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Coronavirus, vertice a Biancavilla su movida, scuole, mercato e referendum

Il sindaco: «Le misure di prevenzione e sicurezza vanno incentivate ancora con più convinzione»

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La movida e l’avvio dell’anno scolastico, la prossima consultazione referendaria ed il mercato settimanale. Sono alcuni degli aspetti affrontati, in relazione alle misure sull’emergenza coronavirus, nel corso di un vertice, tenutosi al Centro Operativo Comunale, voluto dal sindaco Antonio Bonanno con rappresentanti delle forze dell’ordine, della polizia municipale e della protezione civile.

«L’attenzione sul fronte Covid-19 resta alta alla luce anche dell’ultimo caso di positività riscontrato nella nostra città», ha detto il primo cittadino, riferendosi al contagio accertato a Biancavilla su un ragazzo di 19 anni rientrato da Malta, dove aveva trascorso le vacanze con un gruppo di amici.

«Le misure di prevenzione e sicurezza vanno incentivate e sostenute con ancora più convinzione: mascherina, distanza interpersonale, risciacquo delle mani. Tutto questo, perché l’emergenza non è affatto finita. Al contempo, abbiamo stabilito –prosegue Bonanno– di mantenere accesi i riflettori su momenti potenzialmente critici come quelli del mercato settimanale e della movida. E mi duole dare conferma che le consuete e tradizionali manifestazioni pubbliche legate alle Feste patronali, quest’anno non potranno aver luogo. Rimarranno ovviamente le funzioni religiose di sempre.  Credo che in primis dobbiamo rispondere al nostro senso di responsabilità. In queste condizioni, del resto, c’è ben poco da festeggiare».

All’incontro, presenti, oltre che il delegato della Croce Rossa, Salvo Pulvirenti, anche l’assessore alle Politiche scolastiche, Francesco Privitera, che ha riunito ancora una volta i dirigenti scolastici degli istituti di Biancavilla per affrontare le criticità, quantomeno di competenza comunale.

«Altre attenzioni le stiamo rivolgendo allo svolgimento del Referendum che si terrà domenica 20 e lunedì 21 settembre. Non è ancora finita. Stringiamo i denti, non rinunciamo alla nostra quotidianità ma facciamo la nostra parte e ne verremo fuori. Non serve a nessuno –ha puntualizzato Bonanno– diffondere allarmismo ma occorre affrontare con tenacia un’emergenza che ci vede tutti, riprendendo le parole del Pontefice, “sulla stessa barca”».

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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