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Lamentele legittime, ma la “movida” a Biancavilla resta una preziosa risorsa

Il fenomeno è da regolare, ma ridurlo soltanto a tema di ordine pubblico dimostra una visuale “provincialotta”

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Da oltre una ventina di anni, ormai, Biancavilla è diventato un centro più o meno apprezzato per la presenza di pub e locali serali. Spesso sui social appaiono, però, lamentele e luoghi comuni, che si sono via via affermati intorno al fenomeno della movida.

Tralascio da ogni considerazione coloro che in maniera pretestuosa e strumentale cercano di ottenere consenso politico. Dimenticano, costoro, che tutte le fazioni che si sono succedute nel governo del paese hanno avuto a che fare con la movida, senza riuscire a proporre soluzioni o miglioramenti.

Coloro che oggi recitano la parte degli indignati, magari sono gli stessi che per anni hanno fatto i trombettieri della #bellabiancavilla o che hanno avuto ruoli amministrativi fallimentari. Eppure, non hanno mai mosso un dito per i quartieri del centro storico. Anzi, l’ordine era quello di nascondere la polvere sotto il tappeto. Lasciamo perdere, inutile infierire.

Sono invece valide e da attenzionare le lamentele che periodicamente vengono manifestate dai residenti che hanno case attigue a pub e locali o nelle strade in cui si concentrano le folle giovanili.

Movida, non solo questione di ordine pubblico

Per approfondire il fenomeno, però, è importante mettere a fuoco che siamo dinanzi ad una questione complessa. Non può essere letta semplicemente come argomento di ordine pubblico. Infatti, le ordinanze e gli atti amministrativi sono stati adottati e pure multe e verbali sono stati elevati, ma le criticità restano. È la prova che la questione non è soltanto di ordine pubblico o amministrativa.

La movida, al contrario, richiama i temi della relazionalità, della qualità della vita, della fruizione dei centri storici, della forza creativa dello spazio urbano, prima ancora che quelli economici della produzione di reddito e lavoro.

Questo non significa che tutto sia ammesso e che debba regnare l’anarchia. La vocazione dei centri storici fa anche da incubatore di comportamenti deviati, a volte illegali, che generano senza alcun dubbio problemi gestionali di ordine pubblico. E che rendono difficile la coesistenza delle diverse esigenze. Aspetti che le istituzioni sono tenute costantemente a tenere sotto controllo.

Considerato che ormai tanti imprenditori locali e le scelte politiche di tutti gli schieramenti hanno investito in questo settore, sembra anacronistico e insensato pensare a una retromarcia. Non lo dicono esplicitamente, ma certi “puritani” sottintendono al ritorno a luoghi desolati (come lo erano piazza Annunziata o via Umberto). Desolazione che fa da preludio ad un ulteriore abbandono del centro storico, già evidente in alcune centralissime zone di Biancavilla.

Movida, si prenda esempio dall’Europa

Le problematiche legittimamente sottolineate dai residenti sono similari a quelle che emergono in ogni paese o cittadina europea che abbia un minimo di vitalità. Schiamazzi, sosta selvaggia, ragazzi in preda ai fumi dell’alcol che urinano per strada, bottiglie abbandonate in giro. Tuttavia, alcune di queste problematiche possono essere alleviate prendendo spunto da quel che accade nel resto del continente. Rendere le zone della movida isola pedonale con speciali pass per i residenti, tanto per citare una possibile idea. Oppure installare bagni chimici nei luoghi più frequentati. O ancora incentivare e sostenere i residenti nell’acquisto di infissi antirumore.  

Alcuni problemai, trascurabili, rimarranno comunque. Per sua natura, infatti, la parola “Movida” evoca l’idea di veri e propri distretti urbani della creatività, della musica e del buon vivere. Luoghi della città affollati e chiassosi, in cui esercizi commerciali e spazi pubblici diventano crocevia di relazioni, incontri, scambi che incentivano e migliorano il brand globale della città. Chi si limita a vedere gli effetti della inciviltà, trascurando tutto il resto, che è vivacità economica e sociale, ha una visuale di provincialotto fuori dal tempo.

Dopo il Covid-19 abbiamo appreso a caro prezzo il valore dello stare insieme. La movida contribuisce a quella fruizione collettiva. È una delle modalità in cui le persone si esprimono ed esprimono quella voglia di vivere le proprie relazioni e il tempo libero negli spazi pubblici. La movida, quindi, rimane per Biancavilla una grande risorsa per rendere la città vibrante, vissuta, profondamente umana, in grado di generare valore sociale, oltre che economico, e di operare come magnete.

Spetta, comunque, ai cittadini e all’amministrazione comunale dettare le linee future per regolare questi fenomeni e combattere lo spettro dell’abbandono dei centri storici. Il valore sociale che aziende private hanno creato, investendo a Biancavilla, è elevatissimo. E pure i residenti, seppur in maniera meno evidente, beneficiano di una vitalità che dà valore a piazze e strade in cui vivono e che, in assenza della movida, sarebbero lasciate alla desolazione. Nel resto d’Europa questo è chiaro, a Biancavilla siamo ridotti alla polemichetta paesana.

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18 Commenti

18 Commenti

  1. lorena

    13 Settembre 2021 at 19:49

    Non comprendo perchè bisogna politicizzare ogni cosa, ad ogni costo. Cosa c’entra la movida con le amministrazioni comunali passate, presenti o future? Se di ordine pubblico si parla, devono occuparsene le forze dell’ordine (polizia o carabinieri) che non dipendono certamente dal Comune o dall’amministrazione comunale di turno. I Vigili urbani possono fare poco o nulla, quindi non vanno tenuti neppure in considerazione. I partiti politici cosa c’entrano? conta solo l’educazione, quella che i giovani d’oggi hanno sempre meno, o non gli viene del tutto impartita. Ricordiamoci che la cosiddetta movida, che tanto criticate, non è composta solo da ragazzini che schiamazzanno oppure urinano per strada, ma è composta anche da adulti, assidui frequentatori di locali, con le proprie famiglie e bambini, gente che lavora e fa girare l’economia del paese, mica di soli ragazzini che si ubriacano con i 20 euro di paghetta settimanale.

  2. Vittorio Fiorenza

    10 Settembre 2021 at 17:45

    Gentile Gianfranco, grazie degli apprezzamenti al nostro lavoro.
    Purtroppo la questione del “blocco” di commenti, parole e “anomalie linguistiche” è una questione assai delicata. Anche senza volerlo, attivare certi meccanismi equivarrebbe ad attuare un’azione censoria e limitante delle opinioni (per quanto grossolane e sguaiate possano essere).
    Se un commento è valido nel suo complesso ma contiene parti “colorite”, sarebbe etico oscurare quelle porzioni? Non significherebbe, questo, “manipolare”? Oppure, in tal caso, dovremmo cestinare l’intero pensiero? E non sarebbe, questo, “oscurare”?
    Le redazioni dei giornali non sono enti certificatori di qualità dei commenti degli utenti. Gli utenti si esprimono per quello che sono e i relativi commenti ne sono l’espressione. Possono essere intelligenti o stupidi, edificanti o inconcludenti… Lo spettro è ampio e il tenore dei commenti sugli spazi web segue logiche che valgono su “Biancavilla Oggi” come sul “New York Times”.
    Se si pretendono opinioni controllate, programmate, misurate, organizziamo un convegno a Villa delle Favare e, forse, le sentiremo lì. I social e il web –piaccia o meno– sono invece come una “piazza Roma” in cui coesistono l’intellettuale (presunto) seduto al Circolo Castriota, il muratore dell’Unione Operai, ma anche il bullo 15enne che tira pallonate, qualche buzzurro che scatarra a terra ed il solito incivile che butta cartacce. Vogliamo chiudere piazza Roma? Vogliamo la selezione dei commentatori in base all’uso di termini e linguaggio appropriati secondo i “nostri” canoni? Impossibile.
    Ecco perché il criterio delle redazioni giornalistiche online resta uno, fondamentale: eliminare le espressioni e i commenti palesemente diffamatori o incitanti all’odio e alla violenza, per esempio. “Biancavilla Oggi” su questi aspetti interviene in maniera puntuale. Il resto fa parte della “variegata umanità”.
    Alessandro Rapisarda, l’autore dell’articolo sulla “movida” che ha suscitato questo “dibattito”, è stato oggetto di espressioni ed epiteti sul web e sui social. Eppure si è limitato ad esprimere un pensiero, un’opinione. Se Alessandro etichettasse e percepisse come offese immeritate i termini “supponenza”, “burbanza”, “arroganza” e “acidume” usati dal prof. Pelleriti, dovremmo censurare l’intervento di quest’ultimo? Ovvio che no. Così come non abbiamo ascoltato certi rigurgiti censori suscitati dal suo articolo, pubblicato qualche tempo fa, sul baccano derivante dalle attività oratoriali.
    Chi si espone online deve essere consapevole di imbattersi in quella “variegata umanità” di cui sopra. La mia opinione personale è che bisogna sorvolare su certi commenti e prendere in considerazioni quelli sensati. Nonostante tutto, negli spazi online e nei social, di commenti intelligenti e di valore se ne trovano più di quanti ne possiamo contare nelle ormai vuote sale convegno.

  3. Gianfranco

    9 Settembre 2021 at 23:12

    Vittorio Fiorenza, ti do atto sulla vostra obiettività giornalistica e di dare spazio a chiunque voglia comunicare; io stesso ne ho potuto usufruire
    tempo fa scrivendo delle mie considerazioni su alcune tematiche sociali biancavillesi.

    E condivido l’aspetto non censorio del vostro giornale, ma
    poiché ogni commento passa al vaglio del vostro controllo significa che se ci fosse qualche “anomalia lingustica” sarebbe in qualche modo bloccata.

    Ho letto un commento che invita ad andare “all’ospizio”; non pensavo potesse passare; anche questi “dettagli” incidono sul livello del confronto di idee e ne determinano la valenza.
    Censura no, ma un richiamo alla pacatezza credo sia doveroso.

    Un saluto e sostegno

  4. Biancavilla Oggi

    9 Settembre 2021 at 22:43

    Sulla movida, “Biancavilla Oggi” ha dedicato diversi articoli, nell’arco degli anni, trattando l’argomento sotto ogni punto di vista.
    Abbiamo dato voce alle ragioni dei residenti, abbiamo dato spazio al gruppo “Biancavillesi per la quiete notturna”, abbiamo evidenziato atti di inciviltà, documentato lo stato di piazze e vie del centro storico. Ma abbiamo anche dato spazio alle ragioni (altrettanto legittime) di chi vede nella movida un’occasione di socialità ed una opportunità economica.
    Non abbiamo una posizione precustituita: non siamo un “partito”. Sul sito e sui nostri canali social, ognuno è libero di lasciare un pensiero. Ognuno lo fa con il proprio stile e la propria sensibilità.
    Non entriamo nel merito né del pensiero espresso né delle modalità con cui viene espresso (a meno che ci siano contenuti palesemente diffamatori). Certo è che l’atteggiamento censorio non appartiene alla nostra cultura politica né professionale.
    Chi commenta, deve accettare che il proprio contributo possa suscitare reazioni. Fa parte del gioco. Scambiare le dinamiche dei social e del web con quelle di un convegno o un seminario, purtroppo rappresenta una ingenuità.
    Ma tutto questo non è un motivo per non visitare più “Biancavilla Oggi”, che resta l’unica testata giornalistica locale in cui, oltre alla cronaca e alle notizie, si possono trovare riflessioni, opinioni, analisi non soltanto nelle pagine a contenuto giornalistico ma anche in quello spazio libero che è la nostra rubrica “Detto tra blog”. Talmente libero da avere ospitato contributi di autori con le sensibilità più diverse. Anche il prof. Alfio Pelleriti ne può dare testimonianza, essendo stato più volte gradito ospite.
    Tutto questo non è e non può essere minimamente offuscato da una manciata di commenti non graditi, a fronte di oltre 4000 articoli pubblicati in sette anni.

  5. Alfio Pelleriti

    9 Settembre 2021 at 21:07

    Riconosco di avere commesso un grave errore collegandomi al sito “Biancavilla oggi”, dove ancora una volta ho dovuto constatare che si può offendere inopinatamente chiunque esprima una sua opinione che non collima, in questo caso, con il “partito” che opera in difesa ad oltranza della movida.
    Non intendo rispondere alle risibili critiche al mio intervento né al sarcasmo d’accatto di certi “ussari” della tastiera, né alle malevoli interpretazioni dei miei interventi, se non addirittura alle menzogne (non ho mai attaccato gli oratori). Dico semplicemente che non sono affatto contrario alla libera intrapresa economica né ai pub in particolare. Mi sono limitato a mettere a fuoco delle criticità che gravano su tale realtà, che tutte le autorità locali dovrebbero affrontare e vigilare affinchè le regole civiche vengano rispettate e salute, sicurezza, quiete, igiene possano essere garantite a tutti i cittadini, dai bambini agli anziani.
    Con ciò, ringrazio Vittorio Fiorenza per l’ospitalità, ma non credo sia più interessante visitare “Biancavilla oggi”, rischiando senza volerlo di impantanarsi in confronti da taverna.

  6. Francesco

    9 Settembre 2021 at 11:19

    Sig. Pelleriti, non so se lei è di Biancavilla, o ci ha mai vissuto, ma ha una visione totalmente distorta della realtà del nostro paese. Le spiego se non lo sa, o le ricordo se l’ha dimenticato, che la Movida a Biancavilla c’è sempre stata, oltre vent’anni fa, seppur in quartieri diversi,(zone scuola elementare Guglielmo marconi) la Movida esisteva già, e proprio li i primi PUB nacquero negli anni novanta, e c’erano già dei bar che fungevano da pub sin dagli anni 80, e NESSUNO, degli abitanti di quella zona si è mai lamentato di schiamazzi, zozzonerie, musica alta e quant’altro. Ciò sta a significare che non sono nè i locali nè la movida a causare i lamentati disagi dei cittadini, ma solo l’educazione che i genitori di oggi impartiscono ai propri figli, che è totalmente carente, rispetto al passato. Gli stessi genitori che si lamentano della movida, sono quelli che il sabato sera danno al bambino di 15 anni la paghetta di 50 Euro, e lo mandano allo sbaraglio sino all’alba. Non mi pare che queste persone protestano contro i tabaccai se un parente muore di cancro, o contro le fabbriche di automobili se il figlio ha un incidente….ma allo stesso tempo non li educano a non fumare o a non guidare ad alta velocità. Puritani e provincialotti è dir poco in realtà, qui si parla proprio di bigottismo ed intolleranza. I locai certamente sono un valore aggiunto per il nostro paese, poichè attirano turisti o semplici fruitori occasionali, e dare la responsabilità delle azioni compiute da questi giovani indisciplinati ai gestori dei locali è da folli

  7. Alfio Mauceri

    9 Settembre 2021 at 9:10

    Pelleriti le consiglierei qualche ottimo ospizio in periferia, meglio se fuori paese. Così potrà godere del silenzio desiderato. Non avrà ragazzi che giocano negli oratori, giovani che si divertono nei pub e soprattutto avrà una platea di anziani pronti a partecipare alle sue “piazze grandi”.

  8. Antonella

    9 Settembre 2021 at 0:10

    Si risolva il problema dei rifiuti la mattina e poi potete fare tutta la movida che volete

  9. Furnari Samuele

    9 Settembre 2021 at 0:04

    Il signor Pelleriti mi sa che è lui che ribalta la realtà. Già dal titolo dell’articolo si specifica che le lamentele dei residenti sono legittime. Però si aggiunge anche che la movida è una risorsa per Biancavilla. Una persona può avere questa opinione oppure per forza deve coincidere con la sua? Signor Pelleriti non c’è soltanto la “sua” realtà e Rapisarda ha espresso con educazione (la supponenza la vede solo lei perché infarcito di pregiudizio) un punto di vista. Sarà diverso dal suo, ma ha tutto il diritto di usare i termini che vuole, come lei usa i suoi.

  10. Ragazzo dell'oratorio

    8 Settembre 2021 at 23:51

    Pelleriti, ma lei è lo stesso che ce l’aveva con gli schiamazzi dell’oratorio? Mi scusi tanto, ma io la supponenza la vedo nel suo commento e in quel suo intervento contro i ragazzi dell’oratorio. A volte, basta farsi degli infissi adeguati e i problemi apocalittici che vedete voi scomparirebbero in un istante.

  11. Nicolosi Salvo

    8 Settembre 2021 at 22:42

    Ma state a Biancavilla o sulla Luna?… indignatevi per l’ambulanza della morta, per le storsioni, per i mafiosi…….. Vergogna, tutti contro la movida, i giovani e gli imprenditori… Quanto ci sono cose di mafia tutti zitti, nessuno che commenta, nessuno che parla di ordine pubblico, siete omertosi… sa pigghiunu ca movida… pppuuu

  12. Comunisti col Rolex

    8 Settembre 2021 at 22:32

    Questo articolo ha tre meriti:

    1) Avere fatto svegliare la sinistra radical chic di Biancavilla, che ha lo 0,000001% di consenso elettorale
    2) Avere scoperchiato una sinistra aristocratica e sonob che chiede “polizia e manganello” come la più becera destra fissata con “ordine e disciplina”
    3) Avere fatto emergere la ridicolaggine di certi tizi, che di fronte ad un’opinione scritta con civiltà ed educazione attacca l’autore anziché soffermarsi solo sul contenuto della critica

    Genitori ed insegnanti guardatevi in faccia e ammettete i vostri fallimenti educativi. Troppo comodo scaricare le colpe sulla movida e sui gestori dei locali. La droga e l’alcool c’erano a Biancavilla quando voi eravate giovani, già 30 anni prima che aprissero pub e locali notturni. Ipocriti.

  13. Gianfranco

    8 Settembre 2021 at 21:53

    Rispondo a Salvo.

    Sono io che ho parlato di regole e ti pregherei di non usare il termine falsità; accetterei di più se si tratti di imprecisioni.

    Detto ciò non ho scritto da nessuna parte che non ci sono controlli o che non siano state elevate multe.
    Ho scritto invece che sono a favore della Movida (ne ho usufruito ben prima che nascesse a biancavilla) quale elemento di vivacità e socializzazione; e non è necessario che ci sia un uomo in divisa per ogni persona.

    Mi riferisco al “presidio” costante delle zone, alla presenza di ordinaria amministrazione, che sia quantomeno da deterrente di certi atti incivili.
    Ne hai mai visto uno che presidi?
    Non sono i controlli e le multe il problema, è la prevenzione che la polizia urbana è tenuta a dare; è il loro lavoro per il quale anche tu contribuisci, ma mi risulta (aspetto smentite) che il loro orario di servizio sia abbastanza rigido e routinario e difficilmente modificabile; questa è la prima mancanza di regole, ed è a questa che mi riferisco nello specifico del tema movida.

    Poi possiamo discutere una vita sull’educazione dei genitori verso i figli e sicuramente la maggioranza la penseremo in modo simile; ma dobbiamo aspettare l’insegnamento dell’educazione per cercare di contenere al massimo i disagi e le inciviltà?

    Ma è il genitore che in quella sera deve impedire a qualche deficiente di sbarrare le vie d’accesso con la sosta della sua auto? Oppure aspettiamo che si educhi chi in quella sera orina sui portoni?

    Ripeto, le regole a cui mi riferisco sono quelle completamente disattese da chi dovrebbe essere di esempio.

    Che i pub e locali lavorino, e ci mancherebbe altro, così come i giovani e meno giovani escano e si incontrino; ma ciò che a mio parere manca è il giusto equilibrio tra chi movida e chi non movida, e un contributo importante lo danno quelle regole di cui ho parlato e confermo che sono totalmente assenti

  14. Alfio Pelleriti

    8 Settembre 2021 at 21:06

    QUANDO SI GIOCA AL RIBALTAMENTO DELLA REALTA’
    “Provincialotto”, “puritano”, “polimichette”… Ma quanta supponenza, quanta burbanza in questa analisi che fa riferimento a realtà europee e alle grandi risorse che provengono dalla movida nostrana!
    Secondo il signor Rapisarda pub e locali renderebbero il nostro avito paese una “città vibrante” e “profondamente umana” e addirittura, ragazzini e baldi giovani, che fanno le ore piccole ingurgitando birra e superalcolici e sconquassando i timpani propri e altrui con musicaccia da discoteca su e giù per le vie del centro, genererebbero “valore sociale”!!
    Quanta arroganza e acidume comunicativo nel liquidare senza appello chi pensa che la movida a Biancavilla, come in altre realtà, rappresenti un problema enorme per la sicurezza sociale, per la vivibilità del centro storico, per il valore economico quasi azzerato degli immobili. Tutti scappano, se possono, dalle vie “vibranti” del centro biancavillese, diventato ormai invivibile.
    Biancavilla sarebbe una cittadina “apprezzata per la presenza di pub e locali serali”? non avremmo dunque nient’altro per farci apprezzare?
    Noi non possiamo vantare la tradizione dei pub irlandesi né abbiamo la cultura e il senso civico delle popolazioni scandinave per poter rendere tale realtà un volano di socializzazione e di creatività. Quel che accade oggi è l’esatto contrario, a meno che non ci si voglia esercitare ancora una volta nel ribaltamento della realtà (siamo insuperabili in quest’arte!), facendo luccicare come gemme rare ciò che è scuro e tenebroso come una notte senza luna.

  15. Vincenzo Sangiorgio

    8 Settembre 2021 at 18:23

    Quello che scrivi tu Alessandro sarà un po’ controcorrente rispetto al biancavillese medio, però lo condivido in pieno. Se c’è una cosa buona a Biancavilla questa è la movida. Il fatto che si sono atti di inciviltà che va combattuta non deve fare venire meno il sostegno a esercenti che hanno investito e che hanno contribuito a rendere vivo un centro storico che altrimenti poteva essere raso al suolo. Però i soliti 4 scunchiuduti che devono fare i bacchettoni li trovi sempre. Sanno tutto loro e se non dici le cose come loro allora ti assaltano. Gente da due lire.
    (Sono in debito di un caffè con te, non l’ho dimenticato)

  16. Salvo

    8 Settembre 2021 at 18:09

    Chi dice che a Biancavilla non ci sono regole, afferma una falsità. A Biancavilla le regole ci sono, le multe sono state anche elevate. I controlli ci sono anche stati, a meno che si voglia un uomo in divisa h24 per ogni giovane. Il problema non è la movida: tanti perbenisti dal pullover di cashimere non lo vogliono capire. Il problema è l’educazione che famiglie, scuole e parrocchie non sono in grado di dare. Inutile girarci intorno e trovare nella movida il mostro contro cui combattere. Se in un solo colpo facessimo scomparire i pub di Biancavilla, la maleducazione, l’inciviltà, gli spinelli e la sosta selvaggia resterebbero intatti. Non è un problema di ordine pubblico ma di grado educativo. L’educazione e la civiltà non si portano con le delibere di Giunta.
    PS Io abito non troppo lontano dai luoghi della movida, quindi so di cosa parlo. Il problema dell’inciviltà esiste ma c’è chi strumentalizza questi problemi per finalità politiche. A Biancavilla ci conosciamo tutti e chi parla oggi quando stava zitto ieri non ha dignità. Lo dico apertamente: sono apolitico e non mi interessano i colori politici, tanto sono tutti gli stessi.

  17. Gianfranco

    8 Settembre 2021 at 17:44

    Alessandro,
    premetto che non mi interessa nessun aspetto politico né tantomeno rappresento chi, come scrivi, si limita a evidenziare solo l’aspetto di ordine pubblico.
    Sono abbastanza convinto che nessuna Amministrazione locale potrà risolvere alcuni problemi, che sono la cornice del quadro Movida, fino a che non si prendano misure organizzative diverse e mirate verso “chi” davvero deve avere le competenze e,aggiungo,il dovere di vigilare su qualsiasi evento pubblico.

    Detto ciò non c’è dubbio che la Movida(come un concerto, un evento festivo o sportivo, o teatrale…) sia un momento di socialità, di relazioni, di vitalità, che fa rivivere quartieri “addormentati”; ma ciò rimangono belle parole e pensieri nel momento in cui il tutto si traduce “fate quel che volete” tanto non vi vede nessuno e i cittadini della zona faranno le ennesime lamentele che puntualmente saranno cestinate.

    Che relazionalita’ c’è nel lasciare le auto sbarrando le vie? Oppure servendo alcolici a ragazzi/e che non superano neanche i 15anni? Oppure sparare non solo petardi(mi riferiscono che alcuni cittadini hanno trovato dei bossoli al mattino?!)

    Che relazionalita’ c’è nell’essere ubriachi e mettersi al volante? Oppure attraversare i quartieri col volume stereo alto tanto quanto l’imbecillita’del guidatore?

    E poi, sinceramente, non vedo nessun effetto positivo da tutta questa relazionalita’ sociale nel quotidiano, sia nei comportamenti che nella cultura generale.

    Non voglio tediarti ancora,è bene che ci si relazioni, che si facciano vivere i centri storici, condivido l’idea di isola pedonale (fosse per me tutta la via Vittorio Emanuele dovrebbe essere pedonale 365gg/anno), ma in tutte le città, italiane ed europee, nei giorni più intensi di Movida troverai sempre e fino a tarda notte le istituzioni locali che presidiano il territorio; e non mi riferisco a carabinieri e polizia.
    E ciò accade perché nel loro lavoro gli orari di presenza sono basati sul “persone giuste nel momento giusto;ed è talmente normale come l’aria che respiriamo.
    La qualità della vita passa anche attraverso regole e credo che a biancavilla manchino del tutto; ecco perché dicevo che nessuno riuscirà a dare un minimo sindacale di vivibilità da movida se non si “scuotono le placide acque” di chi dovrebbe, anzi deve,essere presente.

    Buona giornata

  18. Angela

    8 Settembre 2021 at 14:14

    Alessandro Rapisarda, sarei curiosa di sapere dove abiti. Le cose che scrivi sono sensate, il lavoro, il commercio, le imprese private…Ma non dire che senza pub la gente se ne va ad abitare fuori dal centro storico, che con la movida si riqualifica un quartiere. Le case in centro sono notevolmente deprezzate proprio per questo fenomeno. Comunque se tutto fosse monitorato seriamente sarei d’accordo, accetto tutte le proposte fatte da te prima tra tutte l’isola pedonale, ma attualmente c’è solo da impazzire.E mi dispiace molto che l’età dei frequentatori dei pub si è notevolmente abbassata.Troppi gli adolescenti senza freno.( Io abito in via Umberto)

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Mafia a Biancavilla, quei fallimenti educativi al di là della cronaca

Il processo “Ultimo atto” e gli spunti di riflessione sui “buoni” e i “cattivi” che vivono a fianco

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Una comunità di persone vive anche di queste informazioni, ossia illustrare le attività investigative delle proprie agenzie di controllo. «Blitz “Ultimo atto”, la Procura chiede 125 anni di carcere per 13 imputati», è l’articolo con cui Biancavilla Oggi ci aggiorna sul «rito abbreviato per Pippo Mancari “u pipi” e i suoi picciotti, accusati di mafia, droga ed estorsioni». Normalmente è così: si parla dell’organo che ha indagato, del reato, possibilmente con le ipotesi del guadagno illecito, le attività criminose, i comportamenti, le vittime, spesso senza nome, o soltanto alcune di quelle che in realtà hanno subito. Poi si passa ai criminali, le facce, gli anni di galera previsti, l’attesa del giudizio. Tutto in una sequenza che sembra esaustiva e completa. Poi vedremo le condanne, la sentenza, l’appello, etc.

Questo ci basta? Ci basta questo per sentirci a posto come cittadini? Sembra di assistere ad un canovaccio uguale e distante da noi, anche se stiamo parlando di persone e gente che incontriamo ogni giorno. Mi chiedo: questa operazione di polizia e la sua divulgazione ci bastano per la nostra idea di comunità? Non c’è forse un tratto di vita tra carnefici e vittime che ci potrebbe interessare di più? La frattura al contratto sociale si ricompone da sola? Mi chiedo. Loro sono i cattivi, o quelli che hanno sbagliato – e si vede dalle facce – e noi siamo i buoni? È proprio così?

In realtà nelle strade e nelle piazze siamo lì, insieme, ognuno per la propria vita, ma tutti accanto l’uno all’altro. Questo tipo di notizie, che diventano solo cronaca, non sono fin troppo indifferenti alla vita di chi ha sbagliato e di chi ha subito il torto.

Come possiamo fare per capire ciò che potremmo fare in termini comunitari? Perché si continua a chiedere il pizzo e si continua a spacciare, nonostante le pene previste? Parlo ovviamente in termini generali e non su questo caso specifico.

Io penso che dove si commette un reato di questa portata, qualcosa non ha funzionato anche prima ed anche in tutti noi. In questa comunità di persone c’è stato un fallimento. Reati del genere coinvolgono molte più persone, atteggiamenti, comportamenti, amicizie, conoscenze. Un mare di persone. E molto tempo prima ha lasciato che le cose sfuggissero di mano. Reati del genere parlano di fallimenti educativi in primis, poi di tante altre cose. C’è il momento della condanna, dopo le indagini, ma il momento per comprendere come siamo arrivati, un’altra volta a queste situazioni quando? Quando comprenderemo di quali passaggi è fatto un percorso di comunità in questa direzione?

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