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Gerardo Sangiorgio, tributo della “sua” scuola nella Giornata della memoria

Serie di iniziative per ricordare l’intellettuale cattolico antifascista: la “Sturzo” gli intitola l’aula docenti

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© Foto Biancavilla Oggi

«Giuro di essere fedele alla Repubblica Italiana e al suo Capo, di osservare lealmente le leggi dello Stato, di adempiere a tutti i miei doveri…».

La formula di giuramento, Gerardo Sangiorgio, la pronunciò il 6 settembre del 1963, alle ore 11, davanti all’allora preside Antonino Salomone e a due testimoni, Antonia Libertini e Concetta Golino. Nel suo fascicolo personale è stato trovato il verbale, redatto nell’ufficio di presidenza. Un atto gelosamente custodito per quasi sessant’anni nell’archivio storico della scuola media “Luigi Sturzo” di Biancavilla. La stessa scuola che, oggi, gli ha dedicato l’aula docenti, svelando una targa commemorativa e dando a quel verbale una cornice per sottrarlo ai cassetti impolverati.

Insegnante, ma anche poeta e scrittore. Un fine intellettuale, fervente cattolico. Il tributo della “sua” scuola –dove rimase per un decennio– in questa “Giornata della memoria”, si lega al ricordo dell’esperienza che Sangiorgio visse, militare ventenne, nei lager nazisti. Deportato in Germania perché, dopo l’8 Settembre, non giurò fedeltà alla fantomatica Repubblica di Salò. L’orrore di quell’esperienza di Internato Militare Italiano lo segnò nel profondo dell’animo, come testimoniato da un’ampia pubblicistica.

Tra i lavori più documentati, quelli editi da “Nero su Bianco”, a cura di Salvatore Borzì, profondo conoscitore della vita, delle memorie e della produzione poetico-letteraria di Sangiorgio. “Internato n. 102883/IIA” e “Una vita ancora più bella” sono volumi pubblicati con prefazioni di Francesco Benigno e Nicolò Mineo e contributi di Liliana Segre, Erri De Luca, Massimo Cacciari, Luciano Canfora ed altri autorevoli intellettuali italiani.

L’opportunità di ricordare Gerardo Sangiorgio nella scuola in cui ha insegnato era stata manifestata formalmente proprio da “Nero su Bianco”. Una proposta attuata adesso con una cerimonia sobria. La scopertura della targa è toccata alla dirigente scolastica, Concetta Drago, che ha sottolineato l’importanza della memoria e del suo valore educativo, da rievocare, coltivare e tramandare.

Assieme a lei, una rappresentanza di alunni, che ha intonato canti e letto alcuni brani con il coordinamento dell’insegnante Giuseppina Pappalardo. Presenti i figli di Sangiorgio, Placido (nostro apprezzato collaboratore) e Rita. Ciccino Cuscunà e Salvuccio Furnari sono intervenuti con brevi testimonianze personali. A marcare la valenza pubblica del momento commemorativo, la presenza del presidente del Consiglio Comunale, Martina Salvà, e dell’assessore Salvatore Portale.

L’omaggio a Sangiorgio anche fuori Biancavilla

Per ricordare Gerardo Sangiorgio si sono tenute diverse altre iniziative, anche fuori Biancavilla. L’Accademia Universitaria Biancavillese con la presidente Rosa Lanza ha promosso una tavola rotondo a Villa delle Favare. Salvatore Borzì, autore e curatore dei libri “Nero su Bianco”, ha evidenziato la dimensione umana di Sangiorgio, facendo riferimento a memorie e lettere pubblicate nei due volumi. Salvuccio Furnari ha sottolineato l’impegno socio-culturale di Gerardo, per esempio sulla riscoperta della figura del poeta Antonio Bruno e sulla partecipazione, in qualità di probiviro, al Circolo “Jacques Maritain”. Giusi Rasà si è soffermata sul ruolo che Sangiorgio ha avuto come insegnante e nella formazione di diverse generazioni per una coscienza libera. Di “cristianesimo non di facciata, ma reale con una religiosità vissuta nel quotidiano”, ha parlato Ciccino Cuscunà, cognato di Sangiorgio.

L’Istituto comprensivo “Antonio Bruno” di Biancavilla ha piantato un albero di carrubo e dedicato a Sangiorgio il “giardino dei Giusti”. Evento online organizzato dal 2° Circolo didattico di Biancavilla: i piccoli alunni hanno avuto modo di colloquiare con Placido Sangiorgio.

Lo stesso Placido ha rilasciato una testimonianza in video al liceo scientifico “Enrico Fermi” di Paternò. L’Istituto Alberghiero “Giovanni Falcone” di Giarre ha promosso una conferenza a ricordo di Gerardo Sangiorgio. Oltre a Salvatore Borzì, sono intervenuti Francesco Carbonaro, Santina Di Bella e Cinzia Emmi, mentre Placido Sangiorgio era in collegamento online.

Il prossimo mese, ad Acireale, si terrà un corso di formazione regionale per gli insegnanti di religione. La figura di Gerardo Sangiorgio sarà presentata, in quella occasione, come esempio di antifascismo di formazione cattolica.  

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Cultura

1° Maggio a Biancavilla, l’occupazione delle terre e quelle lotte per i diritti

Il ruolo della Sinistra e del sindacato: memorie storiche da custodire con grandissima cura

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Anche Biancavilla vanta una ricca memoria storica sul 1 maggio. Nel nostro comprensorio non sono mancate, nel secolo scorso, iniziative e manifestazioni di lotta per i diritti dei lavoratori.

Spiccano su tutte l’occupazione delle terre e la riforma agraria di cui ci parla Carmelo Bonanno nel recente libro “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia. La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo”.

Il volume, edito da Nero su Bianco, raccoglie le testimonianze di alcuni dei protagonisti della vita politica e sindacale locale del Novecento, evidenziando le numerose iniziative volte a spazzare via i residui del sistema feudale di organizzazione delle terre e ad ottenere la loro redistribuzione.

Il mezzo principale per raggiungere tale obiettivo fu l’occupazione delle terre ad opera di un folto gruppo di contadini e braccianti. Tra questi, Giovanbattista e Giosuè Zappalà, Nino Salomone, Placido Gioco, Antonino Ferro, Alfio Grasso, Vincenzo Russo. A spalleggiarli anche diversi operai. Tra loro, Carmelo Barbagallo, Vincenzo Aiello, Domenico Torrisi, Salvatore Russo. Ma anche intellettuali come Francesco Portale, Nello Iannaci e Salvatore Nicotra.

Così, ad essere presi di mira furono anzitutto i terreni del Cavaliere Cultraro in contrada Pietralunga, nel 1948. Più di 400 persone li occuparono per cinque giorni e desistettero soltanto per l’arrivo della polizia, che sgomberò le proprietà.

A questa occupazione ne seguirono altre, tutte sostenute dai partiti della Sinistra dell’epoca (Pci e Psi in testa) e dalla Camera del Lavoro, e col supporto delle cooperative agricole di sinistra.

Le parole del “compagno” Zappalà

Significativa la testimonianza, riportata nel libro di Bonanno, del “compagno” Giosuè Zappalà: «Gli insediamenti furono vissuti con grande entusiasmo e costituirono per noi protagonisti dei veri e propri giorni di festa in cui potevamo manifestare la libertà che per tanti anni ci era stata negata. Le terre, i cui proprietari erano ricchi borghesi e aristocratici, spesso si trovavano in condizioni precarie, erano difficilmente produttive e necessitavano di grandi lavori di aratura, semina e manutenzione. Noi braccianti, perciò, con grande impegno e dedizione, spinti, oltre che dalla passione per il nostro lavoro, anche e soprattutto dalle condizioni di vita misere di quei tempi, ci occupammo, fin quando ci fu concesso, dell’opera di bonifica. Erano terre che di fatto costituivano per moltissimi l’unica fonte di reddito disponibile».

Tali iniziative, innestatesi nel corso del processo di riforma agraria che portò al superamento del sistema di governo delle terre sino ad allora vigente, condussero però a risultati contraddittori, poiché alcuni contadini ottennero terre produttive mentre altri terre scadenti. Ciò acuì il clima di invidia e inimicizia tra i protagonisti di quelle lotte e condusse alla rottura definitiva della coesione e della solidarietà della categoria.

Ciò non toglie che queste iniziative e manifestazioni segnarono un passaggio molto importante nella storia politica, socio-economica e sindacale locale e posero le basi per la “conquista” del palazzo municipale nel 1956 con l’elezione di Peppino Pace, primo sindaco comunista di Biancavilla.

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