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Cronaca

La denuncia, arma contro gli abusi: a giudizio marito e padre violento

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© Foto Biancavilla Oggi

Episodi di maltrattamenti e lesioni non soltanto nei confronti della moglie, ma anche della figlia di 13 anni. Un marito e un padre violento, che è stato posto agli arresti domiciliari (in casa dei propri genitori) e che ora è stato rinviato a giudizio.

Una notizia appresa da Biancavilla Oggi proprio nella “Giornata contro la violenza sulle donne”, ha dato maggiore forza alle battaglie per arginare un fenomeno diffuso quanto sottaciuto pure nel nostro paese.

Il caso in questione è uno dei tanti seguiti dal centro antiviolenza Calypso, presieduto dall’avv. Pilar Castiglia, a cui si è rivolta la vittima.

Un 34enne biancavillese, lo scorso mese, si è reso protagonista, secondo quanto riportato negli atti giudiziari, di ripetuti maltrattamenti contro la moglie, «percuotendola, ingiuriandola pesantemente con epiteti volgari e denigratori, sottoponendola a privazione affettive ed economiche».

In un’occasione, avrebbe anche causato traumi fisici sia alla donna che alla figlia minore. Da qui, l’intervento del centro Calypso, che si è rivolta ai carabinieri biancavillesi. I militari, per settimane, hanno svolto un lavoro assiduo e determinante per arrivare alla misura cautelare.

La donna ora è in una struttura protetta, mentre al marito, dopo essere stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza, gli sono stati concessi i domiciliari. Il Gip di Catania, Francesco D’Arrigo, ha emesso nei suoi confronti decreto di giudizio immediato con udienza fissata il 19 gennaio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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