Cronaca
In moto con mitraglietta e pistole: arrestato 29enne di Biancavilla
Dopo un inseguimento, giovane bloccato dalla Squadra mobile: sequestrate armi e munizioni

Nell’ambito dei continui servizi di prevenzione e di contrasto alla criminalità, una pattuglia della Polizia di Stato ha arrestato il biancavillese Ivan Giuffrida (classe 1991). È stato colto in flagranza per detenzione e porto illegale di armi da guerra clandestine, armi comuni, munizioni e loro ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale. In moto con mitraglietta e pistole.
In un servizio predisposto a Monte Po e a San Giorgio, personale della Squadra Mobile ha controllato una persona in sella ad un motociclo. Il giovane percorreva ad alta velocità via Gaetano Di Giovanni. L’uomo, notando che la pattuglia stava per raggiungerlo, ha aumentato la velocità. Ha cercato di speronare gli agenti, che sono stati costretti ad intraprendere un inseguimento concluso dopo poche centinaia di metri.
All’interno di una borsa a tracolla legata allo sterzo del mezzo è stata rinvenuta e sequestrata, così, una mitraglietta con matricola abrasa. Arma, peraltro, completa del relativo caricatore e 20 cartucce calibro 7.65.
Nel vano sottosella, sigillate in buste in plastica trasparente, sono state inoltre rinvenute e sequestrate: 1 pistola semiautomatica con relativo caricatore e 20 cartucce calibro 9; 3 pistole tipo revolver e 25 cartucce calibro 38 special; munizionamento vario (145 cartucce di diverso calibro).
Dai primi accertamenti, due delle citate armi sono risultate essere provento di furto.
Espletate le formalità di rito, Giuffrida è stato quindi rinchiuso nell carcere di Caltagirone a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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