Cronaca
Dà fuoco all’auto del rivale in amore, ma viene identificato dai carabinieri
Incastrato dai sistemi di videosorveglianza e denunciato con l’accusa di incendio doloso
Denunciato un 37enne da parte dei carabinieri di Biancavilla per incendio doloso. L’uomo stava affrontando la separazione dalla compagna, la quale gli aveva confidato di nutrire sentimenti per un’altra persona. Per tutta risposta, ha deciso di vendicarsi del rivale, dando fuoco alla sua autovettura, una utilitaria Skoda.
Dopo aver individuato l’abitazione di quello che reputava un avversario in amore, ha riempito di benzina una tanica di plastica da 10litri e, durante la notte, si è diretto nellavia dove era parcheggiata l’auto, nel centro storico. Dopo aver cosparso di benzina il veicolo, ha appiccato il fuoco, lasciando sul posto la tanica e fuggendo per le vie limitrofe.
L’uomo, tuttavia, non ha considerato le numerose telecamere di sorveglianza presenti nella zona che, invece, esaminati dai carabinieri. Proprio dalle immagini dei filmati (un spezzone dei quali è stato diffuso alla stampa dai militari), si sono quindi ricostruiti gli eventi e riconosciuto l’autore del plateale gesto, una persona abbastanza nota in paese per la gestione di attività commerciali.
Da qui, la denuncia a piede libero. Adesso, oltre all’allontanamento della compagna, dovrà affrontare anche un processo penale.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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