Violenta e spettacolare eruzione dell’Etna vista da Biancavilla
Attività esplosiva dal cratere di sud-est: ecco lo scenario, reso più suggestivo dalla luce del tramonto
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“Giorno del ricordo” per Salvatore Furno e per tutte le vittime delle Foibe
Violenta e spettacolare eruzione dell’Etna. Tutta la sua potenza in queste immagini che abbiamo girato da Biancavilla. L’attività esplosiva, come riporta l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha registrato un incremento a partire dalle ore 16.10 dal cratere di Sud Est.
Un’attività che ha prodotto fontane di lava con una nube di cenere che si sta disperdendo verso sud. La luce del tramonto rende ancora più suggestivo lo scenario.
Dal punto di vista sismico l’ampiezza media del tremore vulcanico nelle ultime ore si è mantenuta su valori elevata. La sorgente del tremore rimane confinata al di sotto del cratere di Sud Est nell’intervallo di profondità compreso tra 2.900 e 3.000 metri al di sopra del livello del mare.
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La lapide marmorea dedicata a Salvatore Furno mandata in frantumi
Distrutta in via Romagnosi la targa intitolata ad una vittima delle foibe nel “Giorno del ricordo”


La lapide marmorea dedicata a Salvatore Furno (vittima biancavillese delle foibe) è stata frantumata. I pezzi sono a terra, in via Romagnosi. La targa commemorativa era stata affissa, per volere dell’amministrazione comunale, nel luogo i cui aveva abitato Furno, nato nel 1901 e finito nelle foibe nel 1945.
L’affissione della lapide era avvenuta nel “Giorno del ricordo” con la partecipazione di alcuni pronipoti di Furno, che aveva lasciato Biancavilla nel 1933 per andare a fare l’insegnante.
Il sindaco Antonio Bonanno è stato informato dell’accaduto. Il gesto non sarebbe da collegare ad un’azione vandalica. Si sospetta di qualcuno che ha compiuto l’atto in modo sconsiderato, sulla base di segnali che erano stati notati fin dal giorno della cermonia del 10 febbraio.
Da parte del Comune, secondo quanto apprende Biancavilla Oggi, c’è l’impegno da subito a realizzare una nuova targa e ricollocarla nella stessa parete dell’abitazione che fu di Salvatore Furno.
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