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Il “tris” di Vincenzo Cantarella: eletto presidente del Consiglio

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La coalizione del sindaco Glorioso ha scelto la nuova guida dell’assemblea cittadina, passaggio resosi necessario dopo le dimissioni di Dino Furnari. Per Cantarella si tratta della terza elezione nello scranno più alto, dopo avere ricoperto la carica per due volte ai tempi di Manna.

 

di Vittorio Fiorenza

Sfumata la prima seduta, buona la seconda. La maggioranza ha scelto: 14 preferenze (anche se una è stata annullata perché “generica”) hanno incoronato Vincenzo Cantarella a presidente del Consiglio Comunale di Biancavilla. La minoranza si è espressa con schede bianche.

L’ultimo tassello di un puzzle politico complicato che ha tenuto impegnata la coalizione del sindaco Giuseppe Glorioso, che nelle scorse settimane ha proceduto al totale ricambio delle caselle assessoriali.

Nessuna sorpresa, nessun colpo basso, nessuna defezione. Il successore di Dino Furnari (dimessosi quasi un mese fa) è stato indicato alla guida dell’assemblea cittadina senza distinguo e con uno schieramento presentatosi compatto.

Per Vincenzo Cantarella si tratta di un ritorno nello scranno più alto dell’Aula. È stato presidente all’epoca dell’esperienza del sindaco Pietro Manna per due volte. Adesso il tris.

Per proporre il suo nome a presidente, i consiglieri di maggioranza hanno sottoscritto un documento politico, in cui viene rivendicato «di essere alternativi e distinti dai gruppi consiliari di centrodestra».

E in quest’ottica viene sottolineato che «il progetto politico avviato con l’esperienza vincente del sindaco Glorioso potrà e dovrà continuare anche nel futuro prossimo con nuove idee e nuovi programmi intestati a questa compagine politica di governo».

I consiglieri hanno poi motivato la scelta di Vincenzo Cantarella per «investire su una figura politica che possa essere istituzionalmente esperiente e corretta al tempo stesso, ma anche garante di equilibrio e programmazione politica».

Di fronte all’anonimato in cui si ritrovano i consiglieri e il disinteresse dei cittadini sull’istituzione consiliare (al di là degli addetti ai lavori, nessuno presente in aula per un punto importante come la scelta del presidente), nel documento viene auspicano «un livello di gestione un po’ più marcato per il ruolo del consigliere nell’ambito delle funzioni assegnate dalla legge».

Dall’opposizione, i consiglieri Mario Amato e Ada Vasta del Nuovo Centrodestra in una nota esprimono «disapprovazione per il comportamento dei nostri colleghi di maggioranza che dal 26 febbraio ha paralizzato i lavori dell’assise civica per la scelta del nuovo Presidente. Avremmo voluto concentrare l’attenzione politica sulle esigenze e sui problemi della popolazione biancavillese e non sul braccio di ferro tra gruppi consiliari per ottenere poltronissime. Al neo presidente del Consiglio Comunale auguriamo buon lavoro, sperando che riesca ad essere un presidente super partes, garante dei diritti delle minoranze. A lui viene affidato un compito importante che è anche quello di riportare l’attenzione dei propri colleghi di maggioranza al rispetto dei ruoli istituzionali assegnati».

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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