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Lo show notturno dell’Etna: l’eruzione del vulcano vista da Biancavilla

Attività stromboliana e fontane di lava, l’Ingv: «Sul cratere di Sud-Est attivate altre bocche»

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© Foto di Dino Greco

Ancora uno spettacolo offerto dall’Etna. Il Vulcano è in eruzione. Ecco qui uno scatto notturno dell’attività stromboliana vista da Biancavilla, dopo le immagini della colonna di fumo e cenere dello scorso 16 febbraio.

L’Osservatorio etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia fa sapere che sul cratere di Sud-Est si sono attivate altre bocche, in direzione della “bocca della sella”, producendo fontane di lava ed attività stromboliana. Alle ore 00:28 l’attività si è improvvisamente intensificata, generando getti di lava alti 800-1000 m sopra il Cratere di Sud-Est. Poco dopo ha avuto inizio un trabocco lavico dalla “bocca della sella” alimentando un flusso lavico diretto verso sud-ovest. Una colonna eruttiva si è alzata diversi chilometri sopra la cima dell’Etna.

L’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto valori molto elevati, superiori a quelli registrati nei parossismi precedenti. La localizzazione della sorgente del tremore permane al di sotto del Cratere di Sud-Est.

Anche i segnali infrasonici mostrano valori molto elevati sia nel tasso di accadimento che nell’energia dei transienti infrasonici. Durante l’evento eruttivo in corso i dati di deformazione confermano modeste variazioni registrate alla rete clinometrica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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