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Proclamati i nuovi consiglieri eletti a Biancavilla con lo “schema” del 15-1

Attesa ora la convocazione della seduta di insediamento che sarà presieduta da Vincenzo Mignemi

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Nessun colpo di scena: i consiglieri comunali di Biancavilla eletti sono quelli già indicati a conclusione delle operazioni di spoglio. A venti giorni dalla chiusura delle urne, è avvenuta la proclamazione ufficiale. Lo “schema” della geografia consiliare – inedito per queste proporzioni – è quello del “15-1”. La maggioranza del sindaco Antonio Bonanno (risultato vincitore con l’80% dei consensi, escludendo l’avversario Andrea Ingiulla dal “diritto di tribuna”) è schiacciante con 15 elementi contro uno solo lasciato all’opposizione.

A sostegno del primo cittadino ci sono Vincenzo Amato, Martina Salvà e Rosanna Bonanno (Biancavilla che lavora), Vincenzo Mignemi e Silvana Laudani (Prima l’Italia), Dino Caporlingua e Fabio Diolosà (Fratelli d’Italia), Salvo Pulvirenti e Francesco Battiato (Biancavilla in azione), Vincenzo Giardina e Giorgia Pennisi (Biancavilla mi piace), Marco Cantarella e Martina Paternò (Energie per Biancavilla), Luigi D’Asero (Movimento per l’autonomia), Fabrizio Portale (Noi per Biancavilla).

Un solo consigliere nei banchi della minoranza: Melissa Pappalardo del Partito Democratico, che per tre preferenze stacca Alfio Distefano, che ancora una volta (come in altre precedenti competizioni) subisce il “sortilegio” del primo dei non eletti per un pugno di voti.  

L’unico gruppo consiliare con tre componenti è, dunque, “Biancavilla che lavora”: un dato politico destinato ad incidere sugli equilibri della maggioranza e dell’assemblea cittadina nei prossimi anni. Dei 16 eletti, risultano essere agli esordi in sei. Rispetto alla precedente assemblea, poi, la presenza femminile di fatto raddoppia: adesso le “consigliere” sono sei.

Il più votato in assoluto è Vincenzo Mignemi con 829 voti. Sarà lui, quindi, ad aprire la seduta di insediamento del Consiglio Comunale. La stessa che dovrà eleggere il presidente ed il suo vice. Scattano già da ora, all’interno della maggioranza, le manovre per la scelta dei nomi.

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Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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