Storie
Addio ad Alberto Furno, leone del body building: fu campione mondiale over 60
Da Biancavilla in Germania, poi il ritorno: la sua palestra riferimento per tanti appassionati della cultura fisica


«Io mi sento un leone», amava spesso ripetere. E come un leone ha combattuto contro la sua malattia fino all’ultimo istante. Aveva 70 anni, Alberto Furno. Per oltre 40 anni si è dedicato al body building, promuovendo la cultura fisica, la sana alimentazione ed il benessere personale.
Nonostante abbia passato tanti anni in Germania, a Biancavilla era tornato nel 2007 per aprire una palestra, riferimento di tanti appassionati. Uno dei figli, Luciano, segue le orme del padre in questa disciplina e da alcuni anni è lui a gestire la palestra “Alberto’s Gym” con la stessa passione e dedizione del padre.
A dare notizia della morte del campione di body building, un post su Facebook: «È con immenso dolore che vi comunichiamo la perdita del nostro caro Maestro Alberto. Dopo aver lottato fino alla fine contro il male che lo ha colpito, il nostro Leone si è addormentato, in Germania, circondato dall’amore della sua famiglia».
Alberto Furno aveva partecipato a competizioni nazionali ed internazionali di “culturismo”, conquistando spesso il podio. Negli anni ’80 era stato Mister Sassonia e Mister Italia. Nel 2013, il primo posto come campione mondiale over 60. Aveva 27 anni quando, a Biancavilla, scoprì la passione per la cultura fisica. L’attrazione al cinema era per i film su “Ercole”. L’idolo era Steve Reeves con le sue spalle larghe ed un fisico marmoreo. Poi, l’emigrazione in Germania e la frequentazione delle prime palestre. Un impegno costante e tenace, che lo ha portato ad altissimi livelli. Un autentico leone del body building.
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Storie
L’antifascismo di Gerardo Sangiorgio, medaglia di Mattarella ai familiari
Disse “no” alla Repubblica di Salò, alto riconoscimento al biancavillese sopravvissuto ai lager


Cerimonia di consegna della medaglia d’onore ai familiari di Gerardo Sangiorgio, morto trent’anni fa e sopravvissuto all’orrore dei campi di sterminio nazisti, dopo l’8 settembre, per il suo rifiuto a giurare fedeltà alla Repubblica di Salò.
L’onorificenza è stata voluta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con proprio decreto, su indicazione del comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. La consegna, in piazza Università, a Catania, in occasione della Festa della Repubblica, è avvenuta dalle mani del prefetto Maria Carmela Librizi. A ricevere la medaglia, Maria Cuscunà, moglie di Sangiorgio, assieme ai figli Placido Antonio (nostro apprezzato collaboratore) e Rita e i nipotini. Presenti alla cerimonia anche il ministro Nello Musumeci e, per il Comune di Biancavilla, l’assessore Martina Salvà, in fascia tricolore.
L’alto riconoscimento si lega a quanto previsto dalla Legge 296 del 2006. La medaglia d’onore è dedicata ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti.
Due volumi su Gerardo Sangiorgio
Negli ultimi anni, diversi i contributi e gli studi sulla figura di Sangiorgio. Due i volumi che la nostra casa editrice, Nero su Bianco, gli ha dedicato, promuovendoli in occasione della “Giornata della memoria” con il coinvolgimento delle scuole.
Si tratta di “Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio”, scritto da Salvatore Borzì con prefazione di Nicolò Mineo. E poi, a cura di Borzì, “Una vita ancora più bella. La guerra, l’8 Settembre, i lager. Lettere e memorie 1941-1945”, con prefazione di Francesco Benigno.


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