Chiesa
“Un raggio di Sole oltre le grate”: quella “carezza” di suor Cristiana ai carcerati
Racchiusi in un libro pensieri, riflessioni, consigli della clarissa di Biancavilla rivolti ai detenuti

Un atto di fiducia verso questo mondo fatto di contraddizioni, di dolore e speranza, di tenebre e di luce, di egoismo profittatore e di generosità caritatevole. Un gesto d’amore verso chi sta vivendo la drammatica situazione di essere carcerato. Non innocente, non retto, ma reo, colpevole di aver commesso un reato contro qualcuno o contro qualcosa al punto da essere privato della propria libertà e scontare per questo una condanna in un istituto di pena.
È questa l’opera grandiosa e insolita di suor Chiara Cristiana dell’Immacolata, che i biancavillesi conoscevano come Marinella Scandura alla fine degli anni ‘80, quando con la sua chitarra animava le celebrazioni nella Chiesa dell’Idria, faceva catechismo e collaborava con padre Salvatore Nicoletti.
Una giovane come tante altre che un giorno sente forte la chiamata alla vita religiosa e diviene monaca di clausura nell’Ordine di Santa Chiara. Da allora per lei comincia un’altra vita, vicina al mondo pur non appartenendo al mondo, accanto a tutti i fratelli anche se col cuore perso verso quel Signore di cui è intensamente “cotta”, innamorata.
L’idea di andare oltre le barriere
In Italia ci sono quasi 57mila carcerati in 191 istituti di pena, di cui il 4,4% sono donne, mentre poco più del 30% sono stranieri. Il sovraffollamento si somma alle altre difficili questioni e aumenta i disagi e la penosa condizione segregativa. Le situazioni interne si presentano spesso disumane per il confluire di individui con personalità e caratteri diversi, con problematiche, storie e vissuti complessi e disuguali (si va dai criminali comuni ai tossicodipendenti ai malati psichiatrici), privati degli affetti e della stessa quotidianità e costretti a fare i conti con la solitudine, con una subcultura e con un sistema violento dove vigono regole non scritte che stravolgono la vita e l’essere di chi vi entra a far parte.
Allora, per essere vicina a queste persone, chiuse nelle carceri non solo del nostro Paese ma in quelle di mezzo mondo, suor Cristiana riflette a lungo, prega, e poi scrive. I suoi pensieri, le sue esortazioni, i suoi consigli, dettati da una fede matura e da un amore pieno, volano fuori dalle grate claustrali e varcano le tristi sbarre di ferro dei penitenziari, oltrepassando – cosa ancora più difficile – le barriere più dure del pregiudizio e dell’indifferenza. Raggiunge in questo modo centinaia di carcerati, di uomini bisognosi di libertà, non quella che fa fare ciò che si vuole, ma quella che supera le miserie e prende il nome di ravvedimento, rinnovamento, rinascita e consente di fare scelte responsabili e rispettose, imponendo una decisiva inversione di marcia.
I suoi messaggi, all’inizio presi anche con leggerezza e ironia, col passare del tempo vengono apprezzati e poi sempre più attesi e desiderati dai detenuti poiché trovano in essi incoraggiamento e forza per superare l’isolamento e la demoralizzazione.
Pensieri e riflessioni diventati un libro
Adesso, un volume raccoglie le riflessioni di questa clarissa, le sue considerazioni spirituali e umane su varie tematiche che hanno avuto il potere di raggiungere i cuori di uomini e donne che stanno percorrendo una strada dura, divenendo per essi motivo e stimolo di conversione a una vita nuova.
«Le tue parole mi aiutano a capire meglio che la grazia di Dio passa anche attraverso le sofferenze e che ogni dolore viene per insegnare», scrive nella prefazione al libro un ergastolano.
Queste pagine parlano di Dio e di uomini, di idee e di aspirazioni, di preghiera, di semplicità e di allegria, di emancipazione e di coraggio, e riescono a infondere nel lettore un seme di ottimismo e di speranza. Sentimenti che hanno fatto dire a Papa Francesco: «Cara Sorella, grazie per la sua testimonianza e per la sua sensibilità. Continui, con coraggio e con creatività, a compiere quest’opera di Misericordia verso i carcerati, facendo sentire l’amore e la tenerezza di Dio… Conservi sempre la gioia, che è dono prezioso di Dio, contagiando gli altri».
Parole che riescono ad essere luce oltre il buio delle grate e ci insegnano che nessuna persona è “normale” perché ognuna è “speciale” agli occhi di Dio.
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Chiesa
Giubileo delle confraternite, in 80 da Biancavilla per l’insediamento del Papa
Delegazioni di cinque congregazioni: sono state le più numerose provenienti dalla diocesi di Catania

C’è chi, a Roma, ha portato il medaglione. Altri sono andati con il proprio abito tradizionale. Segni distintivi, che esprimono appartenenza e identità culturale, oltre che fede religiosa.
Da Biancavilla sono andati in 80 a Roma per partecipare al Giubileo delle confraternite. Un folto gruppo, il più numeroso partito dall’Arcidiocesi di Catania. I biancavillesi che hanno preso parte al pellegrinaggio appartengono alle confraternite del Santissimo Sacramento, del Rosario, della Mercede, di San Giuseppe e dell’Idria.
Arrivati venerdì a Roma, i gruppi hanno partecipato al pellegrinaggio verso la porta santa, aperta da Papa Francesco la scorsa notte di Natale. Quindi, la processione monumentale tra il Colosseo ed il Circo Massimo con la partecipazione delle più importanti confraternita provenienti da tutto il mondo. E poi, la partecipazione alla messa di insediamento di Papa Leone XIV in piazza San Pietro.
Un’occasione, dunque, per queste realtà associative, di vivere il Giubileo come un momento di comunione ecclesiale con l’opportunità di rinnovare il loro impegno nella fede e nel servizio. Le confraternite hanno testimoniato così la ricchezza della pietà popolare e la vitalità di una fede che ha attraversato i secoli.
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Chiesa
Eletto Papa Leone XIV, le campane suonano a festa nella basilica pontificia
Il titolo alla chiesa madre di Biancavilla fu conferito nel 1970 da Paolo VI con propria bolla

La Chiesa cattolica ha eletto il Papa: è l’americano Robert Francis Prevost, che ha preso il nome di Leone XIV. In coincidenza con la fumata bianca, a Biancavilla campane a festa in chiesa madre, che è anche basilica pontificia (oltre che Collegiata e Santuario). Un dettaglio che la lega direttamente al Papa.
Il titolo di “basilica minore pontificia” risale al 1970: un riconoscimento avuto con bolla “In Sanctissimam Cristi Matrem” di Papa Paolo VI. Un titolo speciale che in genere si dà per importanza storica, spirituale o architettonico e che implica un legame particolare con il Papa.
Le basiliche pontificie hanno il privilegio di esporre simboli come il padiglione papale, il tintinnabulum (campanella processionale), lo stemma papale e talvolta la concessione di indulgenze speciali.
Dopo la morte di Bergoglio, all’esterno della chiesa biancavillese era stato rimosso l’ovale con lo stemma araldico di Papa Francesco. Un segno della sede apostolica vacante. Si attende ora che venga esposto lo stemma del nuovo pontefice.
Su Leone XIV si concentrano attese e speranze dei fedeli cattolici. A farsi interprete di questi sentimenti il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno: «Accogliamo con gioia e speranza l’elezione di Papa Leone XIV. In un tempo segnato da divisioni e incertezze, la sua figura rappresenta un richiamo universale ai valori della pace, della solidarietà e della fraternità. A nome dell’intera comunità di Biancavilla, esprimo l’augurio che il suo pontificato possa essere fonte di serenità e guida spirituale per il mondo intero».
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