Politica
Differenziata, Biancavilla “premiata” dalla Regione: non era mai accaduto
Non solo non siamo più penalizzati dall’ecotassa, ma riceviamo un contributo di 78mila euro


«Il Comune di Biancavilla riceve un contributo di 78mila euro dalla Regione Siciliana come “Comune virtuoso” che nel 2019 ha superato il 65% della raccolta differenziata. Un decreto firmato dal governo Musumeci destina alla nostra città la somma. Ad oggi la percentuale si attesta al 72%».
Lo comunica il sindaco Antonio Bonanno, che sottolinea il risultato della sua amministrazione: «È la prima volta che viene assegnato alla città un riconoscimento del genere. Il primo effetto di questa premialità si tradurrà nella riduzione della bolletta sulla Tari. A beneficiarne, quindi, saranno subito i cittadini».
Una inversione di tendenza, quindi, che non ha precedenti. Anzi, in passato Biancavilla veniva “punita” dalla Regione perché lontana dagli standard minimi sulla raccolta differenziata dei rifiuti.
«Negli anni passati –ricorda Bonanno– il Comune è stato costretto a pagare una sanzione per il mancato raggiungimento della percentuale prevista per legge. Una “eco tassa” che gravava sulle tasche dei cittadini. Con il riconoscimento della Regione Siciliana che inserisce Biancavilla tra i Comuni “ricicloni”, dal 2019 in poi si inverte la tendenza e si beneficia dei risultati della raccolta differenziata».
L’inversione di tendenza si è cominciata a registrare dopo qualche mese dell’insediamento della Giunta Bonanno, a dimostrazione che la percentuale della differenziata era ed è determinata da precise scelte politiche. Da una parte, gli occhi chiusi nei confronti di aziende, ristoranti ed esercizi commerciali abituati a mischiare tutto. Dall’altra, il rigore senza distinzione di categorie e cittadini.
«È un grande risultato di tutta la città: passo dopo passo, a partire dal 2019, tutti i cittadini –sottolinea ancora il sindaco– hanno dimostrato di credere nella raccolta differenziata. Il loro comportamento virtuoso ha permesso di aumentare le percentuali di raccolta fino a farci raggiungere risultati che adesso vengono premiati dal Dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti. Condivido con i cittadini soprattutto l’esultanza per un successo che avrà l’effetto immediato di un risparmio in bolletta».
«I 78mila euro del contributo “conquistato” grazie alla “differenziata” del 2019 alleggerirà, infatti, le bollette sui rifiuti di ogni nucleo familiare. Ringrazio l’assessore all’Ecologia Vincenzo Amato, la Caruter che si occupa della raccolta e l’ing. Placido Mancari: il loro lavoro quotidiano e il rispetto per l’ambiente dei cittadini sono alla base di questo lusinghiero traguardo».
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Politica
Biancavilla 2023, quei ragazzi di destra che hanno ribaltato la storia politica
Tre generazioni, uno scatto fotografico: dal Fronte della gioventù ad Azione Giovani fino ad Atreju


C’è uno scatto fotografico – in questa competizione elettorale di Biancavilla finita con il trionfo di Antonio Bonanno – che più di ogni altro racconta la svolta epocale dell’80%. È quello che vede, sul palco di piazza Roma, durante l’ultimo comizio, Vincenzo Giardina e Vincenzo Randazzo con al centro Bonanno. È uno scatto, fatto casualmente tra decine di tanti altri. Ma ha la capacità di riassumere una storia che parte da lontano. Lì ci sono tre generazioni di militanti della destra biancavillese, formatasi e cresciuta in quel luogo politico che era la “sezione”.
Tre generazioni che hanno mosso i primi passi nelle organizzazioni giovanili, dal Fronte della gioventù ad Azione Giovani, dalla Giovane Italia ad Atreju (stessa realtà in cui si è formata Giorgia Meloni). Un’evoluzione che dal Movimento Sociale Italiano, passando per Alleanza Nazionale e il Popolo delle libertà, arriva a Fratelli d’Italia. Dalla “fiamma” di Giorgio Almirante alla fiaccolata per Paolo Borsellino. Da forza emarginata a guida del governo, dell’Italia e di Biancavilla.
Il tabù storico era stato frantumato già nel 2003 da Mario Cantarella: primo sindaco di destra nella Biancavilla repubblicana (con Andrea Ingiulla tra gli assessori!). Ma è Antonio Bonanno a portare il partito su vette inesplorate: primo sindaco di destra a conquistare il doppio mandato e (in assoluto) ad avere ottenuto 8 preferenze ogni 10, con una coalizione che per la prima volta vede i centristi trainati perché usciti malconci dalle urne.
In questa percentuale è inclusa una sostanziosa dose di demeriti, inadeguatezze, incapacità, assenze degli avversari. Così, di converso, è la sinistra biancavillese che sprofonda nel più basso dei risultati di consenso e di rappresentanza dall’epoca risorgimentale ad oggi. Un cataclisma da far tremare il cuore della storia. Sarebbe una banalità cosmica attribuire la responsabilità ad Ingiulla o alle “otto liste contro una“: ne parleremo in un articolo a parte.
Torniamo, quindi, alla foto con Randazzo e Giardina assieme al sindaco. Abbiamo conosciuto il primo nell’era dell’amministrazione Manna (dal 1994 al 2003). Lui era il maggiore oppositore: sapeva leggere le carte, le studiava, attaccava in Consiglio con argomentazioni accurate e citazioni auliche. Esponente di An, ma la scuola era quella del Msi. Lo ascoltavano tutti con attenzione dai banchi dell’allora maggioranza. Rappresentava la destra, praticamente in solitaria. Mai avrebbe potuto pensare allora – stagione in cui Manna era dipinto sui manifesti come “l’imperatore di Biancavilla” per il suo strapotere – che venticinque anni dopo sarebbe diventato assessore con una destra che ha ribaltato e riscritto la storia politica di questa città, ormai ampiamente “ex” roccaforte rossa.
A Giardina, invece, lo ricordiamo, sempre nell’era Manna e degli inossidabili diessini (i Democratici di sinistra), militante sbarbatello di Azione Giovani. Era stato portato nella sezione di via Vittorio Emanuele (tappezzata con manifesti ruggenti e le foto di Almirante a Biancavilla) da Placido Sangiorgio, quando presidente dell’organizzazione era Enrico Indelicato. Tra gli altri militanti, Sergio Atanasio, Gianmarco Rapisarda, Nino Lavenia, Rino Mauceri, Francesco Cantarella (per citarne alcuni). Un gruppo affiatato che si divertiva a fare opposizione con il classico volantino e pure con un giornalino, “Zoom, Obiettivo Biancavilla”, distribuito in 400 copie.
Non c’era ancora Antonio Bonanno. Troppo piccolo: frequentava le elementari. Ma dell’organizzazione giovanile della destra, l’attuale sindaco vanterà poi una scalata che, da Biancavilla, lo porterà a capo del coordinamento provinciale di Catania, proprio su nomina di Giorgia Meloni. Attorno a lui, un gruppo rimasto sempre legato, nelle vittorie e nelle sconfitte: Dino Caporlingua, Salvo Pulvirenti e Mauro Mursia, Angelo D’Urso e Alberto Papotto, Antonio Fiorello e Salvo Bonaccorsi… Gli stessi di sempre: un’autentica comunità politica.
Una comunità consapevole delle proprie radici, ma non assimilabile a cliché ideologici ed inutili nostalgismi: mai uno scivolone, tale da animare lo spettro del pericolo “fascista” a Biancavilla. Piuttosto, quella rappresentazione generazionale in foto ha dimostrato senso delle istituzioni e piena maturazione.
Non è casuale, forse, se alla fine del comizio, scesi dal palco, quei tre “ragazzi di destra”, diventati classe dirigente e di governo, siano stati riconosciuti dal loro mentore comune come gli eredi di quella storia che parte da lontano. «Adesso posso ritirarmi, sicuro di lasciare il testimone in buone mani», ha detto in sostanza Mario Cantarella. Parole che racchiudono l’essenza di una comunità politica.


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