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Un’antenna 5G in via Mongibello mette in apprensione gli abitanti del quartiere

L’impianto di telefonia sarà collocato nel terrazzo della Casa del fanciullo “Francesca Messina”

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Un quartiere in subbuglio per l’imminente installazione di un’antenna 5G, a supporto della telefonia mobile delle varie compagnie. Il punto in cui dovrà essere posta è il terrazzo di via Mongibello, a Biancavilla, che ospita le suore salesiane. Ma le suore – va subito specificato – non c’entrano sul piano formale, non avendo voce in capitolo sul contratto di locazione. L’immobile, infatti, è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”, uno storico ente pubblico biancavillese.

Al di là delle questioni formali, da giorni gli abitanti della zona sono in apprensione per la decisione di installare l’antenna in quel punto. Operai dell’Enel hanno già eseguito alcuni lavori preparatori: dettaglio che ha ulteriormente animato gli abitanti.

Le procedure, in questi casi, sono particolarmente rigorose. Per arrivare a questo punto, la ditta incaricata dell’installazione sottolinea di essere in possesso di tutte le autorizzazioni a garanzia della salute pubblica. Della questione è stato investito anche il Comune, il cui ruolo è però limitato alla documentazione urbanistica: l’immobile, da questo punto di vista, non presenta irregolarità.

L’iter, dunque, prosegue e non si esclude che i residenti della zona possano arrivare alla protesta, rianimando scenari di oltre vent’anni fa, quando la telefonia mobile era in vertiginosa espansione. Scenari che oggi vanno conciliati con una rete e un’impiantistica da ritenere strategiche per servizi di comunicazione ormai diventati essenziali.

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

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