Detto tra blog
Abusivismo commerciale, il trionfo dell’illegalità è sotto gli occhi di tutti




Bancarelle improvvisate sui marciapiedi e sulle panchine di via Vittorio Emanuele, viale dei Fiori “sotto assedio”, passanti costretti a fare la gincana tra un venditore ambulante e l’altro di fronte l’ospedale.
Dal centro di piazza Roma a piazza Sgriccio a via Innessa e viale dei fiori, lo spettacolo è sempre lo stesso: piccoli ombrelloni o una macchina con il cofano aperto che si improvvisa ambulante e furgoncini di ogni genere. Merce di ogni tipo: dalle cianfrusaglie all’ortofrutta. A rimetterci, come al solito, non è solo il decoro della città ma soprattutto i commercianti biancavillesi onesti che nulla da soli possono fare contro l’abusivismo commerciale.
A Biancavilla, il fenomeno sta assumendo ormai dimensioni sempre più gravi e preoccupanti. Oggi ho fatto un tour per le vie del centro, ho trovato purtroppo che tutte le zone a maggiore vocazione commerciale sono letteralmente invase da ambulanti abusivi che non solo procurano un danno a chi rispetta la legalità, ma costituiscono un degrado visivo per i pedoni e i tanti passanti che attraversano queste vie.
È impossibile che l’assessore al Commercio (cioè Glorioso stesso, che detiene in prima persona questa specifica delega, ndr) non conosca il problema dell’abusivismo commerciale (la piaga non è certo una novità della giunta dell’attuale sindaco). Non risparmio una critica diretta al sindaco, che secondo molti «dimostra di non essere in grado di garantire la legalità né di voler tutelare il commercio, che rappresenta una importante realtà dell’economia biancavillese ed è un fondamentale settore per la città dal punto di vista sociale e culturale».
È necessario che il sindaco intervenga immediatamente per riportare la legalità e restituire ai cittadini una città che non sia invasa da venditori abusivi che vendono paccottiglia di poco valore persino al centro di piazza Roma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


Detto tra blog
Il vuoto ideologico e le radici recise: limiti della Sinistra biancavillese
Le parole chiave del Pd? Sono diventate quelle di una certa Destra: decoro, ordine e sicurezza




Riparto dalle interessanti considerazioni di Rosario Di Grazia a proposito dell’anomalia elettorale biancavillese, raccogliendone il testimone virtuale. Rileggere oggi Calamandrei, come ci invita a fare, genera un immediato senso di sollievo, seguito però da una vertigine, a tal punto è lontana la realtà ideale dallo stato di cose attuale. L’impietosa fotografia di una competizione elettorale “squilibrata” – alla quale si aggiunge la clamorosa débâcle 5 stelle – mi sembra rispecchi in pieno un certo svuotamento ideologico delle (cosiddette) “opposizioni”, se non un vero e proprio “smottamento” verso destra. È un po’ triste vedere infatti come i temi caldi del confronto elettorale ricalchino gli stessi battuti dalla politica nazionale: ordine, sicurezza, decoro.
Tutti temi che, non me ne voglia il neo-candidato Ingiulla (a cui invio anzi i miei migliori auguri), restano punti di forza della Destra, perché esprimono le paure e le priorità di un elettorato conservatore. Ma chi tutela le fasce sociali deboli? Chi difende i Beni Comuni? E una forza politica che manca di queste parole d’ordine, a che titolo si definisce di “centrosinistra”? E in che misura funge da “opposizione”?
Oggi, di fronte alle bandiere della Destra, sotto alle quali si assiepano quelli che Ingiulla stesso definì “gruppi organizzati del consenso elettorale”, non sventola più nessuna bandiera rossa. La sinistra biancavillese – di cui proprio Ingiulla intonava il de profundis nel 2018 – sembra aver perso ogni contatto con le sue radici.
Che la politica locale non risponda alle ideologie è un tema noto. Tuttavia, credo che a furia di dirlo e ridirlo, stia diventando un comodo alibi per tutti. Invece io penso, o perlomeno mi piace pensare, che è proprio nei problemi concreti dell’elettorato che si devono mettere in campo gli ideali.
Ma la politica locale sembra invece vivere d’inerzia, come rassegnata a sé stessa, ormai perfettamente a suo agio in un clima “post-ideologico”. E senza più quel pudore minimo con cui mascherava le sue logiche clientelari.
Voler ricostruire l’opposizione in questo scenario è un compito arduo, e certamente lodevole, ma non può non passare attraverso il recupero fondamentale delle idee. Non basta limitarsi a ricompattare nuovi “gruppi organizzati di consenso” attorno a un nome. Il rischio è quello di far convergere il confronto elettorale non tanto sulle diverse “visioni di mondo”, quanto su una mera contrapposizione personale.
Mi torna alla mente, con una certa nostalgia, la campagna elettorale di 10 anni fa. In molti potranno convenire essere stata fra le più vivaci degli ultimi decenni. All’epoca, il nascente gruppo dei 5 stelle non aveva – questo era chiaro a tutti – nessuna clientela forte alle spalle, nessun “pacchetto” di voti da giocare. In una parola, non aveva alcuna speranza di inserirsi nella sfida fra Glorioso e Bonanno. Ma aveva qualcosa che a questi due mancava: idee nuove, entusiasmo e il coraggio (persino sfacciato) di mettersi in gioco democraticamente. E con la sola forza di queste idee contribuì a rivitalizzare una competizione elettorale altrimenti ingessata.
Resta emblematica la foto che ritrae le due sedie vuote di piazza Roma – quella dell’allora sindaco Glorioso e quella dell’attuale sindaco Bonanno – i quali si rifiutarono all’ultimo di incontrare la cittadinanza e gli altri candidati sindaci per un dibattito pubblico aperto. Qualcuno, evidentemente, aveva paura del confronto democratico.
E sebbene all’epoca non si volesse/potesse dire, quella squadra ha avuto anche un altro merito che va riconosciuto. Quello di aver riacceso l’attenzione su tematiche profondamente di sinistra, dimenticate o tradite per lungo tempo proprio da chi avrebbe dovuto rappresentarle. Mi riferisco a temi come la difesa dei Beni Comuni, la salute, la sostenibilità ambientale, l’equità sociale.
Ecco alcuni dei grandi temi assenti nell’attuale campagna elettorale. Temi dai quali, chissà, forse Ingiulla potrebbe ripartire, rivolgendosi a quanti hanno a cuore un cambiamento degli equilibri sociali ed economici in paese, piuttosto di guardare a chi ha interesse a mantenere lo status quo.
Potrebbe parlare a quei ragazzi che sono andati via e dar loro un motivo valido per rientrare. Potrebbe parlare alle donne, ancora troppo spesso relegate in casa. O ancora, potrebbe parlare ai migranti, proponendo loro un’inclusione più attiva nella cittadinanza (magari ribadendo, a gran voce, che Biancavilla non si adegua alle vergognose politiche di questo governo!).
Ancora, piuttosto che parlare di sicurezza, potrebbe ricercare le radici del malessere sociale, guardando ai ragazzi come a forze future, e non solo come a pericolosi teppisti. La sicurezza, infatti, è solo fumo negli occhi. È il modo migliore per concentrarsi sugli effetti e mai sulle cause. Ma in questo c’è già la Destra ad essere maestra, come sperare di far meglio di lei?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
-
Cronaca2 mesi fa
Sequestrati 20 kg di pesce ad un ristorante di sushi di Biancavilla
-
Cronaca1 mese fa
Video e foto hard di due donne di Biancavilla: in 4 finiscono a processo
-
Cronaca2 settimane fa
Una rissa per una battuta ironica non compresa: 15 denunciati a Biancavilla
-
Biancavilla siamo noi3 settimane fa
«Vi racconto un atto meschino e di ordinaria inciviltà che mi è capitato»