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Cronaca

Risse in piazza e tra famiglie rivali a Biancavilla: scattano 20 “punizioni”

Eseguite dai carabinieri le misure di prevenzione con l’applicazione del cosiddetto “Daspo Willy”

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Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania ha eseguito oltre 20 misure di prevenzione personale (emesse dalla Questura), nei confronti di altrettanti soggetti che si sarebbero resi responsabili di gravi disordini e di condotte violente commesse in aree cittadine centrali, affollate da numerosi passanti ed avventori di ogni fascia d’età.

In particolare, i militari della Stazione di Biancavilla hanno notificato il cosiddetto “Daspo Willy” (che prende il nome da Willy Monteiro Duarte, il 21enne picchiato a morte nella notte tra il 5 e il 6 settembre a Colleferro) a 10 persone, tutte denunciate per “rissa aggravata” e “lesioni”.

Si tratta della violenta e prolungata lite avvenuta lo scorso 11 novembre nella centralissima Piazza Roma di Biancavilla, che ha visto contrapposte 2 famiglie, scaturita a causa della relazione sentimentale tra un giovane di origini marocchine e una ragazza albanese, osteggiata dalla famiglia di quest’ultima (comunicato dell’evento in allegato). Il provvedimento, per ragioni di pubblica sicurezza, vieterà loro l’accesso e lo stazionamento nei pressi dei locali pubblici e di intrattenimento di Biancavilla, ove si è appunto sviluppata la rissa. In caso di violazione delle disposizioni, è prevista la reclusione fino a 2 anni ed una multa fino ad €. 80.000,00.

Per un’analoga vicenda, gli stessi carabinieri di Biancavilla hanno inoltre eseguito ulteriori 12 misure di prevenzione di “Avviso Orale di Pubblica Sicurezza” nei confronti di altrettanti biancavillesi, deferiti per “rissa aggravata, lesioni, minacce e danneggiamento”, in relazione ad un altro scontro tra famiglie, avvenuto il 15 ottobre 2022 nel quartiere “Ardizzone” e successivamente presso l’ospedale di Biancavilla.  In quell’occasione la lite, avvenuta alla presenza di bambini e minorenni, utilizzando come armi, mazze da baseball e manici di scopa, sarebbe scaturita da una confidenza di una ragazza 22enne al proprio fidanzato, circa delle presunte attenzioni “morbose” che la stessa avrebbe subito dieci anni prima dallo zio.

Il provvedimento in questione prevede a carico dei destinatari l’obbligo di tenere una condotta conforme alla Legge, la cui violazione prevede l’applicazione della più stringente misura della Sorveglianza Speciale di P.S.

Le azioni intraprese dal Comando Provinciale Carabinieri di Catania si inquadrano nel quotidiano impegno dei militari dell’Arma volto a garantire a cittadini e famiglie, la serena fruizione degli spazi pubblici e dei luoghi di maggior aggregazione, nonché la possibilità di divertirsi in maniera sana e pulita. In tale contesto, l’attività di contrasto della Benemerita in tutta la provincia etnea alle condotte incivili, prevaricatorie e violente, come in questo caso le risse, diventa di assoluta rilevanza, tenuto conto che queste manifestazioni criminali sono spesso sfociate in gravi fatti di sangue, coinvolgendo anche vittime incolpevoli.

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Cronaca

Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro

Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»

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© Foto Biancavilla Oggi

Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.

Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.

La causa civile al Tribunale di Catania

Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.

Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.

Aperta la strada dell’indennizzo una tantum

Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.

«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.

«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».

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