Cronaca
Inchiesta antimafia “Città blindata”, Panebianco rimesso in carcere
Provvedimento del Tribunale di Catania eseguito dai carabinieri della Compagnia di Paternò
Era stato messo agli arresti domiciliari per ragioni familiari. Ragioni che ora sono venute meno e per questo è stato riportato in carcere. Il provvedimento restrittivo, emesso dal Tribunale di Catania, è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò nei confronti di Vincenzo Salvatore Panebianco, 30enne di Biancavilla.
L’uomo è indagato, nell’ambito del fascicolo “Città blindata”, per associazione di tipo mafioso, detenzione illecita di armi e munizionamento clandestino, oltre a ricettazione aggravata in concorso. È ritenuto dagli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania appartenente agli ambienti mafiosi di Biancavilla.
Venuti meno i motivi legati alla sfera familiare che avevano convinto i giudici a concedergli gli arresti domiciliari, l’uomo, assolte le formalità di rito, è stato trasferito nel carcere di Catania Bicocca.
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Cronaca
Ai domiciliari la donna che ha aggredito la pediatra: ecco i motivi della violenza
La 26enne di Adrano sottoposta al braccialetto elettronico, i carabinieri svelano le ragioni della sua ira
A distanza di quattro giorni dall’aggressione subita dal personale dell’ospedale di Biancavilla arriva una nota della sala stampa dei carabinieri che chiarisce qualche aspetto della vicenda. I militari hanno arrestato una donna 26enne di Adrano perché si era scagliata contro una pediatra, ferendo pure un infermiere e una guardia giurata.
I carabinieri della locale stazione, bloccata e messa in sicurezza la donna, hanno quindi iniziato ad ascoltare i testimoni per ricostruire la vicenda e comprendere il motivo di quell’aggressione. Le indagini hanno appurato che la giovane, madre di due figli, aveva da poco ricevuto una notifica per l’avvio di accertamenti per la verifica della sua idoneità genitoriale.
Convinta che tali controlli fossero scaturiti all’esito di una visita medica eseguita dalla pediatra a favore dei suoi figli, la 26enne aveva, dunque, messo in atto la propria ritorsione. Ha raggiunto così la professionista sul posto di lavoro, dove l’aveva minacciata e percossa, coinvolgendo nella sua ira tutti coloro che erano intervenuti a supporto del medico.
La 26enne portata prima nel carcere di piazza Lanza, a Catania, adesso, su disposizione dell’autorità giudiziaria si trova ai domiciliari con controllo tramite braccialetto elettronico. Dovrà rispondere dei reati di lesioni personali a pubblico ufficiale e personale sanitario e danneggiamento.
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