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«Irregolarità sul Consuntivo 2014» Parte esposto alla Corte dei conti

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Bilancio consuntivo approvato senza gli atti previsti dalla legge. A denunciarlo sono i gruppi di opposizione. FdI-An, Forza Italia e Ncd annunciano la richiesta alla magistratura contabile per una visita ispettiva al Comune e paventano la possibilità di scioglimento dell’assemblea cittadina.

 

di Vittorio Fiorenza

Dubbi e sospetti di procedure anomale ed illegittime nell’iter di approvazione del bilancio consuntivo 2014 del Comune di Biancavilla. Un atto approvato con i voti della maggioranza che sostiene il sindaco Giuseppe Glorioso, ma aspramente contestato dai gruppi dell’opposizione, che annunciano oggi un esposto alla Corte dei conti.

Secondo i consiglieri Marco Cantarella (FdI-An), Daniele Sapia, Fabrizio Portale e Mauro Mursia (Forza Italia) e Mario Amato e Ada Vasta (Ncd), vi sarebbe «la certezza di incorrere in una procedura illecita approvando il bilancio consuntivo senza aver prima adempito al cosiddetto “riaccertamento straordinario”, operazione prevista nella nuova normativa sull’armonizzazione contabile».

L’atto mancante, di cui la giunta avrebbe dovuto produrre apposita delibera previo parere dei revisori dei conti, potrebbe innescare –come paventato dall’opposizione– la procedura di scioglimento del Consiglio Comunale.

Per Fdi-An, Forza Italia e Ncd si tratterebbe di una grave omissione e l’esposto alla magistratura contabile è stato annunciato «in modo che siano valutate le possibili irregolarità e censure contabili».

Ci sono anche altri aspetti contestati dalla minoranza durante il serrato dibattito in aula. «Vari e rilevanti punti d’ombra», li hanno definiti i consiglieri in un comunicato stampa: la mancanza di note informative contenenti la verifica di crediti e debiti reciproci tra il Comune e le società partecipate, l’anomala assenza di debiti fuori bilancio emersi per l’esercizio 2014, fino all’esito negativo del 40% dei parametri che indicano un possibile deficit strutturale.

Da qui, la contestazione alla compagine di Glorioso: «Il bilancio è una cosa seria, è la fotografia della salute della città ed il minimo per mantenere una linea di buona politica è assicurarsi che i conti siano in regola ed i soldi delle tasse pagate dai biancavillesi siano amministrate nella giusta maniera. E se questa azione, come previsto da legge, fosse conseguenza dello scioglimento del Consiglio Comunale, saremo ben felici di rinunciare al nostro incarico elettivo, forti della consapevolezza di aver svolto fino alla fine il nostro ruolo nell’esclusivo interesse dei biancavillesi».

Parole che Biancavilla Oggi ha girato al sindaco Glorioso per consentirgli di dare una spiegazione alle contestazioni mosse. Se e quando ci farà pervenire la sua eventuale replica, la pubblicheremo.

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Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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