Detto tra blog
Ma che fine ha fatto a Biancavilla il Piano Regolatore Generale?

Le feste sono passate; le sfilate, con tanto di fascia tricolore e banda musicale, pure. A questo punto è forse giunto il tempo di interrogarsi sui reali problemi della nostra città e chiedersi: ma che diavolo di fine ha fatto il nuovo strumento urbanistico della nostra città, la cui approvazione sembra ormai un mistero ed un enigma irrisolvibile?
La domanda non è tanto frutto della mia curiosità personale, ma scaturisce dall’esigenza di tentare di dare una risposta a migliaia di cittadini biancavillesi, i quali hanno il diritto di conoscere la reale situazione di una vicenda che si trascina ormai da troppo tempo e che di fatto sta paralizzando la vita economica e sociale di un’intera comunità.
Ricordo, a quanti non lo sapessero, che l’iter di adozione del nuovo Prg del Comune di Biancavilla ha preso avvio nel lontano 2004, quando, con deliberazione n. 24 del 05.04.2004, il Consiglio Comunale di Biancavilla adottò le direttive generali per la revisione dello strumento urbanistico ai sensi dell’art. 3 comma 7 della l.r. 15/91; subito dopo, con deliberazione della Giunta Municipale n. 82 del 31.05.2004, l’ente costituì l’Ufficio del Piano Regolatore Generale composto da personale interno e da una terna di professionisti esterni nella qualità di consulenti.
Con deliberazione n. 60 del 20.09.2005, il Consiglio Comunale approvò lo “Schema di Massima” nel frattempo elaborato dall’Ufficio di Piano e quindi diede mandato ai progettisti di procedere alla redazione dello schema definitivo, tenendo anche conto di quanto emerso in sede di dibattito consiliare e che venne presentato sotto forma di emendamento allegato alla stessa delibera.
Dopo oltre dodici anni dall’approvazione del progetto di massima, con deliberazione n.1 del 10.02.2017, adottata dal Commissario ad Acta con i poteri e le attribuzioni del Consiglio Comunale, venne finalmente adottato il Prg, l’annesso R.E. e tutti gli allegati che lo compongono; il piano venne quindi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia parte seconda n. 8 del 24.02.2017, per consentire agli interessati di presentare le proprie osservazioni ed opposizioni.
Da allora, cioè da circa tre anni, non si sa più nulla e si attende solo che il piano adottato venga finalmente approvato dall’Assessorato regionale competente.
Tale situazione di stallo e di assoluta incertezza, come detto sopra, sta comportando danni enormi alla nostra città, la quale è praticamente sospesa nel limbo tra un piano che non esiste più ed uno che ancora formalmente non esiste.
La situazione è resa ancor più grave dal fatto che, a partire dal mese di febbraio 2017 sono in vigore le cosiddette “misure di salvaguardia”, cioè in pratica non si può realizzare alcun intervento edilizio che contrasti con il nuovo piano adottato. Per essere più chiari, se il vecchio piano mi consentiva di realizzare qualche intervento che contrasta con le previsioni del nuovo piano, io non potrò fare nulla fino a quando il nuovo piano non verrà approvato. Non posso fare quanto previsto dal vecchio piano perché non esiste più, ma non posso fare neanche quanto previsto dal nuovo perché ancora non esiste.
Il paradosso che stiamo vivendo da circa tre anni ha di fatto azzerato l’attività edilizia nella nostra città, con le prevedibili ripercussioni negative sia sotto l’aspetto economico per tanti operatori del settore (imprese, professionisti, ecc.) che rappresentano una delle colonne portanti del nostro fragile tessuto produttivo, ma anche sotto l’aspetto sociale per i tanti cittadini che aspettano di potere legittimamente costruirsi una casa e che si vedono privati di tale diritto.
Senza contare, poi, il danno che stanno subendo quei tanti proprietari che dal 1993 (data di adozione del vecchio piano) ad oggi, si sono visti imporre dei vincoli di inedificabilità che hanno reso di fatto inutilizzabili i loro terreni.
Come già detto in altre occasioni, la reiterazione del vincolo in sede di nuovo Prg costringerebbe il Comune di Biancavilla quantomeno ad indennizzare i proprietari di detti terreni, e quindi darebbe loro almeno un minimo ristoro per il danno che stanno subendo da ormai 26 anni di sostanziale espropriazione di fatto. Ma tale diritto non potrà essere esercitato fino a quando il nuovo strumento urbanistico non verrà definitivamente approvato dalla Regione siciliana, per cui costoro si ritrovano a subire oltre al danno la beffa.
Come si vede, la problematica Prg è la prima delle questioni che una politica seria dovrebbe affrontare e risolvere senza ulteriori indugi e tentennamenti.
Qualche mese fa ho letto una criptica dichiarazione del sindaco di Biancavilla, la quale sembrava lasciare intendere che il nuovo Prg ancora in corso di approvazione regionale, non fosse consono alla reale situazione urbanistica del nostro territorio.
Se in linea di principio si potrebbe condividere siffatta dichiarazione, la conseguenza logica dovrebbe essere quella di opporsi alla suddetta approvazione e di mettere mano ad una revisione dello strumento urbanistico che tenga conto delle effettive esigenze della città, non certo quella di rimanere inerti ed in silenzio di fronte all’immobilismo.
I processi decisionali essenziali per lo sviluppo della città vanno governati e non subiti; ma soprattutto la comunità ha bisogno di conoscere cosa fa la politica per il suo benessere.
Il vicesindaco: «Sbloccato un iter fermo da anni»
«Ritengo opportuno, in qualità di assessore al ramo, intervenire sulla questione Piano Regolatore Generale. Intendo tranquillizzare chi con provocatoria meraviglia si domanda che fine abbia fatto il Prg: lo strumento urbanistico ha seguito il normale iter procedurale e burocratico che impone la legge».
Lo dichiara il vicesindaco di Biancavilla ed assessore all’Urbanistica, Mario Amato, in risposta all’intervento dell’avv. Andrea Ingiulla, ex amministratore comunale, che abbiamo pubblicato sopra.
«L’amministrazione Bonanno se n’è occupata sin dal suo primo giorno d’insediamento. Lo conferma una fitta corrispondenza avuta con la Regione e, soprattutto, gli stessi atti prodotti da amministrazione ed uffici», specifica Amato.
«Nel dettaglio, al nostro insediamento –puntualizza l’assessore della Giunta Bonanno– abbiamo immediatamente presentato alla Regione siciliana il Prg adottato dal Commissario; ci siamo attivati per ottenere il Via/Vas che abbiamo ottenuto ed integrato al Prg, inviandolo nuovamente a Palermo; a luglio la Regione ci ha chiesto ulteriori chiarimenti che abbiamo inoltrato qualche settimana più tardi».
«Il Prg attende, adesso, di essere approvato dalla Regione al massimo entro 270 giorni così come disposto dai termini di legge. Ecco, dunque, qual è lo stato dell’arte. In pochi mesi –conclude Amato– abbiamo sbloccato un inter che era fermo da anni. Un lavoro, per nulla nascosto, che abbiamo reso di dominio pubblico in questi mesi con comunicazioni ed interventi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Detto tra blog
Distacchi elettrici e bassa tensione, disagi continui (anche senza temporali)
Biancavilla all’anno zero per infrastrutture: cabine e rete inadeguate provocano ripetuti disservizi


Partiamo da un fatto: non c’è né un uragano né un cataclisma. Nemmeno un temporale. Non si capisce, dunque, per quale motivo, anche quando splende il Sole, debbano esserci distacchi di energia elettrica o “sfarfallii” da bassa tensione. Con la conseguenza che elettrodomestici e apparecchiature attaccate alla rete elettrica vadano continuamente in tilt. Capita spesso. poi. che in coincidenza di black out, i tempi di ripristino del disservizio debbano misurarsi in ore.
È quello che accade in continuazione a Biancavilla, Bastano banali acquazzoni, a volte senza nessuna goccia piovana, e l’erogazione elettrica viene a mancare. Non è concepibile una cosa del genere. Che un guasto possa capitare, fa parte delle statistiche. Che questo determini disservizi, ci sta. Ciò che non può essere tollerato è l’inefficienza nel ripristino del servizio con tempi lunghi o i ripetuti sbalzi di tensione.
Tutto questo evidenzia – ecco il punto cruciale – infrastrutture obsolete e carenza di personale adeguato alle esigenze di una società che dipende ormai dall’elettricità e dalle reti di comunicazioni. Invece, quasi sempre in coincidenza di una mancanza di elettricità si associa pure il tilt del segnale telefonico, sia VoIP che mobile. È evidente che il sistema sia altamente fragile e vulnerabile.
Basta dare uno sguardo verso l’alto per accorgersi che certi cavi elettrici presenti a Biancavilla risalgono a 50 anni fa. Mancano veri investimenti nel nostro territorio e mi chiedo se, dalla valanga di risorse del Pnrr, vi siano progetti e interventi in questa direzione. Anziché promuovere battaglie contro i mulini a vento (leggasi, per esempio, antenne 5G), la politica pretenda e si impegni in una radicale modernizzazione infrastrutturale del nostro territorio. Il sindaco Antonio Bonanno alzi la voce nei confronti di Enel Distribuzione. Un’intera comunità non può subire in continuazione dopo qualche lampo e ad ogni tuono o, peggio ancora, con il cielo limpido e il Sole splendente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Detto tra blog
I carri “riciclati” e l’inutile classifica: appunti sul Carnevale di Biancavilla
Un evento di successo, ma ci sono aspetti da correggere: il montepremi si divida in parti uguali


Il Carnevale di Biancavilla è un evento riuscito. Un successo consolidato. Va dato atto all’attuale amministrazione comunale che ha resuscitato e salvato un’occasione capace di animare un’intera comunità. Protagonisti indiscussi sono i carristi, che – al di là delle qualità artigianali – offrono aggregazione e socialità. A loro va dato il merito principale. Sono loro il vero motore.
Detto questo, a margine di un Carnevale 2025 ormai archiviato, accogliamo la sollecitazione di tanti biancavillesi ad evidenziare una serie di osservazioni critiche, che qui di seguito sintetizziamo, con l’intento di correggere e migliorare l’organizzazione di una manifestazione particolarmente amata e attesa.
Carri comprati e “riciclati”
Non tutti lo sanno, ma i carri di Biancavilla non sono sempre realizzati di sana pianta. È prassi comprarli da altri paesi (sì, c’è un vero e proprio mercato) e “riciclarli”. Si acquistano per intero o solo alcune parti. Insomma, si assemblano dei pezzi, magari riverniciandoli o sottoponendoli ad un ritocco di colori. Altri utilizzano delle basi già pronte. Non essendoci un regolamento che ne impedisca la partecipazione, non è vietato. Ne consegue, quindi, che a Biancavilla (a parte alcune eccezioni) non ci sono artigiani di “carri allegorici” ma assemblatori. È uno scandalo? No, però tutto questo ha delle implicazioni pratiche e logiche.
Classifica e giuria da abolire
Che senso ha, dunque, un concorso che preveda una classifica e una giuria che, per stilarla, debba fare delle valutazioni. Per inciso: i giurati dovrebbero avere competenze, esperienze, titoli e curriculum per emettere un verdetto, credibile e imparziale. Li posseggono? Chiusa parentesi.
Dicevamo della classifica. A parte gli “ex aequo” dal sapore democristiano, di fronte a carri assemblati, parzialmente raffazzonati o creati di sana pianta a Biancavilla, come ci si comporta? Come si fa a giudicare “originale” un carro che in realtà negli anni precedenti è già apparso ad Acireale o a Sciacca? E come è possibile che un manufatto effettivamente originale non venga apprezzato, valorizzato e premiato come tale?
Montepremi in parti uguali
Il problema è facilmente risolvibile: si abolisca la classifica, si evitino i giurati e si preveda un budget complessivo, dividendolo in parti uguali a tutti i carristi. Anzi, diciamo di più: il montepremi venga raddoppiato o si porti a 100mila euro. Sarebbe un formidabile incentivo a realizzare (o assemblare, poco importa a quel punto) carri di maggiore qualità e con più spettacolari effetti speciali.
La politica stia alla larga
Un’ultima osservazione: si faccia un regolamento chiaro. E magari si specifichi un elemento di buon senso che evidentemente, a Biancavilla, è necessario codificare. La politica stia alla larga dai carri. Vedere politici indaffarati attivamente nella partecipazione ai vari gruppi di carristi è cosa inopportuna (per usare un eufemismo), visto che i gruppi beneficiano poi di soldi comunali. L’etica pubblica è materia seria: non può svanire come un pugno di coriandoli in faccia. Il sindaco Antonio Bonanno e il suo staff organizzativo appuntino tutte queste osservazioni: ne facciano tesoro per il prossimo anno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
-
Cronaca3 mesi ago
Così parlò il comandante Lanaia, sul banco degli imputati per minaccia
-
Cronaca2 mesi ago
Per la “fiera della vergogna” giustizia lumaca: in tre condannati a 10 anni
-
Cronaca3 mesi ago
Sequestrati 160 kg di carne, pesce e ortofrutta: batosta per un ristorante
-
Cronaca1 mese ago
Tre studentesse travolte da una moto, grave una ragazza di Biancavilla