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Il Consiglio detta la linea a Glorioso: «Agisca contro gli impianti dei rifiuti»

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Passa l’ordine del giorno presentato da Forza Italia ed Alternativa popolare: in maniera formale, l’Aula è contraria agli insediamenti nella zona a sud del paese. La decisione va comunicata alla Regione. Scartata la proposta del sindaco che suggeriva varianti al Piano regolatore.

 

di Vittorio Fiorenza

Il Consiglio Comunale di Biancavilla si è espresso in maniera netta: bisogna impedire la realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti nella zona agricola di Piano Rinazze. Passa così la linea dettata dai gruppi di Forza Italia ed Alternativa popolare, promotori della seduta urgente e straordinaria e di un ordine del giorno a tutela di produttori e commercianti dell’area a sud del paese. L’atto, che era stato annunciato da Antonio Bonanno (il primo a sollevare il caso), è passato all’unanimità dei 14 presenti e con l’assenza di Fratelli d’Italia (favorevole agli impianti ma non a Rinazze) e di 5 consiglieri di maggioranza.

L’assemblea, così, «impegna l’amministrazione affinché adotti con urgenza tutti gli interventi per impedire la realizzazione di questi impianti». Si chiede «all’ufficio tecnico di voler rivedere il parere urbanistico positivo, già espresso» nei confronti della società Greenex, che ha in progetto un sistema a multi-combustione per trattare rifiuti solidi urbani ed organici allo scopo di produrre elettricità e compost. Decisioni che dovranno essere inviate all’Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente e agli altri enti coinvolti.

In fase iniziale, il sindaco Giuseppe Glorioso aveva chiesto di inserire nel documento un punto: «Incaricare l’amministrazione comunale di avviare con urgenza il procedimento di variante al Prg adottato dal commissario, al fine di chiarire che non è ammesso l’insediamento nel territorio comunale di impianti di tipologia in questione». Proposta che dall’opposizione, in una reazione a voce alta, Vincenzo Amato di Forza Italia ha bollato come «strumentale». L’atto è stato approvato, quindi, senza il suggerimento del primo cittadino, ma così come proposto. Una sola postilla aggiunta dalla maggioranza per ribadire che Rinazze deve mantenere la sua vocazione agricola.

L’azione del “Comitato Rinazze”, intanto, prosegue: consultato l’avv. Gaetano Armao, che potrebbe essere incaricato formalmente per affiancare il raggruppamento di commercianti ed imprese.

C’è, infine, un altro dettaglio chiarito: Massimo Rosso, presidente della Srr di Catania (società per la regolamentazione della gestione dei rifiuti erede dei vecchi Ato) ha specificato l’estraneità dei progetti di Rinazze rispetto al piano d’ambito, peraltro già definito. La Srr non è stata investita della tematica e non dovrà esprimere parere tecnico. Graziella Ligresti, Giuseppe Lo Bianco ed Anna Bonforte, per conto del gruppo della “Strategia Nazionale Aree Interne”, hanno comunque chiesto l’acquisizione degli atti ufficiali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 Commenti

2 Commenti

  1. Alba

    23 Giugno 2017 at 12:30

    Un sindaco che cerca la variante?? Ma non ha capito un cazzo!!! Poi dico….ma erano solo in due..a sapere di questo progetto?? Ma prima tutta la giunta non gli hanno dato l’ok al progetto?? Ora si ritirano dal loro pensiero solo perché la cittadinanza li ha messi con le spalle al muro??? CHE Si DIMETTA Questo SINDACO

  2. alfio

    21 Giugno 2017 at 19:42

    Speriamo sia un capitolo definitivamente chiuso questo, un territorio già afflitto dall’amianto non poteva concedersi anche il “lusso” di insediamenti del genere. Ai “signori” Biancavillesi illustrissimi che hanno comprato quei terreni proprio per tale scopo vorrei dire solo una cosa: ci avete provato, pazienza, sarà per un’altra volta.

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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