso il percorso che potrebbe essere tracciato dagli eventi. Il rischio concreto è che l’appalto venga messo in secondo piano rispetto a carte bollate, ricorsi e sospensive, pregiudicando l’effettivo avvio e svolgimento della bonifica. Che il progetto del polmone verde di monte Calvario resti sulla carta, imbrigliato nei reticolati della giustizia amministrativa, è uno scenario possibile.

Le contromosse dell’impresa

D’altra parte, la “Gentile Ambiente” ha immediatamente attivato tutte le azioni giurisdizionali necessarie a fronteggiare gli effetti di una misura che considera illegittima.

A farlo sapere sono il presidente del Consiglio di Amministrazione della società, Giovanni Gentile, e l’avv. Lorenzo Lentini. L’impresa napoletana ha presentato già ricorso con istanza di sospensione cautelare presso il Tar della Campania «contestando il difetto assoluto del presupposto e la non idoneità dei fatti segnalati». Il Tar discuterà nella Camera di Consiglio prevista per il 17 aprile.

Altra istanza è stata presentata al Tribunale di Napoli – Servizio Misure di Prevenzione per la nomina di un controllore giudiziario «che a fronte della terzietà della società rispetto a contesti di tipo mafioso, consenta la prosecuzione vigilata dell’attività di impresa».

«L’altra ditta proceda nei lavori»

Se l’intento dell’impresa è quello di invitare la stazione appaltante a «soprassedere da qualsiasi provvedimento pregiudizievole di carattere definitivo», a Biancavilla si guarda avanti, puntando ad escludere la ditta napoletana.

«È stata effettuata – ci dice il sindaco Bonanno – una sorta di verifica preliminare nei confronti della mandataria (la Rem, ndr) per capire se questa ha tutti i requisiti per procedere nei lavori senza l’altra. Riteniamo che questo sia possibile. Certo, un’interdittiva antimafia che arriva dopo due anni è un’anomalia per i lavori pubblici e non è normale che arrivi ad appalto già assegnato».

L’appalto per la bonifica di monte Calvario riguarda la messa in sicurezza dell’intera area (dagli agli ’50 e fino al 1998 luogo di estrazione e produzione di materiale destinato all’edilizia). L’opera finale è la realizzazione di un parco verde. Alla base dei lavori, l’incapsulamento delle fibre di fluoroedenite (minerale naturale assimilabile all’amianto) che qui si trovano sotto forma di venature nelle rocce laviche. Fibre diffuse in tutto il paese e nelle sue costruzioni edili, tali da avere provocato decine di morti per mesotelioma pleurico.

La lievitazione dei costi

Un precedente intoppo, dopo l’assegnazione dell’appalto, si era verificato quando l’impresa Rem aveva avanzato la richiesta di una serie di aggiornamenti, a partire dai costi dei materiali che nel frattempo sono aumentati.

Tutte questioni che hanno portato l’impresa e il Comune davanti al Collegio Consultivo Tecnico (presieduto dal prof. Antonio Saitta).

L’organismo si è espresso a febbraio in modo favorevole alla linea del Comune, che aveva sollecitato l’impresa a procedere nei lavori. Adesso, però, la vicenda che riguarda la “Gentile Ambiente” appare parecchio più complessa e delicata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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