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«In provincia di Catania è in corso una guerra di mafia, più per imporre la propria forza che per accaparrarsi zone più ampie dei territori di caccia».

Comincia così il servizio di Alessandro Sofia per il tg di Antenna Sicilia che offre un’analisi sull’omicidio di Agatino Bivona, avvenuto in via Fallica, appena l’uomo era uscito da una palestra.

«L’omicidio commesso ieri sera a Biancavilla ormai non lascia più spazio a dubbi. Il clan Cappello sta mostrando i muscoli a quello dei Santapaola», viene sostenuto nel servizio. A questi ultimi, per gli inquirenti, Bivona faceva riferimento, attraverso la sua appartenenza alla cosca biancavillese dei Toscano – Mazzaglia – Tomasello.

«La dichiarazione di guerra dei Cappello ai rivali che agiscono nella provincia etnea – aggiunge ancora il cronista dell’emittente televisiva siciliana – risale al 24 marzo del 2010, quando a Catania uccidono Giovanni La Porta, probabilmente per uno scambio di persona perché confuso con suo cognato, considerato esponente dei Toscano Mazzaglia. Il mese successivo, il 20 aprile, si punta direttamente al vertice. A cadere, sfigurato da un fucile a pallettoni, è Giuseppe Mazzaglia, detto “Fifiddu”, ritenuto il boss dei Toscano-Mazzaglia». Una scia di sangue che continua.

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Cronaca

Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione

Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

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Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.

Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).

L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.

Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.

Morbosità su WhatsApp e Messenger

La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.

Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.

Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.

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Cronaca

Pedone investito da un’auto nel viale Europa: trasferito in codice rosso

Il malcapitato trasportato all’ospedale “San Marco” di Catania, intervento dei vigili urbani

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Un pedone è stato investito all’incrocio tra via Montessori e viale Europa, a Biancavilla. Secondo le prime informazioni, l’uomo stava attraversando la strada quando è stato colpito in pieno da un’auto in transito.

Sul posto, intervento del servizio del 118, il cui personale ha riscontrato ferite al volto e alla testa al malcapitato. Necessario, quindi, il suo trasferimento in codice rosso all’ospedale “San Marco” di Catania.

È toccato alla polizia municipale regolare il traffico e avviare i rilievi necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente.

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