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Un’antenna 5G in via Mongibello mette in apprensione gli abitanti del quartiere

L’impianto di telefonia sarà collocato nel terrazzo della Casa del fanciullo “Francesca Messina”

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Un quartiere in subbuglio per l’imminente installazione di un’antenna 5G, a supporto della telefonia mobile delle varie compagnie. Il punto in cui dovrà essere posta è il terrazzo di via Mongibello, a Biancavilla, che ospita le suore salesiane. Ma le suore – va subito specificato – non c’entrano sul piano formale, non avendo voce in capitolo sul contratto di locazione. L’immobile, infatti, è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”, uno storico ente pubblico biancavillese.

Al di là delle questioni formali, da giorni gli abitanti della zona sono in apprensione per la decisione di installare l’antenna in quel punto. Operai dell’Enel hanno già eseguito alcuni lavori preparatori: dettaglio che ha ulteriormente animato gli abitanti.

Le procedure, in questi casi, sono particolarmente rigorose. Per arrivare a questo punto, la ditta incaricata dell’installazione sottolinea di essere in possesso di tutte le autorizzazioni a garanzia della salute pubblica. Della questione è stato investito anche il Comune, il cui ruolo è però limitato alla documentazione urbanistica: l’immobile, da questo punto di vista, non presenta irregolarità.

L’iter, dunque, prosegue e non si esclude che i residenti della zona possano arrivare alla protesta, rianimando scenari di oltre vent’anni fa, quando la telefonia mobile era in vertiginosa espansione. Scenari che oggi vanno conciliati con una rete e un’impiantistica da ritenere strategiche per servizi di comunicazione ormai diventati essenziali.

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Ecco la “sala mortuaria” dell’ospedale di Biancavilla: una grave offesa alla dignità

Le condizioni ignobili di un luogo che dovrebbe accogliere con rispetto la persona deceduta e i loro familiari

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© Foto Biancavilla Oggi

Muri scrostati e mancanza di pulizia. Uno spazio ristrettissimo. Un ripiano rivestito di marmo (non in acciaio, come dovrebbe essere). Ripiano su cui sono evidenti, come nell’annesso lavandino, residui (organici?) che mostrano una mancanza di sanificazione minima. È qui che vengono appoggiate le salme. Un condizionatore d’aria, in alto sul muro, posto al di sopra di una piccola grata di ferro arrugginito.

È questa la camera mortuaria dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Ma sembra un ripostiglio, ricavato in una stanzetta di fronte al vecchio pronto soccorso del plesso di via Cristoforo Colombo. Una porta in legno, un catenaccio e una targa: “Sala mortuaria”. Biancavilla Oggi vi mostra come si presenta, nel video che qui pubblichiamo.

Il luogo – a due passi dalla direzione sanitaria – è un’offesa al decoro e alla dignità che bisognerebbe riservare ai pazienti deceduti in reparto. Salme collocate qui, in attesa della vestizione funebre, della sistemazione nella bara e della consegna ai familiari. Un’attesa durante la quale gli operatori delle pompe funebri sono costretti a muoversi in pochissimo spazio. I parenti del paziente deceduto possono soltanto stazionare fuori, all’aperto, dove si trovano alcuni vecchi sedili in plastica.

Un’indecenza, tra muffa e ruggine. Una realtà poco conosciuta della struttura ospedaliera di Biancavilla, ma che rappresenta una triste esperienza per i familiari che hanno dovuto affrontare il decesso di un proprio caro in ospedale. Riesce difficile comprendere come nella nuova struttura ospedaliera non sia stata prevista o non ancora realizzata una sala mortuaria degna ad ospitare la persona deceduta e ad accogliere i familiari. Una questione di civiltà e di umanità. È una pretesa eccessiva?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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