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Editoriali

Lo schiaffo più doloroso, Bonanno fotocopia di Glorioso (con l’opposizione indifferente)

Il processo sulle aggressioni all’avv. Pilar Castiglia e all’attivista Lav Angelica Petrina: il Comune non sarà parte civile

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© Foto Biancavilla Oggi

EDITORIALE

C’è un filo rosso di vergogna che lega l’attuale amministrazione comunale a quella precedente. Non c’è alcuna differenza di azioni e posizioni tra Antonio Bonanno e Giuseppe Glorioso, tra gli schieramenti di ora e quelli dell’altro ieri. Tutti vigliaccamente silenziosi, schierati dalla parte sbagliata. Adesso è ufficiale: il Comune di Biancavilla non figurerà tra le parti civili del processo a carico di 18 imputati che, a vario titolo, sono coinvolti nei fatti della “fiera abusiva del bestiame” dell’ottobre 2016, quando due donne, l’avv. Pilar Castiglia e l’attivista Lav Angelica Petrina, vennero brutalmente aggredite, minacciate e rapinate.

Petrina aveva avuto la “colpa” di denunciare l’illegalità sconcertante: cosa che ogni anno, con gli occhi chiusi di amministratori comunali e forze dell’ordine, si presentava con una fiera abusiva, in pieno centro e in pieno giorno. L’avv. Castiglia aveva avuto il “torto” di chiedere aiuto e soccorrere la volontaria animalista, accerchiata da allevatori ed espositori improvvisati. Negli stessi momenti, un carabiniere, il maresciallo Guido Costigliola, era stato ferito a sangue alla testa (c’è un processo a parte), dopo essere intervenuto con un collega, supplendo i vigili urbani, assenti nonostante le ripetute richieste di aiuto.

Ebbene, per quei fatti, Biancavilla è saltata alle cronache come un paese da Far West, un paese di buzzurri e cafoni. D’altra parte, le immagini video che documentano quei momenti concitati (pubblicate in esclusiva da Biancavilla Oggi e finite nel fascicolo d’inchiesta) mostrano un vero e proprio festival dell’inciviltà e dell’illegalità con pezzi dell’autorità comunale, timidi e intimiditi.

Il danno di immagine che quegli eventi hanno procurato a Biancavilla è stato incalcolabile. Eppure, Glorioso non ha adottato alcuna delibera perché il Comune si costituisse parte civile nel processo e difendere così l’onore della città, oltre che per vicinanza alle persone aggredite. Avendo scelto, tutti gli imputati, il rito ordinario, i tempi si sono allungati e quindi Bonanno (che nel frattempo ha preso il posto di Glorioso) ha avuto la possibilità di riparare la gravissima indifferenza del suo predecessore, adottando lui, a tutela di Biancavilla, la delibera per nominare un legale in rappresentanza del Comune al processo. Non lo ha fatto. Una vergogna. Una macchia sul suo governo cittadino e sulla sua credibilità.

Gli annali della storia politica locale ricorderanno l’accoppiata Bonanno-Glorioso in questa scandalosa vicenda per avere fatto calare una cappa oscura sul senso comune che si ha della civiltà e della legalità. I rappresentanti istituzionali locali non siederanno a fianco alle due donne, vittime di quelle barbare aggressioni. Con quale faccia potranno intervenire nei dibattiti sulla violenza di genere, se la brutalità subita da Castiglia e Petrina (30 giorni di prognosi) non ha avuto alcuna loro considerazione?

È una spudoratezza. Indecente il silenzio, prima di Glorioso (che abbiamo contestato) ed ora di Bonanno (che qui contestiamo con maggiore vigore, essendosi proposto in discontinuità rispetto al passato): due sindaci che avrebbero dovuto urlare giustizia e tutelare l’immagine di Biancavilla, a nome di tutti i biancavillesi onesti. Invece non hanno avuto nemmeno il coraggio di motivare le proprie scelte.

Ma non sono i soli a dovere arrossire. C’è il mutismo assoluto dei consiglieri comunali, di maggioranza e, ancora più grave, di opposizione (“grillini” in primis, che avrebbero dovuto rappresentare il “nuovo”). Opposizione che, in un paese normale e se fosse all’altezza del ruolo, avrebbe dovuto portare all’angolo l’amministrazione comunale con una semplice mozione ed impegnarla a costituirsi al processo. Ma si sa, questi sono “argomenti delicati”, meglio farsela alla larga. Come hanno fatto pure “assessoresse” e consigliere: silenziose e indifferenti, altro che solidarietà femminile. Avrebbero potuto dare, in senso trasversale, una lezione di stile, di autonomia, di rigore: battere i pugni sul tavolo per non restare impassibili davanti ai pugni (quelli veri) scagliati sulle facce di Castiglia e Petrina, nella bolgia di via della Montagna. Un’occasione persa. Ma adesso ci sarà l’8 marzo: tutti in prima fila, un sorriso alla telecamera e via alla recita dell’ipocrisia.   

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Editoriali

Se Facebook “censura” ed elimina una notizia di cronaca: a noi è successo

Decisione presa da un algoritmo generato da chissà quale server: è la prima volta dal 2014

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Un cane aggredisce un giovane a Biancavilla, costretto ad essere trasportato al “Cannizzaro” ed essere medicato e suturato per le profonde ferite ad un avambraccio.

►LEGGI LA NOTIZIA

Una notizia di cronaca, che abbiamo raccontato con criteri giornalistici, dopo le dovute verifiche, secondo criteri professionali e deontologici del giornalismo. Eppure, Facebook la ritiene un contenuto che «viola i nostri standard della community in materia di spam».

Questa la “sentenza” (con automatica eliminazione del post che riportava il relativo link di Biancavilla Oggi), senza specificare come una notizia di cronaca possa essere in contrasto con le regole di un social che lascia passare, invece, contenuti decisamente discutibili.

È la prima volta che ci capita, dopo migliaia di contenuti condivisi sulla piattaforma in quasi dieci anni. E non c’è possibilità di “appellarsi” ad una decisione presa da un algoritmo generato da chissà quale server.

Prendiamo atto, ricordando ai nostri lettori che possono trovare tutti i contenuti, collegandosi direttamente alla Homepage, cliccare sulla sezione delle Ultime notizie oppure seguirci attraverso il nostro canale Telegram per avere gli aggiornamenti in tempo reale.

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