Connettiti con

Politica

«Prg con errori, iniquità e pasticci»: ricorso al Tar contro il Comune

Pubblicato

il

© Foto Biancavilla Oggi

Lunga serie di osservazioni critiche rivolta allo strumento urbanistico, recentemente approvato dal commissario ad acta. Azione legale dell’avv. Andrea Ingiulla. Chiamata a pronunciarsi adesso la giustizia amministrativa.

di VITTORIO FIORENZA

Le tesi principali sono due. La prima: il nuovo Prg di Biancavilla è stato redatto senza tenere conto delle precise direttive date dal Consiglio Comunale con lo schema di massima approvato nel 2005, in revisione del vecchio Piano del 1993. La seconda: i terreni “scampati” all’abusivismo per una scelta di legalità dei proprietari, ora sono stati svuotati della possibilità edificatoria. Un esproprio di fatto.

Precise osservazioni, come ha avuto modo di leggere Biancavilla Oggi, contenute nel ricorso al Tar di undici cittadini contro il Comune e nei confronti dell’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente. Assistiti dall’avv. Andrea Ingiulla con il supporto di diversi studi tecnici, i ricorrenti chiedono di annullare l’adozione del Prg: un atto concepito dall’amministrazione di Mario Cantarella e seguito da quella di Giuseppe Glorioso.

Lo strumento urbanistico –approvato lo scorso febbraio dal commissario ad acta, in sostituzione del Consiglio Comunale– viene ritenuto illegittimo ed inficiato da vizi formali, errori, iniquità, illogicità, valutazioni infondate. Uno di questi? La previsione di esigenza di alloggi sarebbe sottodimensionata perché i progettisti avrebbero incluso nelle attuali disponibilità pure 511 immobili abusivi.

andrea-ingiulla

L’avv. Andrea Ingiulla

«Un macroscopico errore –secondo l’avv. Ingiulla– che ha comportato una fortissima limitazione delle capacità edificatorie dei terreni residui non occupati da costruzioni abusive». In altre parole «quasi un’espropriazione senza indennizzo per tutti quei cittadini che, rispettosi della legge, non hanno costruito abusivamente e che oggi sono proprietari di terreni svuotati di qualsiasi capacità edificatoria e/o comunque fortemente limitata».

Secondo i ricorrenti «il piano adottato si basa su una rappresentazione non corrispondente alla reale situazione del territorio». E non mancherebbe, quindi, qualche pasticcio. Un esempio tra diversi possibili: avere previsto una strada in coincidenza di un fabbricato che il proprietario ha regolarmente costruito su concessione edilizia del Comune.

Altra “accusa” cocente è che i progettisti se ne sarebbero infischiati degli orientamenti stabiliti dall’assemblea cittadina. Prova ne sono –viene evidenziato– la differenziazione edificatoria delle “zone C” o l’obbligo di cessione gratuita di aree per servizi da parte dei proprietari nella misura di 18 mq per abitante. «Le esigenze di equità e di efficacia –sottolinea ancora l’avv. Ingiulla– che erano state ritenute prioritarie dal Consiglio Comunale, sono state totalmente disattese dai progettisti, che hanno seguito un loro autonomo iter logico-giuridico, disancorato dalle direttive impartite dall’organo titolare della potestà pianificatoria in materia urbanistica».

Non mancano, infine, vizi formali come l’assenza della firma dagli atti del Piano dell’ing. Giuseppe Distefano. Un’estromissione illegittima, secondo l’avv. Ingiulla. Il quale, per dirla tutta, ricorda che il funzionario espresse critiche proprio sulla discrepanza tra dettami consiliari e scelte progettuali.

Tutte contestazione, su cui l’amministrazione Glorioso –ad una richiesta di commento avanzata da Biancavilla Oggi– ha risposto “no comment”, preferendo solo ricordare «lo sblocco dell’iter del Prg dopo vent’anni e l’opportunità dei cittadini di fare valere le proprie ragioni».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

Pubblicato

il

Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti