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Cronaca

Biancavilla piange il primo decesso per Coronavirus: non ce l’ha fatta un 59enne

L’uomo era ricoverato all’ospedale “Garibaldi centro” di Catania, ne dà notizia il sindaco Antonio Bonanno

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«La notizia è triste. Brutta. Drammatica. A causa del virus, perdiamo un nostro concittadino di 59 anni che si trovava già in ospedale. Trovo inutile aggiungere parole, se non quelle che sono profondamente addolorato. Ma il mio dolore è nulla se paragonato a quello dei suoi cari. Ci stringiamo, tutti, idealmente alla famiglia».

È la comunicazione data via social dal sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno.

Si tratta di una delle cinque persone di cui si aveva avuto comunicazione del contagio, confermato dall’esito del tampone. L’uomo, a causa, delle sue condizioni, era stato ricoverato all’ospedale “Garibaldi centro” di Catania. Adesso, la notizia del suo decesso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Comment

1 Comment

  1. Beppe

    5 Aprile 2020 at 0:31

    Lascio un messaggio di cordoglio alla famiglia.
    Scusate se mi ripeto ma il Sindaco deve usare gli strumenti che la legge da ai sindaci in termini di ordine pubblico e per l’igiene pubblica.
    Importantissimo tracciare i vari contatti delle persone affette da covid 19 e a loro volta i contatti avuti da chi ha avuto contatto con queste ultime persone.
    Sindaco, la prego vivamente, di far fare più tamponi possibili per scoprire gli asintomatici, di certo presenti nel nostro comune, che hanno avuto contatti con le persone positive.
    Grazie per lo spazio
    Auguro al Sindaco un buon lavoro

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Cronaca

I fatti della fiera abusiva, parla la Lav: «Violenze inaudite, processo lacunoso»

Intervento del presidente nazionale della Lega Anti Vivisezione sulla sentenza del Tribunale di Catania

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© Foto Biancavilla Oggi

«Un atto di violenza inaudito, dove a farne le spese sono state due private cittadine, tra cui la responsabile di Lav Catania Angelica Petrina, “colpevoli” solo di essere intervenute a vario titolo in quella che doveva continuare ad essere, secondo i partecipanti, una indisturbata fiera abusiva di animali sotto gli occhi di tutti. Una storia in cui animali e umani vengono maltrattati dagli stessi individui, a dimostrazione di quanto ripetiamo da sempre. Chi agisce con violenza nei confronti degli animali di solito non ha remore a perpetrarla anche nei confronti degli umani, perché si sente invincibile e impunito».

A dichiararlo è Gianluca Felicetti, presidente nazionale della Lega Anti Vivisezione. Parole pronunciate a conclusione del processo con 17 imputati sui fatti di violenza avvenuti nell’ottobre del 2016 in via della Montagna, a Biancavilla, per la fiera abusiva del bestiame. Procedimento concluso con tre condanne per rapina ai danni di Angelica Petrina e dell’avv. Pilar Castiglia, che era intervenuta a difesa della prima. Per gli altri imputati, due assoluzioni. E poi prescritti i reati di lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale, maltrattamento di animali, minaccia aggravata, rifiuto in atti d’ufficio.

«Hanno voluto mettere – sottolinea la Lav – una pezza a qualcosa che non è rimediabile. Tutto il processo è stato lacunoso, con infinite lungaggini che hanno avuto un peso enorme sull’esito. La prescrizione per i reati di maltrattamento a danno degli animali fa rabbia, perché non porta giustizia, e le immagini di quanto accaduto quel giorno di quasi 10 anni fa invece parlano chiaro”.

Angelica Petrina, responsabile Lav Catania, aggiunge: «Ci sono state 3 condanne con pene irrisorie, ma hanno un elevato valore simbolico: significa che quel giorno ci sono state delle aggressioni e che sono stati riconosciuti dei colpevoli. Certamente ci aspettavamo di più». A seguito di quegli episodi, nessun raduno illegale si è più ripetuto a Biancavilla. È questo «l’unico risultato totalmente positivo di questa storia», evidenzia Petrina.

La posizione di Pietro Tomasello

A proposito della sentenza, scrivono una nota gli avv. Vincenzo Nicolosi e Giuseppe Milazzo, che hanno assistito Pietro Tomasello, assolto per rapina, in prescrizione il reato di lesioni personali.

I due legali si dichiarano soddisfatti «poiché da sempre convinti dell’innocenza del loro cliente». «La vicenda che ha coinvolto il sig. Tomasello – scrivono – è durata oltre otto anni ed ha portato con sé, oltre alla illegittima sottoposizione a un processo che lo vedeva del tutto estraneo, anche una conseguente gogna mediatica immeritata, che ha coinvolto non solo il Tomasello ma anche la sua famiglia».

Secondo i due legali «Tomasello ha avuto solo la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Niente di più, e la sentenza di primo grado lo ha confermato». Si attendono a metà maggio le motivazioni della sentenza per la valutazione di ricorrere in Appello. Gli avv. Nicolosi e Milazzo «non escludono anche un’ulteriore appendice giudiziaria, volta a tutelare l’immagine del loro assistito illegittimamente e strumentalmente danneggiato e coinvolto nella presente vicenda processuale».

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