Editoriali
Saremo l’altra informazione: cani da guardia e non da compagnia

Potremmo non aggiungere nulla. Lasciare la pagina bianca. E riempirla giorno dopo giorno con l’esempio concreto e non astratto del nostro lavoro di cronisti e liberi osservatori al servizio esclusivo dei lettori. Il titolo dice tutto. Non è un motto. Né uno slogan. È il programma di questo giornale online, che appare per la prima volta sui vostri pc, tablet e smartphone e che potrete seguire anche attraverso i canali “social”. È la sintesi della linea editoriale di Biancavilla Oggi. È l’impegno nei confronti di chi vorrà tornare su queste pagine perché magari, in esse, troverà l’attrazione per un appuntamento di lettura quotidiano.
L’informazione dedicata a Biancavilla è, oggi, insufficiente, sbrigativa, superficiale. E quella che potrebbe disporre di spazi e mezzi, preferisce campare di rendita, stando attenta ad evitare approfondimenti che potrebbero urtare la sensibilità del potere costituito. L’informazione che scodinzola a tutti e non abbaia a nessuno: esattamente quella che non ci piace. Ve ne proponiamo un’altra, rivolta interamente a questa nostra comunità, alla denuncia dei suoi aspetti degradanti, al racconto dei suoi lati migliori. Un investimento con prospettive di fatturato zero, in termini economici. Ma senz’altro un atto d’amore per la città in cui viviamo che – vogliamo sperare – verrà ripagato dalla riconoscenza per volerci impegnare in quell’irrinunciabile esercizio di libertà, poco praticato dalle nostre parti, svincolato da opportunismi, interessi e convenienze.
No, non ci rivolgiamo a tutti. Vogliamo intercettare soltanto quei biancavillesi di radicato spirito libero e critico, che prediligono l’informazione sul web perché non si fidano di quella televisiva e ritengono quantitativamente carente quella su carta stampata. Ci rivolgiamo a quei biancavillesi curiosi e rigorosi, esigenti ed intransigenti, che non si accontentano della facciata ma pretendono una visuale che vada oltre le mura dell’ufficialità.
Perde tempo chi si dedica al giochetto dei dietrologi per capire chi c’è alle nostre spalle, chi ci finanzia, chi ci detta cosa e quando scrivere. Siamo editori di noi stessi. Punto. Anche con il giochetto delle etichette perdete tempo: catalogarci a destra o a sinistra, filo-renziani-berlusconiani-grillini, pro o contro Glorioso, amici e nemici “di”. Insomma, questi adesivi non appiccicano più. E poi –per inciso– dovremmo riconoscere l’esistenza di schieramenti che si contrappongono radicalmente per nobili cause. Sarà per nostro limite, ma non vediamo né gli uni né le altre. Nell’attesa, quindi, non staremo né di qua né di là. Staremo al di sopra, per potere planare sui vuoti della politica e sulle macerie della decadenza istituzionale, sul deserto della partecipazione democratica e sulle paludi dell’assenteismo culturale e sociale, e potere raccontare ciò che altri neanche intravedono perché non stanno al di sopra, ma in mezzo.
Solo belle parole? Noi ci crediamo. Da sempre. C’è un modo, tuttavia, per potere essere coerenti con questi intenti. Uno ed uno solo. È, al di là di qualsiasi dichiarazione che possa sembrare chiacchiera retorica, l’unica garanzia di autonomia ed indipendenza tangibile e certa che possiamo offrire ai nostri lettori. Convinti che gli interessi economici nella commistione tra informazione locale ed istituzioni comunali inquinino la libertà di stampa e compromettano la credibilità dell’informazione stessa, Biancavilla Oggi assume un impegno preciso. Quello di non chiedere e di rifiutare qualsiasi forma di contributo, finanziamento, sponsorizzazione o patrocinio oneroso da parte dell’Amministrazione Comunale di Biancavilla. O di qualsiasi altro soggetto che possa fare percepire un nostro pur ipotetico cedimento a questi dettami. Ci dichiariamo devoti di quel giornalismo che assegna al giornalista un solo ed unico ruolo: quello di oppositore del potere. Altrimenti si è tromboni, reggi microfono, addetti alla propaganda, messaggeri promozionali. Un’altra cosa.
Faremo, dunque, i giornalisti. Saremo, cioè, oppositori. Nel senso deontologicamente nobile del termine. All’interdipendenza esistente tra informazione locale e Palazzo, sostituiremo la trasparenza e la separazione dei ruoli. Alla cronaca e al racconto dei fatti con imparzialità, affiancheremo –segnalandoli chiaramente ai lettori– i commenti, le opinioni, le analisi e le prese di posizione, mai precostituite ma manifestate su atti, episodi, comportamenti pubblici.
Pur rivendicando un’identità di rigore e di denuncia, soprattutto sul fronte dell’etica pubblica e della cultura della legalità, non saremo un fortino e non ci chiuderemo sulle nostre convinzioni. Ecco perché fin da adesso dichiariamo aperte le nostre porte e potete trovare un primo gruppo di blogger con interventi liberi sui molteplici aspetti della vita biancavillese. Persone più o meno note, di età, esperienze professionali, impegno sociale, sensibilità culturali ed orientamento politico diversissimi. Un’ulteriore garanzia di pluralismo che consentirà di accogliere punti di vista variegati, a cominciare da quelli distanti od opposti alla linea del giornale. Non temiamo la contestazione, la polemica feroce, l’altrui pensiero o le altrui vedute. Ci preoccupa, piuttosto, la morte sociale, politica e culturale a cui da anni Biancavilla è ridotta con un’opinione pubblica inesistente e una vivacità civile e sociale pari a zero, che inevitabilmente si riflettono su una classe dirigente e politica modestissima, inadeguata, timida e passiva agli eventi.
C’è, insomma, una Biancavilla, quella di oggi, da raccontare e vivisezionare con il contributo di voci, finora emarginate, che invece meritano una tribuna perché il dissenso eventuale non può prescindere dall’ascolto iniziale. Riteniamo fondamentale pure il contributo di ognuno di voi lettori, attraverso i vostri commenti, le vostre segnalazioni o altre forme di collaborazione attiva, nel segno del citizen journalism. Chi preferisce un’informazione accomodante, rassicurante e sempre plaudente, eviti queste pagine, se non vuole deglutire bicchieroni di Biochetasi, e opti per canali che infondano serenità e letizia. Nella limitatezza dei nostri mezzi e delle nostre risorse, noi faremo altro. Saremo cani da guardia e non da compagnia. Come sempre deve essere.
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Editoriali
Nel Consiglio del 15-1, l’opposizione va garantita (anche) tramite… una firma
Ma i numeri impietosi non siano un alibi di inconcludenza: la democrazia cittadina non è in pericolo

La nuova geografia consiliare di Biancavilla, tracciata dopo l’esito plebiscitario a favore di Antonio Bonanno, ha una mappa senza precedenti: 15 componenti alla maggioranza e soltanto 1 alla minoranza. Un quadro sbilanciato, evidentemente. Ma non è il frutto di un golpe. È il risultato democratico determinato da regole e meccanismi democratici, sulla base del voto popolare, espresso peraltro con un’affluenza superiore al 63%.
Al di là della volontà – fin troppo chiara – manifestata dai biancavillesi, va riconosciuto che il nuovo assetto dell’assemblea cittadina, convocata oggi, alle ore 20.30, per l’insediamento, fa emergere conseguenze pratiche e necessità operative che mai prima d’ora si erano verificate. Necessità, nella dialettica e nelle dinamiche consiliari, a cui vanno date risposte immediate.
Un esempio? Per presentare una mozione, il regolamento prevede che l’atto, se si vuole mettere in discussione, debba essere firmato da almeno due consiglieri comunali. Ne deriva che l’attuale minoranza sarà oggettivamente impedita a poterlo fare. Certo, una mozione dà un indirizzo all’amministrazione comunale, ma non pone alcun vincolo: spesso ha solo un valore simbolico o di mera testimonianza.
Non a caso, la prassi, nelle sei consiliature, è che il 99% delle mozioni – anche quelle approvate all’unanimità – siano state poi disattese dalla Giunta e dal sindaco di turno. All’epoca di Pietro Manna, tutti i consiglieri votarono una proposta di Nicola Tomasello e Vincenzo Cantarella per dare la cittadinanza onoraria a Rita Levi Montalcini. L’amministrazione se ne infischiò dell’illustre scienziata Premio Nobel. Stessa sorte, più recente, per la proposta di Alfio Distefano e Dino Asero tesa ad intitolare una via a Peppino Impastato: nonostante l’atto sia passato all’unanimità, nella toponomastica non c’è menzione del militante di Democrazia Proletaria, morto ammazzato per mano mafiosa.
Se è vero che il tenore delle mozioni trattate nell’ultimo quinquennio abbia avuto un livello elementare imbarazzante (inferiore alle discussioni del baby-Consiglio), è innegabile che si tratti di uno strumento utile. Se ben usato, può innescare la discussione in aula, denunciare e dibattere questioni di ampio interesse, porre tematiche all’attenzione dell’opinione pubblica, indicare soluzioni e suggerire un indirizzo (a prescindere dall’effettiva ricezione dell’organo esecutivo).
Una funzione di cui il Partito Democratico, in questo Consiglio Comunale, risulta privato di fatto. Stesso “impedimento” varrebbe in linea teorica per altre due forze mono-rappresentate: Movimento per l’Autonomia e “Noi per Biancavilla”. Ma loro stanno nella comfort zone della coalizione di governo, mentre l’esigenza impellente – lo si comprende facilmente – riguarda la minoranza, dunque il Pd.
Come risolvere questo vuoto? Una maggioranza bulgara, come quella attuale, deve avvertire l’opportunità di mettere mano al regolamento per consentire proposte a firma singola. Nell’attesa della modifica, la coalizione di Bonanno può dare dimostrazione di maturità istituzionale, “prestando” una firma in bianco al consigliere solitario del Pd affinché gli sia consentita la trattazione dell’atto. Resta inteso che poi può essere emendato o anche respinto. Ma la discussione dev’essere garantita. Ebbene sì, il rispetto della minoranza passa anche attraverso… una firma.
Un simile gesto avrebbe più valore di affidare all’opposizione – per garbo istituzionale, secondo le intenzioni del sindaco Bonanno – la vicepresidenza del Consiglio. Una carica inutile sul piano operativo, che non attribuisce alcuna prerogativa supplementare. Un ruolo che entra in esercizio solo quando il presidente è impedito da una febbre autunnale o si allontana dall’aula per andare a fare pipì.
Detto questo – lo sottolineiamo con altrettanta chiarezza – non vediamo pericoli per la democrazia cittadina. Il palazzo comunale, per sua natura, è il luogo più trasparente, nel quale risulta impossibile nascondere o camuffare alcunché. E poi, è facile e fisiologico prevedere, in una maggioranza così larga, la creazione di una “opposizione” intestina.
Non impressioni più di tanto, quindi, la sproporizione del 15-1. D’altra parte, il precedente Consiglio Comunale era partito con ben 5 oppositori, poi ridotti a 3. Ma sono stati gli oppositori più muti e assenti di sempre, al punto da non presentare nemmeno emendamenti al bilancio, che costituiscono l’abc dell’attività consiliare. Un’imperdonabile e scandalosa violazione del patto “sacro” con i propri elettori per un “mandato di opposizione” non esercitato nell’ultima consiliatura (a parte qualche lampo nella fase finale).
Non si usino, perciò, i numeri come alibi di eventuale inconcludenza: dai banchi della destra, a contrapporsi alla prima Giunta Manna, c’era solo Vincenzo Randazzo (oggi diventato assessore), il quale dava filo da torcere con puntuale capacità e martellante presenza, nonostante lo strapotere dell’allora primo cittadino.
Il Pd biancavillese deve, quindi, dimostrare di essere all’altezza del difficilissimo lavoro d’aula, come a parti inverse faceva Alleanza Nazionale quasi trent’anni fa. Ma è bene specificare che il suo vero problema è visceralmente e drammaticamente sociale, prima ancora che politico. È una forza che – fuori dal Palazzo – è chiamata ad una profonda rifondazione per ritrovare l’identità perduta, rimediare alle umiliazioni patite, riconnettersi all’elettorato progressista ed uscire dall’irrilevanza in cui è ridotta (da anni, non da ora). Perché, altrimenti, il passo successivo è l’estinzione.
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Enzo Meccia
10 Settembre 2014 at 9:01
Di certo ogni buona iniziativa va incoraggiata ed elogiata per quello che dà e che potrà dare alla comunità biancavillese. Auspico, pertanto, a questo giornale on line “Biancavilla – Oggi” lunga vita ricca di utili e preziose notizie da offrire alla comunità.
Auguro a questo periodico tanti successi e prestigiosi traguardi che in gergo giornalistico significano scoop e quant’altro.
Del resto considerato che la direzione del giornale è di Vittorio Fiorenza, giornalista che non ha bisogno di presentazione, sono certo che il periodico riscuoterà tanto successo.
Continuo a chiamarlo periodico anche se periodico non è, considerato che si avvale di aggiornamenti costanti, possiamo dire – parafrasando una vecchia trasmissione sportiva – che si tratta di un “Tutto Biancavilla minuto per minuto”.
Tanti auguri Vittorio a te e a tutto lo staff che ti collabora!
Giuseppe Drago
24 Agosto 2014 at 18:05
Sono felicissimo che i giovani Biancavillesi si sanno muovere bene, anche se circondati da tanti Aligatori , complimenti .