Cronaca
Pizzo all’agenzia di pompe funebri, il pm chiede 50 anni di reclusione
Unificati i procedimenti con rito abbreviato scaturiti dai blitz “Onda d’urto” e “Reset”
Per i presunti estortori dell’agenzia di pompe funebri Arena di Biancavilla – i sette che stanno seguendo l’abbreviato davanti al Gip Giuliana Sammartino – arrivano le richieste di condanna. La pena più alta, il pubblico ministero Andrea Bonomo, l’ha avanzata per Alfio Monforte: 9 anni e 4 mesi di carcere. Da dietro le sbarre, l’imputato ha sbraitato contro il magistrato, al punto che il giudice lo ha richiamato.
Anche per il figlio Vincenzo è stata chiesta una condanna di peso: 7 anni e 4 mesi di reclusione. Le altre richieste riguardano Vincenzo Panebianco (6 anni e 8 mesi), Gregorio Gangi (6 anni), Carmelo Vercoco (6 anni), Fabio Amoroso (5 anni) e Alfio Muscia (4 anni).
Gli imputati (chieste pure multe per 6mila euro) erano stati arrestati nelle operazioni dei carabinieri “Onda d’urto” (dicembre 2016) e “Reset” (aprile 2017).
I due procedimenti sono stati unificati dal Gip Sammartino. D’altra parte, gli ambiti sono gli stessi. La parte lesa è l’agenzia funebre tartassata per anni –secondo gli atti– con la richiesta di pizzo e di spartizione degli affari. Il primo blitz è scaturito dalla collaborazione di Luca Arena, il secondo si deve al fratello Giuseppe. Due giovani imprenditori, ora testimoni di giustizia, costretti a lasciare Biancavilla e vivere sotto protezione.
La sentenza sarà pronunciata il 16 ottobre. Altri nove imputati seguono il rito ordinario, mentre per altri tre soggetti coinvolti si è in fase di richiesta di rinvio a giudizio.
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Cronaca
Ubriaco alla guida della sua auto, denunciato giovane di Biancavilla
È successo al centro di Catania: sottoposto all’alcoltest, il 23enne era anche barcollante
Un 23enne di Biancavilla è stato sottoposto a controllo e all’alcoltest, nelle vie del centro di Catania, da parte dei carabinieri del Nucleo Radiomobile. Il giovane, in piena notte, sfrecciava alla guida di un’auto di grossa cilindrata
Quando i militari gli hanno chiesto di scendere dal veicolo, il conducente barcollava. Non riusciva nemmeno ad esprimersi correttamente perché aveva la bocca “impastata”, come solitamente accade a chi abusa di alcolici.
L’etilometro ha confermato ciò che i Carabinieri avevano già compreso: il ragazzo aveva un tasso alcolemico pari a 0,99 grammi per litro, ovvero superiore alla soglia di 0,8 g/l prevista dal Codice della Strada.
Per questo motivo è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria e la sua auto è stata affidata all’amico che viaggiava con lui, che non aveva bevuto alcolici.
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salvatore
25 Settembre 2017 at 18:51
praticamente tra la buona condotta e richieste di riesame varie, anche se condannati, potrebbero ottenere i domiciliari dopo un paio di anni, e rimessi in libertà un altro anno, con 2 o 3 anni di carcere ciscuno, saranno liberi di ricominciare a flagellare tutti i nostri negozi, che disdetta.