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Il Comune ridotto ad una giostra Viavai in Giunta e in Consiglio

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Il giuramento di Vincenzo Mignemi e Rosanna Di Paola

Completata la ricomposizione della Giunta: dopo la nomina di Chisari e D’Asero, rientrano Mignemi e Di Paola. L’esponente dei “calaciuriani” ha lasciato l’assemblea cittadina. A subentrargli sarà Alfredo Stissi.

 

di Vittorio Fiorenza

Vincenzo Mignemi e Rosanna Di Paola rinominati assessori. Luigi D’Asero, fresco di ingresso nell’Esecutivo, ha rassegnato le dimissioni di consigliere comunale e al suo posto subentrerà Alfredo Stissi.

Tutto previsto. Tutto facilmente previsto. L’algoritmo politico di Glorioso segue sempre gli stessi step. Non ci si può sbagliare: cambia tutto per non cambiare nulla. Ma le istituzioni comunali appaiono, vengono mostrate e sono state ridotte ad una giostra (neanche gioiosa) nella quale si sale e si scende soltanto per l’euforia di un giro. La politica è soltanto uno sfondo, assai opaco.

Ecco i fatti. Il sindaco ha completato la ricomposizione dell’Esecutivo, ripescando gli stessi assessori che aveva defenestrato in occasione dell’azzeramento di due settimane fa: dopo le nomine di Vincenzo Chisari e Luigi D’Asero, rientrano in Giunta, così, Mignemi e Di Paola.

Non potendo esserci in amministrazione più di due consiglieri comunali, D’Asero nominato assessore qualche giorno fa, ha lasciato l’assemblea cittadina, aprendo le porte al primo dei non eletti della sua lista, Volare per Biancavilla, ad Alfredo Stissi, che già in passato aveva ricoperto il ruolo.

A conti fatti, questo “giro largo” di Glorioso, come lo avevamo definito, è servito soltanto a mettere fuori dalla Giunta il vicesindaco Giuseppe Sapienza (a cui dovrebbe andare, però, un “premio di consolazione” con l’ingresso nel nucleo di valutazione) e consentire l’ingresso di Luigi D’Asero, esponente dei “calaciuriani”, forza che era stata estromessa lo scorso anno e che attendeva una rappresentanza in amministrazione, pena l’abbandono del percorso politico con il primo cittadino, inaugurato anni fa con l’ormai noto ribaltone.

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Il precedente atto con la nomina di Vincenzo Chisari e Luigi D’Asero

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. Alba

    27 Marzo 2017 at 13:16

    E’ chi crede alla politica oggi?? Solo chi non vede e’ non senta può definire politico o meglio ancora Sindaco glorioso….lo possiamo definire un nulla facente!!!! Certamente chi vota questi elementi ha la sua responsabilità…che tra l’altro si lamentano…Booooo!!!

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Politica

Sanità siciliana: l’ira Mpa, Lombardo e… il compleanno di Mancuso a Biancavilla

La festa per i 60 anni del sindaco di Adrano, presso il Beauty Garden, al centro dei retroscena di Repubblica

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La nuova sanità siciliana, disegnata dalle nomine dei vertici aziendali e ospedalieri targate Renato Schifani, ha sancito una serie di strappi nella maggioranza che sostiene il governo regionale. Tra gli scontenti, spicca Raffaele Lombardo, rimasto a mani vuote nella “sua” Catania.

Così, il leader autonomista riflette ed elabora le contromosse nei confronti di un governatore con cui non erano mancati motivi ed occasioni conflittuali. La Repubblica ricostruisce alcuni retroscena in casa Mpa. Il titolo all’interno dell’edizione palermitana: “L’ira di Lombardo messo all’angolo, a Biancavilla la cena dei ribelli”.

E in effetti, l’occasione per riunire i vertici e i parlamentari dell’Mpa (presente anche Gianfranco Micciché) è stata una festa di compleanno, organizzata – come risulta a Biancavilla Oggi – presso il ristorante Beauty Garden.

«Lombardo, rimasto a bocca asciutta nella scelta dei dirigenti della sanità catanese, al momento non parla. Ieri sera ha incontrato lo stato maggiore del Mpa, riunito a Biancavilla per il compleanno di Fabio Mancuso. Una festa diventata quasi congresso di partito, tra deputati regionali, sindaci, la new entry Micciché, ma anche il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, che ha risposto all’invito di Mancuso».

I 60 anni del sindaco di Adrano, dunque, occasione per riunire il Movimento per l’Autonomia sulla strategia futura da attuare alla Regione nei confronti del governatore. Così, scrive ancora Repubblica, «Lombardo, da Biancavilla, medita sulla prossima mossa. Che potrebbe arrivare già al primo disegno di legge all’esame di una Sala d’Ercole pronta a diventare Far West».

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