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Per la Madonna dell’Elemosina il talento di Gianfranco Moraschini

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A conclusione dei festeggiamenti estivi in onore della Madonna dell’Elemosina e del Pellegrinaggio Diocesano a Roma del 4 settembre, presso la Pontificia Basilica di Biancavilla avrà luogo, come epilogo celebrativo, un interessante concerto di musica sacra per solo organo tenuto dal grande strumentista bergamasco M° Gianfranco Moraschini, ospite illustre, per l’occasione, nella nostra città.

L’evento, speciale per la fortunata casualità delle circostanze che lo hanno reso possibile, si annuncia imperdibile soprattutto per gli appassionati musicofili locali non solo per l’altezza spirituale delle musiche eseguite ma anche per l’inserimento nel repertorio di alcuni brani considerati unici nel loro genere.

Sono opere rare, alcune scritte in circostanze particolari da compositori celeberrimi, quali Bach, Bellini, Donizetti, Franck, Widor ed altri. C’è, insomma, per chi ama la musica classica, quanto basta per realizzare un meeting di godimento puro.

Motivo di attrazione e di interesse sarà senz’altro la presenza del M° Moraschini. È un grande organista, un talento nato, che conosco e stimo da 40 anni. È tra i pochi esecutori di musica sacra ancora in circolazione che si distinguono in Italia e all’estero per la perizia delle loro esecuzioni in pubblico.

Il suo curriculum è di tutto rispetto. Come concertista ha eseguito sui grandi organi di diverse cattedrali europee (Germania, Svizzera, Inghilterra, Repubblica Ceca…) e in numerose nostre città (Milano e Roma in primis). Specializzato in composizione e direzione di coro, ha realizzato svariate registrazioni televisive, radiofoniche e su CD, tra cui l’Oratorio Sacro “Le Sette parole di Cristo in croce”, di Giuseppe Pedemonti, sotto la direzione del celebre operista M° Gianandrea Gavazzeni. Sua recentissima creatura, tra le tante opere personali prodotte, è l’Oratorio Sacro “Saulo Messaggero di Cristo”, reso oggetto da più parti di autorevoli apprezzamenti, tra cui – forse il più gratificante nel suo essere autografo – quello di Papa Francesco, cui è stato fatto pervenire in dedica un toccante CD.

Gianfranco Moraschini è sposato e vive a Bergamo, sua città natale. È figlio d’arte (suo padre ha stampato musica durante tutta una vita per le Edizioni Carrara) e vanta altri 4 fratelli che sono, anch’essi, affermati musicisti professionisti.

Attualmente è docente emerito di Teoria Musicale nei conservatori di Brescia e Piacenza e svolge in tutta Italia una intensa attività concertistica insieme al suo corposo coro. Ama molto la Sicilia dopo averla scelta per il suo viaggio di nozze.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. giuseppe chisari

    10 Settembre 2016 at 10:34

    complimenti per il notevole salto di livello culturale

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Cultura

1° Maggio a Biancavilla, l’occupazione delle terre e quelle lotte per i diritti

Il ruolo della Sinistra e del sindacato: memorie storiche da custodire con grandissima cura

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Anche Biancavilla vanta una ricca memoria storica sul 1 maggio. Nel nostro comprensorio non sono mancate, nel secolo scorso, iniziative e manifestazioni di lotta per i diritti dei lavoratori.

Spiccano su tutte l’occupazione delle terre e la riforma agraria di cui ci parla Carmelo Bonanno nel recente libro “Biancavilla e Adrano agli albori della democrazia. La ricostruzione dei partiti, le prime elezioni e i protagonisti politici dopo la caduta del fascismo”.

Il volume, edito da Nero su Bianco, raccoglie le testimonianze di alcuni dei protagonisti della vita politica e sindacale locale del Novecento, evidenziando le numerose iniziative volte a spazzare via i residui del sistema feudale di organizzazione delle terre e ad ottenere la loro redistribuzione.

Il mezzo principale per raggiungere tale obiettivo fu l’occupazione delle terre ad opera di un folto gruppo di contadini e braccianti. Tra questi, Giovanbattista e Giosuè Zappalà, Nino Salomone, Placido Gioco, Antonino Ferro, Alfio Grasso, Vincenzo Russo. A spalleggiarli anche diversi operai. Tra loro, Carmelo Barbagallo, Vincenzo Aiello, Domenico Torrisi, Salvatore Russo. Ma anche intellettuali come Francesco Portale, Nello Iannaci e Salvatore Nicotra.

Così, ad essere presi di mira furono anzitutto i terreni del Cavaliere Cultraro in contrada Pietralunga, nel 1948. Più di 400 persone li occuparono per cinque giorni e desistettero soltanto per l’arrivo della polizia, che sgomberò le proprietà.

A questa occupazione ne seguirono altre, tutte sostenute dai partiti della Sinistra dell’epoca (Pci e Psi in testa) e dalla Camera del Lavoro, e col supporto delle cooperative agricole di sinistra.

Le parole del “compagno” Zappalà

Significativa la testimonianza, riportata nel libro di Bonanno, del “compagno” Giosuè Zappalà: «Gli insediamenti furono vissuti con grande entusiasmo e costituirono per noi protagonisti dei veri e propri giorni di festa in cui potevamo manifestare la libertà che per tanti anni ci era stata negata. Le terre, i cui proprietari erano ricchi borghesi e aristocratici, spesso si trovavano in condizioni precarie, erano difficilmente produttive e necessitavano di grandi lavori di aratura, semina e manutenzione. Noi braccianti, perciò, con grande impegno e dedizione, spinti, oltre che dalla passione per il nostro lavoro, anche e soprattutto dalle condizioni di vita misere di quei tempi, ci occupammo, fin quando ci fu concesso, dell’opera di bonifica. Erano terre che di fatto costituivano per moltissimi l’unica fonte di reddito disponibile».

Tali iniziative, innestatesi nel corso del processo di riforma agraria che portò al superamento del sistema di governo delle terre sino ad allora vigente, condussero però a risultati contraddittori, poiché alcuni contadini ottennero terre produttive mentre altri terre scadenti. Ciò acuì il clima di invidia e inimicizia tra i protagonisti di quelle lotte e condusse alla rottura definitiva della coesione e della solidarietà della categoria.

Ciò non toglie che queste iniziative e manifestazioni segnarono un passaggio molto importante nella storia politica, socio-economica e sindacale locale e posero le basi per la “conquista” del palazzo municipale nel 1956 con l’elezione di Peppino Pace, primo sindaco comunista di Biancavilla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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