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Cronaca

Processo al presunto barelliere-killer «Sì, pazienti morti nell’ambulanza»

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di Vittorio Fiorenza

Ancora altri due testimoni. Ancora la stessa versione: i loro congiunti sono morti, all’interno di un’ambulanza privata, nel breve tragitto dall’ospedale alle loro abitazioni. E secondo l’accusa, in quei pochi minuti, ha agito il barelliere-killer. Con una siringa, avrebbe iniettato aria nelle vene del paziente (dimesso su volere dei parenti perché in fin di vita), fino a provocare un’embolia e portarlo alla morte.

Il motivo? Accaparrarsi anche la vestizione del defunto ed il suo funerale, da proporre ad un’agenzia che corrispondeva un “premio” di 200-300 euro. Un sistema raccapricciante e senza scrupoli che, secondo quanto ha fatto emergere l’inchiesta –collegata pure alle operazioni “Onda d’urto” e “Reset”– aveva il benestare dei clan mafiosi di Biancavilla e di Adrano.

Alla Corte d’assise di Catania prosegue il processo sul caso della “ambulanza della morte”, scaturito da una serie di servizi del programma “Le Iene”. Sul banco degli imputati, l’adranita Davide Garofalo, accusato di tre omicidi volontari. Dal dicembre 2017 si trova in carcere. Su richiesta del suo legale, l’avv. Turi Liotta, potrebbero essere sentiti anche gli inviati ed autori del programma di Italia 1 (Roberta Rei, Diego Gandolfo e Roberto Marcanti), che hanno scoperchiato il caso con testimonianze-choc e ricostruzioni dettagliate.

Secondo la Procura di Catania e il pubblico ministero che ha seguito il caso, Andrea Bonomo, Garofalo avrebbe agito assieme ad Agatino Scalisi, anche lui di Adrano, imputato in stato di libertà, a cui viene contestato un quarto omicidio e che segue il rito abbreviato (la sentenza si attende per lui il mese prossimo).

Ai due imputati viene contestato, in concorso con un terzo soggetto, Marco Donzì (per il quale vi è un distinto procedimento) anche il reato di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, ai danni della famiglia Arena, titolare dell’omonima impresa funebre, la stessa indicata come parte offesa nei procedimenti “Onda d’urto” e “Reset”.

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Cronaca

Ubriaco alla guida della sua auto, denunciato giovane di Biancavilla

È successo al centro di Catania: sottoposto all’alcoltest, il 23enne era anche barcollante

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Un 23enne di Biancavilla è stato sottoposto a controllo e all’alcoltest, nelle vie del centro di Catania, da parte dei carabinieri del Nucleo Radiomobile. Il giovane, in piena notte, sfrecciava alla guida di un’auto di grossa cilindrata

Quando i militari gli hanno chiesto di scendere dal veicolo, il conducente barcollava. Non riusciva nemmeno ad esprimersi correttamente perché aveva la bocca “impastata”, come solitamente accade a chi abusa di alcolici.

L’etilometro ha confermato ciò che i Carabinieri avevano già compreso: il ragazzo aveva un tasso alcolemico pari a 0,99 grammi per litro, ovvero superiore alla soglia di 0,8 g/l prevista dal Codice della Strada.

Per questo motivo è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria e la sua auto è stata affidata all’amico che viaggiava con lui, che non aveva bevuto alcolici.

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