In città
Iniziativa Pro Loco: sconti e voucher di Natale in trenta negozi di Biancavilla
Tante possibilità di risparmio e un’occasione per aiutare gli esercenti in questo momento di difficoltà
Si chiama “Spendi in città 2020” ed è una iniziativa organizzata dalla Pro Loco di Biancavilla, con il patrocinio del Comune. L’intento è quello di promuovere gli acquisti – soprattutto nel periodo natalizio – presso i commercianti del comprensorio.
Numerose le adesioni dei commercianti che vedono la creazione di una rete di contatti. «Una collaborazione finalizzata a risollevare un po’ l’economia, colpita duramente dall’attuale pandemia», viene specificato in una nota dell’associazione presieduta da Francesco Di Mauro.
Per ogni acquisto minimo effettuato presso i negozi aderenti all’iniziativa verrà rilasciato un voucher promozionale misterioso, che avrà validità fino al 31 gennaio 2021.
Lo stesso voucher darà luogo ad un’estrazione finale (che avverrà il 9 gennaio) di buoni sconto spendibili presso i negozi aderenti all’iniziativa.
Anche la nostra casa editrice, “Nero su Bianco”, partecipa: previsto una sconto del 10% su tutti i titoli dei libri del nostro catalogo, senza spesa minima. Uno sconto che verrà riconosciuto per gli acquisti effettuati dalla pagina di Biancavilla Oggi, che prevede il pagamento comodo e sicuro con PayPal. La spedizione, come sempre, è gratuita per recapiti in tutta Italia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Cultura
W San Placido: il santo del popolo che almeno per un giorno ci rende comunità
Il Patrono di Biancavilla: di fronte a tradizioni ridotte a farsa, l’unica certezza resta quella del 5 ottobre
In un tempo di storiografie deboli, di identità incerte, di farse battezzate a tradizioni, il biancavillese ha in sé una sola certezza: il 5 ottobre viene san Placido. E non se ne fa, se il programma civile (dopo quello delle funzioni) quest’anno si intesta con un generico e mostoso “Ottobre in festa” (bisognerebbe capire cosa abbia fatto derogare all’attesa e gioiosa “Festa di San Placido” l’ibrida locuzione dall’indifferente gusto oltralpino, considerando che gli eventi in programma iniziano a fine settembre e non vanno oltre la prima settimana del mese successivo).
Ma San Placido, si sa, è festa di città. La festa. Di questa città. Il Benedettino non è santo di giaculatorie, litanie e piagnistei. È quasi impossibile, infatti, trovare un concittadino che conosca due righe, due, di una qualche preghiera dedicata al Patrono. Non a caso l’omonima novella di Federico De Roberto, ambientata a Biancavilla, ha avvio nel palazzo comunale e non in chiesa (si veda il volume pubblicato da Nero su Bianco Edizioni). Infatti, a differenza degli altri protettori, il martire è il cuore collettivo della società che si rigenera: il solo che per esistere non ha bisogno di ancoraggi alla fondazione.
Una festa di tutti, nessuno escluso
Santo ghibellino e socialista, di popolo: mette tutti d’accordo. Nessuno si sente escluso dalla festa. Tra un pasto luculliano e un vestito nuovo, una luminaria e uno sparo, una bancarella e un cantante, una crispella e un pezzo di torrone, in un giro di giostra, ce n’è per tutti. Si capisce che il culto di Placido risulta funzionale a un certo clericalismo, mentre non si dà per scontato il contrario.
Duole, però, che le tradizionali mongolfiere siano sparite al seguito della corsa dei cavalli, e la fiera del bestiame non ritorna a prendere posto, seppure rivista, nel calendario: quanto sarebbe atteso per i più piccoli, ad apertura di festività, un evento di promozione all’adozione degli animali e di conoscenza delle specie protette del Parco dell’Etna, quando le politiche degli ultimi governi si muovono a favore di educazione e terapia con gli animali.
Il Santo “civile” lontano da ori e pompe
È figura identitaria pop quella di Placido. Rifugge da ori e da pompe. Accondiscende alle messe, ma resta il Santo civile. E mantiene carattere del divino nella più occidentale delle tradizioni: quella di avere vizi umanissimi, ricorrere a una padella per difendere la sua salsiccia, facendo nero l’omologo adranita, e si tiene caro il territorio dal quale non accenna ad allontanarsi, pena mollare una gran pedata ai limitrofi trafugatori. Quanti nonni raccontano, ancora, queste vicende ai nostri occhi incantati di pargoli di sempre.
Santo del mito, più che del rito. Nel mutamento demografico e nell’ibridismo culturale, la sua festa – cerniera tra le stagioni e spartiacque dell’agenda nostrana – si perpetua e ci fa comunità. Per un giorno. E dai vecchi barbanera della Penisola ai calendari rurali riemerge Biancavilla nel novero delle feste nazionali, per il suo San Placido. Lo stesso al quale era intestata la prima banca popolare di microcredito: “Cassa rurale San Placido”.
Ma oggi, per una decina di minuti, per noi, i botti non saranno quelli dei notiziari atroci, della gragnuola che si abbatte nel medio oriente e nell’est dell’Europa. La disperazione anche per quest’anno è rimandata. E sarà bello trovarci ancora a mezzogiorno, senza classi, senza titoli, senza miseria all’uscita festosa del monaco rubicondo, con l’istinto condiviso di afferrare un rettangolino di carta colorata e leggerci: “W San Placido”!
© RIPRODUZIONE RISERVATA
-
Cronaca2 mesi fa
Per l’omicidio di Antonio Andolfi resta in carcere Salvatore Santangelo
-
Cronaca3 mesi fa
Mafia a Biancavilla, Pippo “u pipi” e i suoi picciotti tutti rinviati a giudizio
-
Cronaca3 mesi fa
Omicidio a Biancavilla: la vittima è Antonio Andolfi di appena 20 anni
-
Cronaca2 mesi fa
Salvatore Santangelo accusato anche di tentato omicidio del secondo uomo