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Cronaca

Dà fuoco all’auto del rivale in amore, ma viene identificato dai carabinieri

Incastrato dai sistemi di videosorveglianza e denunciato con l’accusa di incendio doloso

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Denunciato un 37enne da parte dei carabinieri di Biancavilla per incendio doloso. L’uomo stava affrontando la separazione dalla compagna, la quale gli aveva confidato di nutrire sentimenti per un’altra persona. Per tutta risposta, ha deciso di vendicarsi del rivale, dando fuoco alla sua autovettura, una utilitaria Skoda.

Dopo aver individuato l’abitazione di quello che reputava un avversario in amore, ha riempito di benzina una tanica di plastica da 10litri e, durante la notte, si è diretto nellavia dove era parcheggiata l’auto, nel centro storico. Dopo aver cosparso di benzina il veicolo, ha appiccato il fuoco, lasciando sul posto la tanica e fuggendo per le vie limitrofe.

L’uomo, tuttavia, non ha considerato le numerose telecamere di sorveglianza presenti nella zona che, invece, esaminati dai carabinieri. Proprio dalle immagini dei filmati (un spezzone dei quali è stato diffuso alla stampa dai militari), si sono quindi ricostruiti gli eventi e riconosciuto l’autore del plateale gesto, una persona abbastanza nota in paese per la gestione di attività commerciali.

Da qui, la denuncia a piede libero. Adesso, oltre all’allontanamento della compagna, dovrà affrontare anche un processo penale.

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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