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Cultura

Gerardo Sangiorgio e la memoria dei lager: l’omaggio di Segre, Cacciari e Canfora

Nero su Bianco Edizioni In un libro, lettere e riflessioni inedite del biancavillese antifascista deportato in Germania

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«Mamma, ti dico poco se ti dico che il tuo nome è come un talismano per me. Cosa ti dovrei dire, cosa ti dovrei augurare? È tale la piena di sentimenti che mi traboccano, che lascio volentieri esprimerli da una lacrima, che purifica e consola. Mamma, animo ci vuole: al mio ritorno, cominceremo una vita più bella di prima, più bella ancora perché frutto della prova. Baci cari, Gerardo».

È la viva “voce” di un sopravvissuto siciliano ai lager nazisti, quella che ci offre il libro “Una vita ancora più bella”, curato da Salvatore Borzì per “Nero su Bianco Edizioni” con prefazione firmata dallo storico Francesco Benigno. Lettere e memorie inedite di Gerardo Sangiorgio, l’antifascista cattolico originario di Biancavilla, deportato in Germania per avere detto “no” alla Repubblica di Salò. 

Sono scritti intensi di un giovane soldato che segue il destino degli “internati militari italiani”. Rinchiuso nei campi di sterminio (Neubrandenburg, Bonn, Duisdorf), vive indicibili sofferenze, arrivando a ridursi «l’ombra di se stesso» e scampando ai forni crematori per avere superato di poche centinaia di grammi il limite minimo del peso per essere dichiarati abili al lavoro. Si aggrappa tenacemente alla sua fede cristiana: un’àncora a cui rimane sempre aggrappato.

«La Fede –scrive ai familiari nell’agosto del 1944– mi dà questa fiducia ed è il mio solo conforto il santo timor di Dio, che voi mi avete insegnato e che esso mi insegna a sua volta, adesso più che mai, più che un rispetto per Voi una venerazione. Salute e morale stanno benissimo: il Signore mi aiuta, non per mio merito, ma per i meriti Vostri, forse un po’ più che tanti altri. Coraggio! Ritornerò e potrò dire che questa vita mi ha reso uomo, vero uomo».

Il rapporto epistolare che riesce ad avere con i familiari (soprattutto con la madre) copre il periodo 1941-1945: lettere che vengono pubblicate adesso per la prima volta. Bagliori di umanità nel buio della grande Storia, che travolge l’Italia, l’Europa, il mondo.

Dopo “Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio” (Nero su Bianco Edizioni, 2019), Salvatore Borzì ci restituisce, ancora una volta, la voce di un autentico testimone di libertà, sopravvissuto agli orrori del Novecento e scomparso a Biancavilla nel 1993, dopo avere dedicato la sua vita, da insegnante e fine poeta, alla promozione dei valori cristiani e a quelli contenuti nella nostra Costituzione.

Un uomo giusto, capace di “parlarci” ancora oggi, grazie alla sua eredità civile, intellettuale, educativa e letteraria: antidoto ai rigurgiti di intolleranza e allo smarrimento della memoria di un atroce passato.

Segre: «Gerardo, la “meglio gioventù”»

Non è un caso che il libro contenga anche una serie di contributi, in primis quello della senatrice a vita Liliana Segre, che nella vicenda di Sangiorgio rivede pure quella vissuta dal marito.

Scrive la Segre: «Quella storia, la storia degli IMI (Internati Militari Italiani), la conosco bene e mi è particolarmente cara. Mio marito, Alfredo Belli Paci, sottotenente dell’esercito, venne catturato in Grecia dopo l’8 settembre 1943 e fu uno dei 600.000 “NO”. Aveva solo 23 anni, eppure trovò la forza per resistere nei lager nazisti, per 19 mesi e due inverni, alle lusinghe, alle minacce, ai maltrattamenti, alla fame, al freddo. La resistenza disarmata ma indomita di quei nostri ragazzi, come Gerardo Sangiorgio, così sorprendente in una generazione che si era formata negli anni del fascismo, è stata a lungo dimenticata. Eppure anche loro, come i partigiani sul territorio italiano, fanno parte di quella “meglio gioventù” che riscattò l’onore perduto della Patria».

Cacciari: «Lezione da non dimenticare»

«La storia di Gerardo Sangiorgio testimonia di un destino comune a un’intera generazione, di una tragedia in cui i fratelli si sono sbranati poiché erano giunti a ignorare ogni comune radice. Quelli che la ricordavano, come Sangiorgio, sono state le prime vittime. La disintegrazione di ogni prossimità, l’invenzione mitologica di identità assolute e incomunicabili, fu la madre di quella tragedia e sarà la madre delle future, se la lezione, che anche da queste pagine ci viene, verrà di nuovo dimenticata».

Canfora: «L’energia del riscatto»

«La conoscenza di documenti come questi di Gerardo Sangiorgio dimostra che l’Italia seppe trovare in se stessa, nel momento più buio della sua storia recente, l’energia morale che le consentì di riscattarsi».

Altri contributi illustri

Oltre a questi qui pubblicati, altri contributi di illustri nomi della cultura italiana rendono omaggio a Gerardo Sangiorgio: sono di Giulio Ferroni, Giuseppe Galasso, Claudio Magris, Franco Marcoaldi, Enrico Nistri, Massimo Recalcati, Luca Serianni e Salvatore Settis.

Il libro sarà presentato in una serie di incontri con il curatore Salvatore Borzì, lunedì 27 gennaio al Liceo di Scienze umane “Mario Rapisardi” di Biancavilla (dove interverrà pure Placido Sangiorgio, figlio di Gerardo), martedì 28 al Liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale e, a seguire, al Liceo scientifico “Leonardo” di Giarre, e mercoledì 29 al Liceo classico “Capizzi” di Bronte. 

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Cultura

Paolo e Francesca a Villa delle Favare: versi danteschi per San Valentino

Incontro promosso da SiciliAntica con il prof. Antonio Maglia e Elisa Salomone alla chitarra

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L’occasione è stata la giornata di San Valentino, festa degli innamorati. La location, quella di Villa delle Favare, a Biancavilla. Qui, l’associazione “SiciliAntica” ha presentato una lettura del canto V dell’Inferno della Divina Commedia di Dante.

Il prof. Antonio Maglia, già autore del libro “Le malattie infernali. Il canto XXX dell’Inferno e la medicina nell’opera di Dante”, ha approfondito la spiegazione del canto dedicato all’amore. Canto di cui Dante spiega cause ed effetti per bocca di Francesca da Rimini e ribadisce il ruolo centrale delle donne nella Divina Commedia.

Nella sala conferenze di Villa delle Favare la recitazione degli struggenti versi sui due innamorati, accompagnata dai brani di Rosa Balistreri, magistralmente eseguiti da Elisa Salomone. Pubblico emozionato e partecipe.

All’incontro, presenti il presidente di SiciliAntica di Biancavilla, Enzo Meccia, con il vice Nunzio Sergi, oltre che la vice presidente provinciale Lina Salomone.

L’associazione “SiciliAntica” di Biancavilla, che raggruppa quasi un centinaio di iscritti, conferma così il suo radicamento nel territorio e la vivacità della sua proposta culturale. Di recente ha organizzato una serata a tema in cui i soci hanno letto liberamente testi originali, passi letterari e poesie. «La grande affluenza di pubblico dei due incontri sottolinea ancora una volta la grande voglia di cultura presente nel nostro paese, di cui SiciliAntica si fa portatrice e promotrice».

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Cultura

Sangiorgio e i lager, in provincia di Modena la testimonianza del figlio

Incontro a Prignano sulla Secchia sul biancavillese sopravvissuto ai campi di sterminio

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La figura di Gerardo Sangiorgio, il biancavillese cattolico antifascista, sopravvissuto ai lager nazisti, ancora una volta celebrata anche fuori dalla Sicilia. A Sangiorgio dedicato un incontro nella sala conferenze del Comune di Prignano sulla Secchia (in provincia di Modena). La testimonianza su Sangiorgio, internato militare, data dal figlio Placido Antonio, collaboratore di Biancavilla Oggi.

Ad ascoltarlo, una sala gremita da cittadini ed alunni della scuola secondaria di primo grado “F. Berti”, accompagnati dai docenti, dalla dirigente scolastica Pia Criscuolo e dal suo vicario, Giuseppe Ciadamidaro, anche lui biancavillese.

La dirigente si è detta entusiasta di questo evento arricchente non solo per i cittadini, ma anche per gli alunni, auspicando che ogni anno queste iniziative vengano incentivate e divulgate.

Il prof. Sangiorgio ha parlato della Repubblica di Salò (a cui il padre non giurò fedeltà), al trattamento disumano verso i deportati, alla storia personale di suo padre nei campo di concentramento e poi di ritorno a Biancavilla. È seguito un vivace dialogo con gli alunni, che hanno posto domande su vari aspetti.

Presente all’incontro, il sindaco Mauro Fantini e gli assessori organizzatori dell’evento, Chiara Babeli e Cristian Giberti, che hanno prestato la loro voce leggendo le poesie di Gerardo. Il primo cittadino ha ringraziato Sangiorgio per la sua presenza e la bellissima testimonianza su suo padre, estendendo i ringraziamenti anche al nostro sindaco, Antonio Bonanno, per la cortese lettera inviata e letta all’inizio dell’incontro.

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