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Furti e senso di insicurezza: un fronte comune inascoltato

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La stazione dei carabinieri di Biancavilla

di Vittorio Fiorenza

Le statistiche della compagnia dei carabinieri di Paternò e quelle della stazione di Biancavilla dicono che gli episodi di microcriminalità, in base al numero delle denunce presentate, sono in diminuzione. Eppure, la percezione di insicurezza per furti, scippi e abitazioni messe a soqquadro dai ladri c’è e genera allarme.

Sia dal fronte della maggioranza che da quello dell’opposizione, negli ultimi mesi, ci sono state prese di posizione e richieste specifiche per portare la questione nel dibattito dell’aula consiliare e collocarla in una dimensione istituzionale con impegni ben precisi.

Nonostante questa trasversalità di intenti, non ci sono state reazioni in tale direzione né dall’amministrazione comunale né dal presidente dell’assemblea cittadina. La problematica, insomma, non è sentita come prioritaria, nonostante il diffuso senso di insicurezza dei cittadini che non può certo essere ridimensionato da fredde e burocratiche statistiche sulle denunce presentate dai cittadini.

L’opposizione: «Un pacchetto anticriminalità»
L’ultimo intervento politico in tale direzione è dello schieramento di Centrodestra, che ha presentato una mozione con richieste ben precise. Secondo la proposta di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Nuovo Centrodestra bisogna «chiedere la convocazione del comitato provinciale per l’ordine pubblico e coinvolgere la polizia locale programmando interventi anche notturni mirati al controllo del territorio, naturalmente intesi come straordinario degli operatori».

I tre gruppi consiliari propongono pure di «istituire una Commissione Consiliare con l’incarico di studiare le modalità per un coinvolgimento diretto di cittadini ed associazioni che volontariamente si rendono disponibili a collaborare con la polizia locale e con le Forza dell’ordine dello Stato nell’opera di sorveglianza e segnalazione di situazioni di pericolo».

Infine, si chiede di «istituire un pacchetto anticriminalità da adottare in sinergia tra le forze di polizia municipale e i carabinieri».

Per i capigruppo consiliare di FI, FdI e Ncd, Daniele Sapia, Marco Cantarella e Mario Amato «ci vuole maggiore  prevenzione e repressione del fenomeno, le abitazioni lasciate sguarnite, purtroppo, possono rappresentare una ghiotta occasione per i topi di appartamento che, malauguratamente, non vanno mai in ferie,  è necessario uno sforzo da parte di tutti: istituzioni, forze dell’ordine, società civile, anche nella considerazione che tali eventi colpiscono tutti i cittadini, la sicurezza è un bene prezioso da difendere con tutte le nostre forze».

Dalla maggioranza: «Rapporto sulla sicurezza»
Stesse motivazioni contenute nell’interrogazione che è stata presentata dai consiglieri di maggioranza Grazia Ventura, Vincenzo Mignemi, Vincenzo Chisari, Giuseppe Pappalardo e Giuseppe Sapienza: anch’essa rimasta nel cassetto, nonostante sia stata presentata ad inizio ottobre.

I firmatari, facendo riferimento ai fatti riportati dalle cronache e alle preoccupazioni tra i cittadini (non soltanto per i colpi messi a segno, ma anche per i tentativi di effrazione, che magari non sono denunciati ai carabinieri), chiedono all’amministrazione comunale di «preparare un Rapporto sulla sicurezza urbana», nonché «di conoscere i dati di questi fenomeni nel nostro territorio e di sapere quali azioni di prevenzione e controllo si stiano mettendo in atto».

Si chiede, inoltre, di «organizzare un incontro pubblico, meglio ancora un Consiglio Comunale aperto, per informare la cittadinanza su quanto sta succedendo e su quanto si sta facendo».

Da questo punto di vista, l’obiettivo è quello «di attivare un tavolo di lavoro che coinvolga forze dell’ordine, associazioni presenti sul territorio, rappresentanti delle parrocchie e degli oratori, oltre a comitati e associazioni dei genitori presenti nelle nostre scuole, rappresentanti dei commercianti ed infine anche i partiti, in un lavoro condiviso di conoscenza, segnalazione e prevenzione del fenomeno».

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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