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Alessandro Rapisarda ordinato diacono in Cattedrale da monsignor Gristina

È la terza ordinazione “biancavillese” (dopo quasi trent’anni anni) per l’Arcidiocesi di Catania

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© Foto Biancavilla Oggi

È l’ultimo atto di mons. Salvatore Gristina, in attesa che, a giorni, arrivi e si insedi a Catania il nuovo vescovo, mons. Luigi Renna. Un atto compiuto in qualità di amministratore apostolico dell’arcidiocesi e concordato con il suo successore. In Cattedrale, ordinato diacono permanente Alessandro Rapisarda. «Per l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione» di mons. Gristina: così recita la formula. Al suo fianco, la moglie Maria Teresa Pappalardo.

Si tratta della terza ordinazione diaconale di provenienza “biancavillese” nella diocesi etnea, dopo quella di Nicolò Cantone (nel 1994) e di Francesco Furnari (nel 1995). La celebrazione solenne ha riempito il Duomo. Presente una rappresentanza del clero biancavillese.

Laureato in Scienze religiose presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, Rapisarda, dall’inizio del suo percorso verso il diaconato, è assegnato alla parrocchia “San Pietro” di Adrano ed è responsabile del Centro d’ascolto vicariale della Caritas. Socio della nostra casa editrice “Nero su Bianco”, nella redazione di Biancavilla Oggi ha maturato l’esperienza che lo ha portato a diventare giornalista pubblicista (adesso frequenta un master di “Etica e giornalismo”).

Un’esperienza messa a disposizione dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali, diretto da padre Giuseppe Longo. Qui, Rapisarda ha dato il suo contributo alla rinascita della storica testata “Prospettive”, curando l’edizione online. A lui si deve la conversione “social” della comunicazione diocesana con eventi streaming, sperimentati in occasione del primo lockdown (a cominciare dalle celebrazioni di Sant’Agata) e diventati prassi di successo. Un impegno particolarmente apprezzato dal vescovo.

«Alessandro –ha sottolineato, non a caso, Gristina– annuncerà il Vangelo con un’attività specifica attraverso il servizio di comunicazione sociale. Un servizio che, con la sua ordinazione, sarà ancora più qualificato».

Tra chiesa madre e parrocchia Annunziata

L’impegno sociale, culturale ed ecclesiastico nel mondo cattolico di Alessandro Rapisarda ha radici profonde. Nella chiesa madre di Biancavilla ha fatto parte della corale ed è stato volontario Caritas, oltre ad avere svolto il ministro straordinario della comunione. È stato presidente del Circolo “San Placido”, promuovendo il culto del patrono di Biancavilla, tra iniziative culturali ed azioni caritatevoli. In Vaticano è stato volontario per l’accoglienza dei pellegrini nel Giubileo della Misericordia.

Proveniente dalla parrocchia “Maria Santissima dell’Elemosina”, ha allargato ed intensificato il suo impegno all’Annunziata. Qui ha fatto parte del direttivo dell’associazione “Mondo nuovo” e del gruppo “Sicomoro”. E poi si è rivelato tra i più convinti promotori della fondazione di “Casa Madre Teresa di Calcutta” per la distribuzione di indumenti agli indigenti, biancavillesi e stranieri.

La carità e la solidarietà, spesso silenziose e lontane dai riflettori, rappresentano senz’altro il filo che lega ogni sua esperienza per la Chiesa. Ne siamo diretti testimoni: dalla distribuzione di alimenti a famiglie bisognose alla ricerca del dialogo e del confronto con la comunità musulmana di Biancavilla o con quella dei Testimoni di Geova.   

L’augurio laico di “Biancavilla Oggi”

Ad Alessandro vanno i più sinceri auguri di Biancavilla Oggi e “Nero su Bianco”. Un augurio laico perché possa proseguire il suo impegno a Biancavilla, dando il suo personale contributo affinché la Chiesa locale sia vicina agli ultimi, slacciandosi da orpelli anacronistici ed inutili nostalgismi. Una Chiesa rispettosa delle tradizioni identitarie, ma ricacciante i tradizionalismi retorici e le tentazioni di un conservatorismo fuori dal tempo. Alessandro è profondamente consapevole del ruolo che da oggi assume.

Gli auguriamo di portare sempre a mente le parole di Papa Francesco perché possa operare con coerenza nel perimetro che gli è proprio: «Non bisogna vedere i diaconi come mezzi preti e mezzi laici. Questo toglie forza al carisma proprio del diaconato. E non bisogna immaginare il diacono come un intermediario tra i fedeli e i pastori. Ci sono due tentazioni per i diaconi. Una è il clericalismo. Il diacono “clericalista” non va bene. È un pericolo. Mi capita di vedere qualcuno di loro, assistere alla liturgia, che sembra volere prendere il posto del prete. Questo non va bene. L’altra tentazione è il funzionalismo, cioè fare da aiuto prete, come se si fosse un ragazzo che fa i compiti. Niente di tutto questo. I diaconi hanno un carisma chiaro nella Chiesa e va custodito. Il diaconato è una vocazione specifica, familiare, che richiama il servizio. Il diacono è il custode del servizio nella Chiesa. Servizio alla Parola, all’altare, ai poveri».

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Chiesa

Addio a fra Salvatore Barbagallo: fu docente di liturgia all’Antonianum

Aveva 67 anni: originario di Biancavilla, si era dedicato per tutta la vita al mondo accademico

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È morto all’età di 67 anni fra Salvatore Barbagallo della Provincia dei Frati Minori di Sicilia. Originario di Biancavilla, era stato docente di Liturgia prella la Facoltà teologica della Pontificia Università Antonianum di Roma.

Nato il 26 giugno 1956, nel 1992 ha conseguito il Dottorato in Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. È stato preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor Hominis” e professore di Liturgia presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra.

Autore di saggi, libri e articoli, nel 1996 aveva pubblicato “Iconografia liturgica del Pantokrator”, per i tipi delle Edizioni Pontificium Athenaeum Anselmianum.

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