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Via Colombo, accuse su quei cancelli: il sindaco Glorioso annuncia querele

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I cancelli di via Cristoforo Colombo nell’immagine pubblicata dall’utente su Facebook

Sull’onda emotiva della rabbia per le demolizioni degli immobili abusivi, un post su Facebook getta ombre sulla abitazione dei genitori del primo cittadino. Glorioso: «Questo è fango di uno sciacallo sulla mia famiglia». 

di Vittorio Fiorenza

La rabbia per le demolizioni degli immobili abusivi ha sollevato un’onda emotiva che, su Facebook, ha portato a galla commenti indignati e rancorosi. Molti di questi sono stati rivolti ad amministratori passati e attuali per presunti e generici abusi edilizi da loro commessi. Il commento più palese e diretto, che in poche ore è stato cliccatissimo, oltre ad essere stato condiviso da almeno un centinaio di altri profili, è stato quello di un utente biancavillese che ha pubblicato la foto della cancellata di ingresso di via Cristoforo Colombo dell’abitazione dei genitori del sindaco Giuseppe Glorioso.

Un’immagine preceduta da un commento su presunti abusi commessi in anni passati. «Dove sorgono questi cancelli –scrive l’utente con tono indignato– ci dovrebbe essere la via Santo Rocco che inizia sotto la linea ferrata e continua sopra via Cristoforo Colombo, scavalcando i suddetti cancelli. Allora dico io, il sindaco invece di distruggere le case altrui perché non inizia a dare il buon esempio, togliendo ciò che di abusivo occupa una strada comunale?».

Un commento non gradito dal primo cittadino, che sul proprio profilo Facebook annuncia di avere dato mandato all’avv. Turi Liotta per presentare querela. «Da qualche giorno –scrive Glorioso– sul web, qualche sciacallo, con una certa supponenza, sta sputando fango sulla mia famiglia».

E poi entra nel merito della vicenda: «È stata data in pasto una notizia priva di qualsiasi fondamento, infarcita di gravissime calunnie, legata all’abitazione privata dei miei genitori. Dico chiaramente che non è mai stata compiuta alcuna “appropriazione indebita di suolo pubblico” (anche perché la zona era interamente dei privati), né è stata mai limitata la circolazione, così come non è mai avvenuta la chiusura di una strada pubblica. Infatti, la porzione di terreno, delimitata da recinzione (avvenuta nel 1969!) fa parte della proprietà privata. Così, i proprietari lasciavano tratti di terreno al solo fine di permettere l’accessibilità alle proprie abitazioni, come, del resto, è possibile vedere tutt’oggi in via Colombo. Con questo sistema di edificazione si è formata e consolidata una struttura urbanistica con intervalli di spazi pubblici aperti, lasciati alla fruizione libera come pubblico transito, e spazi privati chiusi con recinzione. Peraltro, non è stata limitata alcuna circolazione pubblica perché la via San Rocco si interrompe proprio all’intersezione con la via Colombo, mentre il tratto chiuso dalla recinzione (che, si ribadisce, è area privata) non è stato mai oggetto di pubblico transito. Ho ritenuto importante fare questa doverosa precisazione per sgombrare il campo da equivoci che qualcuno vorrebbe cavalcare, ai danni di una famiglia e della verità».

Qualche ora dopo la pubblicazione del messaggio del primo cittadino, il post incriminato è stato cancellato dall’autore. Lo stesso che ha poi rivolto pubbliche scuse, sottolineando che il post «è stato dettato dal dispiacere che ho avuto nel vedere abbattere le case (anche se costruite abusivamente) costruite con molti sacrifici». In riferimento alle precise accuse sulla presenza di quei cancelli: «Ho sempre saputo per credenze popolari che quella via doveva essere una intera in quanto continua oltre l’isolato. Ora, dopo quanto lei scrive capisco che lei e la sua famiglia non vi siete appropriati di nulla in quanto proprietari del terreno. Vi chiedo scusa».

Un gesto che, se la querela dovesse essere formalizzata, non fermerebbe l’azione penale. Un’azione che –ha puntualizzato Glorioso– vuole venga esercitata anche nei confronti di quanti hanno condiviso il post, moltiplicandone quindi la diffusione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Politica

Segreteria Pd, l’elezione contestata: ricorso rigettato, in attesa di altri due

Il partito resta dilaniato su Vincenzo Cantarella, il gruppo antagonista ribadisce: «Irregolarità»

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La Commissione di Garanzia del Partito democratico di Catania ha stabilito la regolare elezione di Vincenzo Cantarella alla guida della sezione di Biancavilla. L’organismo ha respinto così il ricorso presentato da un’ala del partito, che aveva definito «una farsa» l’esito di quella elezione. I retroscena della vicenda erano stati svelati e raccontati da Biancavilla Oggi, dopo le dimissioni di Giuseppe Pappalardo, di cui Cantarella è diretta prosecuzione.

La decisione della commissione provinciale di garanzia è stata resa nota, ora, dallo stesso Cantarella. «Per mia onestà intellettuale – evidenzia lui – comunico che, gli stessi iscritti, non contenti, hanno trasmesso un nuovo ricorso, questa volta alla commissione regionale e nazionale Pd, contro la suindicata-circostanziata recente decisione, della uguale commissione di garanzia provinciale. E non paghi, forse alla fine nel 2025, faranno ricorso pure alla Commissione europea per i “diritti umani”».

Da parte sua, il gruppo antagonista, in una nota firmata “Democratici per Biancavilla”, ribadisce le irregolarità sul nuovo segretario, chiedendo una nuova elezione all’insegna dell’unità. «Restiamo fiduciosi – specificano – che i nuovi ricorsi presentati ai livelli superiori offriranno un’analisi più approfondita e soprattutto imparziale delle irregolarità segnalate». E aggiungono: «Proprio per garantire una partecipazione responsabile e trasparente chiediamo che l’elezione del segretario venga rivista, così che tutti gli iscritti possano riconoscersi pienamente nelle istituzioni del nostro partito».

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