Chiesa
Né stucchi dorati né inutili sfarzi, garage diventa “chiesa” a Sberno


di Alessandro Rapisarda
Un ambiente rustico con pareti a crudo, senza stucchi dorati né pomposità. Un altare semplice, improvvisato, povero. Quanto basta per dire messa e fare comunità. Nel quartiere di “Sberno”, grazie alla disponibilità e alla generosità della famiglia Mazzaglia (con in testa la signora Tanina), un garage è stato adibito a “chiesa”.
La prima celebrazione, dopo l’autorizzazione dell’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, ha richiamato diversi fedeli e i locali si sono subito riempiti.
È stato padre Giovambattista Zappalà ad officiare. Un servizio che il sacerdote, reduce dal suo secondo mandato parrocchiale all’Annunziata ed impegnato ora con incarichi diocesani, garantirà ogni domenica nel quartiere che fa riferimento alla chiesa madre.
«Prego per questa comunità, in cui oggi stiamo spargendo i semi, nella speranza che possano portare molti frutti in questo quartiere di Sberno», ha detto padre Giovanni durante la preghiera dei fedeli.
«È stata un’occasione –sottolinea a Biancavilla Oggi una signora, alla fine della celebrazione– per riscoprire l’umiltà cristiana ed il senso autentico di “comunità”, che deve essere fatta innanzitutto di persone, di buone intenzioni e azioni consequenziali, non certamente di anacronistica retorica, di edifici sacri ridotti a museo, di inutili sfarzi, che allontanano i fedeli e che contrastano con le raccomandazioni di Papa Francesco».
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Chiesa
L’ultimo saluto a padre Nicoletti, il vescovo: «Una persona mite e umile»
Addio al prete morto in sagrestia, mons. Renna: «Ogni presbitero desidera andarsene così»


Una folla commossa e raccolta, ancora quasi incredula, ha accolto la salma di padre Salvatore Nicoletti nella chiesa “Sacro Cuore”. Un ultimo saluto, alla presenza del vescovo di Catania, Luigi Renna, e dall’emerito Salvatore Gristina.
«La sua vita è stata un dono», ha detto Renna, ricordando il sacerdote, morto a 79 anni, nella chiesa dell’Idria, in sagrestia, colto da malore dopo avere celebrato la messa per la comunità neocatecumenale.
«Siamo stati colti impreparati dalla notizia – ha specificato il vescovo – ma anche consapevoli che le circostanze della sua morte sono la situazione più autentica che un cristiano presbitero possa desiderare». E ancora: «La sua morte, che preferisco chiamarla “transito”, è un prolungamento della eucarestia».
Nella sua omelia, Renna ha ricordato l’impegno e la figura di padre Nicoletti, per 37 anni alla guida della parrocchia dell’Idria: «Il suo è stato un impegno umile e costante. La mitezza e l’umiltà di cuore l’hanno reso una persona amabile e semplice verso tutti. È stato una guida di comunità e sacerdote sempre disponibile».
Alla celebrazione, anche il vicario generale, Salvatore Genchi, oltre al clero biancavillese e altri confratelli provenienti da tutta la diocesi. Con fascia tricolore, in rappresentanza della città, il sindaco Antonio Bonanno, a fianco al presidente del Consiglio Comunale, Fabrizio Portale.
Dai parrocchiani dell’Idria a quelli del “Sacro Cuore” (la chiesa in cui ha maturato la sua vocazione), ognuno con un proprio pensiero legato a padre Nicoletti.
Non è mancato il saluto di Gristina: «Padre Salvatore è un dono del Signore. Con la sua umanità e il ministero esercitato. E noi qui presenti siamo la prova di questo dono del Signore alla comunità di Biancavilla e alla Chiesa di Catania. Ringraziamo Padre Nicoletti per ciò che ci ha donato, conserviamo il suo ricordo e facciamo in modo che questi ricordi diano frutto. Sin dal mio arrivo, mi ha colpito la schiettezza di padre Nicoletti e anche nelle difficoltà non è mai mancata la comunione».


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Dino
10 Dicembre 2018 at 12:05
Cosi’ dovrebbe essere la chiesa che perpreta la parola di Gesu’ ma non dimentichiamo che, ancorandoci alla nostra fede, il regno di Dio lo possiamo trovare ovunque.
La chiesa di oggi non rappresenta la legge del signore ma un istituzione politica a fini delinquenziali.
Alessio
2 Dicembre 2018 at 10:28
In Chiesa Madre solo stucchi e pro come se la Madonna gioisse per questi pesanti e di cattivo gusto Il prevosto pensa solo alla sua vanagloria infischiandosi della poverta Che oggi c’e anche a Biancavilla