Connettiti con

Detto tra blog

Quella censura “razziale” nei confronti del poeta dandy

Pubblicato

il

Blog Alessio Leotta

Facendo una breve analisi storica del nostro paese su aspetti di razzismo o di censura, balza agli occhi come si siano comportati i cittadini biancavillesi nei confronti del poeta futurista Antonio Bruno. Ancora oggi permane la dimenticanza nei confronti del Bruno, dimenticato e trascurato dall’attuale amministrazione comunale come scritto mesi fa.

Bruno era un artista futurista, elogiato dal Verga e da altri letterati, riscoperto e riletto relativamente da poco per le sue importanti traduzioni utilizzate da diversi autori. Il poeta dandy a Biancavilla ha subìto una vera e propria censura-razziale. Il tutto perché era uno “storpio” e perché aveva osato togliersi la vita.

Forse ci sta altro dietro queste affermazioni, molti cittadini ad inizio del ‘900 erano analfabeti e trascorrevano la loro vita dedicandosi interamente alla campagna, si sposavano, si accoppiavano e poi sempre e ancora campagna: questa era la realtà della vita a Biancavilla.

Si contrapponeva la figura di un giovane che era irrequieto, studioso, ingegnoso e anche curioso conoscitore del mondo e della letteratura ma storpio. La gente aveva invidia del suo status sia sociale che culturale ed ecco che iniziavano a schernirlo e a deriderlo.

Il giovane poeta, malgrado molto nostalgico, tornerà di rado al suo paese natio. Il razzismo dei biancavillesi e l’ipocrisia di dire jesuischarlie sono in totale contraddizione tra loro. Non si è razzisti solo contro il colore della pelle o contro le etnie. Si è razzisti anche contro chi ha dei deficit fisici o si trova in diverso status culturale, come più volte sottolineato dal mio amico Carmelo, che quotidianamente affronta la sua battaglia contro l’ignoranza “galoppante” che condiziona molta gente.

Sul Bruno si è attuata oltre ad un’azione razzista, anche una reazione discriminatoria culturale. Lui stesso chiamava Biancavilla “natio borgo selvaggio” sia per la sua bellezza naturale che per gli “esseri selvaggi” che la popolavano.

Forse tra qualche anno gli altri leggeranno ancora le sue traduzioni ma dai biancavillesi verrà definitivamente dimenticato questo poeta futurista. Forse qualcuno si sentirà in colpa della censura culturale che si è fatta in passato e che permane per molti aspetti ancora oggi, o forse qualcuno riempirà ancora la sua bacheca di facebook con scritte per la libertà di espressione. Io ho fatto la mia scelta, sono a favore della cultura e degli ultimi: Je suis Antonio Bruno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Detto tra blog

Il vuoto ideologico e le radici recise: limiti della Sinistra biancavillese

Le parole chiave del Pd? Sono diventate quelle di una certa Destra: decoro, ordine e sicurezza

Pubblicato

il

Riparto dalle interessanti considerazioni di Rosario Di Grazia a proposito dell’anomalia elettorale biancavillese, raccogliendone il testimone virtuale. Rileggere oggi Calamandrei, come ci invita a fare, genera un immediato senso di sollievo, seguito però da una vertigine, a tal punto è lontana la realtà ideale dallo stato di cose attuale. L’impietosa fotografia di una competizione elettorale “squilibrata” – alla quale si aggiunge la clamorosa débâcle 5 stelle – mi sembra rispecchi in pieno un certo svuotamento ideologico delle (cosiddette) “opposizioni”, se non un vero e proprio “smottamento” verso destra. È un po’ triste vedere infatti come i temi caldi del confronto elettorale ricalchino gli stessi battuti dalla politica nazionale: ordine, sicurezza, decoro.

Tutti temi che, non me ne voglia il neo-candidato Ingiulla (a cui invio anzi i miei migliori auguri), restano punti di forza della Destra, perché esprimono le paure e le priorità di un elettorato conservatore. Ma chi tutela le fasce sociali deboli? Chi difende i Beni Comuni? E una forza politica che manca di queste parole d’ordine, a che titolo si definisce di “centrosinistra”? E in che misura funge da “opposizione”?

Oggi, di fronte alle bandiere della Destra, sotto alle quali si assiepano quelli che Ingiulla stesso definì “gruppi organizzati del consenso elettorale”, non sventola più nessuna bandiera rossa. La sinistra biancavillese – di cui proprio Ingiulla intonava il de profundis nel 2018 – sembra aver perso ogni contatto con le sue radici.

Che la politica locale non risponda alle ideologie è un tema noto. Tuttavia, credo che a furia di dirlo e ridirlo, stia diventando un comodo alibi per tutti. Invece io penso, o perlomeno mi piace pensare, che è proprio nei problemi concreti dell’elettorato che si devono mettere in campo gli ideali.

Ma la politica locale sembra invece vivere d’inerzia, come rassegnata a sé stessa, ormai perfettamente a suo agio in un clima “post-ideologico”. E senza più quel pudore minimo con cui mascherava le sue logiche clientelari.

Voler ricostruire l’opposizione in questo scenario è un compito arduo, e certamente lodevole, ma non può non passare attraverso il recupero fondamentale delle idee. Non basta limitarsi a ricompattare nuovi “gruppi organizzati di consenso” attorno a un nome. Il rischio è quello di far convergere il confronto elettorale non tanto sulle diverse “visioni di mondo”, quanto su una mera contrapposizione personale.

Mi torna alla mente, con una certa nostalgia, la campagna elettorale di 10 anni fa. In molti potranno convenire essere stata fra le più vivaci degli ultimi decenni. All’epoca, il nascente gruppo dei 5 stelle non aveva – questo era chiaro a tutti – nessuna clientela forte alle spalle, nessun “pacchetto” di voti da giocare. In una parola, non aveva alcuna speranza di inserirsi nella sfida fra Glorioso e Bonanno. Ma aveva qualcosa che a questi due mancava: idee nuove, entusiasmo e il coraggio (persino sfacciato) di mettersi in gioco democraticamente. E con la sola forza di queste idee contribuì a rivitalizzare una competizione elettorale altrimenti ingessata.

Resta emblematica la foto che ritrae le due sedie vuote di piazza Roma – quella dell’allora sindaco Glorioso e quella dell’attuale sindaco Bonanno – i quali si rifiutarono all’ultimo di incontrare la cittadinanza e gli altri candidati sindaci per un dibattito pubblico aperto. Qualcuno, evidentemente, aveva paura del confronto democratico. 

E sebbene all’epoca non si volesse/potesse dire, quella squadra ha avuto anche un altro merito che va riconosciuto. Quello di aver riacceso l’attenzione su tematiche profondamente di sinistra, dimenticate o tradite per lungo tempo proprio da chi avrebbe dovuto rappresentarle. Mi riferisco a temi come la difesa dei Beni Comuni, la salute, la sostenibilità ambientale, l’equità sociale.

Ecco alcuni dei grandi temi assenti nell’attuale campagna elettorale. Temi dai quali, chissà, forse Ingiulla potrebbe ripartire, rivolgendosi a quanti hanno a cuore un cambiamento degli equilibri sociali ed economici in paese, piuttosto di guardare a chi ha interesse a mantenere lo status quo.

Potrebbe parlare a quei ragazzi che sono andati via e dar loro un motivo valido per rientrare. Potrebbe parlare alle donne, ancora troppo spesso relegate in casa. O ancora, potrebbe parlare ai migranti, proponendo loro un’inclusione più attiva nella cittadinanza (magari ribadendo, a gran voce, che Biancavilla non si adegua alle vergognose politiche di questo governo!).

Ancora, piuttosto che parlare di sicurezza, potrebbe ricercare le radici del malessere sociale, guardando ai ragazzi come a forze future, e non solo come a pericolosi teppisti. La sicurezza, infatti, è solo fumo negli occhi. È il modo migliore per concentrarsi sugli effetti e mai sulle cause. Ma in questo c’è già la Destra ad essere maestra, come sperare di far meglio di lei?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere

I più letti

Nel rispetto dei lettori e a garanzia della propria indipendenza, questa testata giornalistica non chiede e rifiuta finanziamenti, contributi, sponsorizzazioni, patrocini onerosi da parte del Comune di Biancavilla, di forze politiche e soggetti locali con ruoli di rappresentanza istituzionale o ad essi riconducibili.