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“Sciammarita”, dalla macchia dello scandalo ad opportunità di sviluppo

La storia infinita della zona artigianale: Bonanno annuncia il bando per l’assegnazione dei lotti

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© Foto Biancavilla Oggi

Il Comune di Biancavilla, dopo i fallimenti degli anni passati, ci riprova. E prepara il bando –con criteri nuovi e ritenuti più appetibili– per l’assegnazione dell’area artigianale. Prima 6 lotti. Prezzo: 22,10 euro a metro quadrato. Poi, con bando successivo, altri 3 lotti (2 da spianare, 1 semispianato). A regime, la zona –ricadente in contrada “Sciammarita”, al confine con Santa Maria di Licodia– dovrebbe ospitare 18-20 capannoni.  

Al momento, l’area, estesa per oltre 6mila ettari, è lasciata nel degrado e avvolta dalle erbacce. Doveva essere uno dei motori per la trazione economica di Biancavilla. Invece, di quel progetto rispolverato ai tempi del sindaco Pietro Manna su pressione dell’allora opposizione di Centrodestra, ancora oggi restano le linee tracciate su un foglio di carta. Lo stesso che il sindaco Antonio Bonanno ha esibito adesso a giornalisti e tv, annunciando la ripresa di un iter tormentato da decenni.

Eppure, su “Sciammarita” (il cui nome rievoca il noto scandalo politico, affaristico e giudiziario di inizio anni ’90), sono piovuti già un milione e seicentomila euro di fondi pubblici. Un terzo è servito per gli espropri dei terreni. E di questo, 505mila euro sono andati alla “Salentina Sicula Immobiliare”, società biancavillese che deteneva il 98% della proprietà.

Completate le procedure di esproprio all’epoca dell’amministrazione di Mario Cantarella, il fervore di quella battaglia per l’area artigianale (presentata come stella polare dello sviluppo economico locale) ha perso vigore. Fino ad essere accantonata. Poi, l’arrivo dei finanziamenti per i lavori preliminari. Era il 2008. E due anni dopo, quando il Consiglio Regionale dell’Urbanistica concede il “via libera” al progetto, l’allora sindaco Giuseppe Glorioso gongola: «Dopo 30 anni di attesa, daremo le giuste risposte agli artigiani e ai commercianti».

Macché, niente da fare. Il primo bando (redatto con il supporto dell’avv. Andrea Ingiulla, incaricato dal Comune) ottiene il generale disinteresse delle imprese artigiane. Soltanto una ditta si presenta ed ottiene un lotto, ma ancora oggi è in contenzioso con l’ente ed il terreno assegnato è inservibile. Insomma, un flop clamoroso. Poi, il silenzio. Fino al cambio di amministrazione.

Bonanno: «Un bando più appetibile»

«Vanno riviste le modalità e le condizioni di assegnazione dei lotti. Bisogna riprendere l’opera: è possibile rilanciarla». Con queste dichiarazioni, nel marzo 2019, intervistato da Biancavilla Oggi, il consigliere Vincenzo Giardina aveva rimesso nel dibattito politico il progetto della zona artigianale, peraltro inserito nel programma elettorale di Bonanno.

Così, ora, quel velo pietoso steso per anni, viene alzato. Già: il Comune ci ritenta. L’amministrazione comunale l’ha ribadito in conferenza stampa.

«È una giornata importante –ha detto il sindaco Bonanno– perché arriviamo ad un punto cruciale di un lavoro politico ed amministrativo, soprattutto nell’ultimo anno, svolto insieme con la terza commissione consiliare ed il Consiglio Comunale. Prepariamo un bando (pensiamo di pubblicarlo a giugno) con criteri più appetibili per gli artigiani: 22,10 euro a metro quadro, cioè la metà rispetto al vecchio bando».

Per il primo cittadino, l’assenza di una zona artigianale a Biancavilla è paradossale, visto che le Partite Iva del settore, in paese sono più numerose che nei comuni vicini.

«L’iter per il progetto era cristallizzato da anni, ma c’è stato un fronte comune per sbloccarlo», ha sottolineato l’assessore allo Sviluppo economico, Giorgia Pennisi.

«Un progetto che parte da lontano e sul quale si è sempre speso il Centrodestra, schieramento che adesso lo porta a compimento», ha invece evidenziato Vincenzo Amato, in qualità di componente della commissione consiliare.

Parole impegnative, quelle degli amministratori comunali. Se avranno riscontri (o se invece si riveleranno banale retorica, come quella dei loro predecessori), si vedrà a fine estate, sulla base dell’interesse dimostrato dagli artigiani.

I criteri decisi dal Consiglio Comunale

Certo è che per arrivare a questo punto è stato necessario un lavoro “dietro le quinte” del Consiglio Comunale. Il presidente Marco Cantarella: «Ricordo che c’è stata un’importante attività all’epoca dell’amministrazione Cantarella per la zona artigianale. Adesso raggiungiamo risultati di enorme valenza. Il progetto è stato un cavallo di battaglia del consigliere Giardina, che per primo l’ha posto in questa consiliatura. Si è giunti alla modifica del regolamento per l’assegnazione dei lotti, grazie all’intera assise. E ora attendiamo il bando».

Oltre a prezzi più accessibili, l’assemblea cittadina ha introdotto pure requisiti premiali per gli artigiani che ambiscono ad un lotto. Saranno avvantaggiate imprese di Biancavilla, quelle con maggior numero di dipendenti, in regola con le posizioni contributive e quelle che vantano più anni di attività. Altro criterio premiale riguarderà le ditte che, svolgendo lavori insalubri o inquinanti, si sposteranno dal centro abitato a “Sciammarita”. Concorreranno ad un più alto punteggio anche le imprese artigiane con impianti a risparmio energetico e strutture in bioedilizia.

Tutti presupposti che, nelle intenzioni del Consiglio Comunale che li ha inseriti in regolamento, dovrebbero attrarre le istanze degli artigiani. Ma solo quando (e se) verranno completate le assegnazioni, “Sciammarita” potrà essere ripulita dall’antica macchia dello scandalo per sostituirla con un’insegna ideale di sviluppo economico sano ed ordinato.    

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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