Detto tra blog
Mulini ad acqua, opere di architettura rurale mai tutelate dal Comune


Qualcuno ha presente i mulini ad acqua di Biancavilla? Ve ne erano in funzione, fin da tempi remotissimi, cinque: servivano per macinare il grano e i legumi per ottenere farina e quindi sfamare gli abitanti di Biancavilla. Mulini composti da acquedotti, dette “saje”, che portavano l’acqua verso le pale dei mulini. Questi acquedotti alti fino a sette metri e poggianti su dei ponti ad archi costruiti con pietre laviche e malta che rappresentano un patrimonio unico e di particolare bellezza rurale.
Questi cinque mulini erano di “Roddu” (via Pistoia), della “Funtana vecchia” (via Taranto), “dò Pascimu”, “dò Menzu” e infine di “Ciappi”. Di queste opere architettoniche e culturali non rimangono che dei ruderi abbandonati, alcuni pezzi trafugati e -cosa obbrobriosa- con abitazioni di nuova fattura costruite a pochi metri da queste bellissime opere rurali.
Cosa hanno fatto le amministrazioni passate e presenti per tutelare queste opere? Cosa hanno fatto i cittadini per la loro valorizzazione?
Facendo un giro “nelle vie dei mulini” ho constatato che di “Roddu” rimane quasi integra tutta la parte relativa all’acquedotto ed un accenno di quella che una volta era la stanza della macina, qualcosa è rimasta per i mulini di “Menzu” e di “Ciappi”; del mulino della “Funtana Vecchia” esiste il rudere della stanza della macina dove fino a qualche anno fa vi era una grande pietra da macina oggi trafugata, purtroppo non esiste più il mulino “dò Pascimu”: è andato completamente distrutto per dare spazio a nuovi edifici.
L’amministrazione comunale e tutti i biancavillesi, insieme, vogliono unirsi per la difesa e la salvaguardia della nostra storia e della nostra cultura?
L’azione di disfacimento storico è stata già intrapresa da diverso tempo, vuoi per menefreghismo della comunità, vuoi per poca sensibilità storica delle ultime amministrazioni. La storia piano piano a Biancavilla si sta cancellando o meglio si sostituisce con pub e bicchierini.
Nel quadro capolavoro “la salita al Calvario” di Bruegel viene raffigurato come simbolo di Dio, un mugnaio che guarda tutto dall’alto della rupe su cui è collocato il suo mulino tutta la gente, magari oggi guardando Biancavilla si renderebbe conto che visto che dei mulini tra poco non ci sarà più nessun segno della loro esistenza e scenderà dal monte per farsi un goccetto in qualche pub: decadentismo storico in atto.
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Detto tra blog
Sosta selvaggia, vigili urbani “distratti”: menomale che ci sono i carabinieri
Qualche considerazione su una scena vista all’angolo tra via Vittorio Emanuele e via Centamore


Biancavilla è un paese pieno di macchine e il traffico giornaliero è così intenso che in certi momenti della giornata diventa una bolgia caotica. Ad accrescere il disagio è la nonchalance di alcuni automobilisti nel parcheggiare in maniera disinvolta. Spesso sui marciapiedi, a spina di pesce o addirittura in doppia fila, dove districarsi diventa spesso una sfida non per principianti.
Ad attirare oggi la mia curiosità è stata una scena in cui un automobilista, poco educato, ha parcheggiato in un punto stretto, all’angolo tra via Vittorio Emanuele e via Centamore. Il risultato è che ha creato un ingorgo di macchine, costrette quasi ad alternarsi per potere avanzare.
Di lì a poco sono passati i vigili urbani, che evidentemente non si sono “accorti” del caos e hanno proseguito con il solito gir o del paese. Menomale che una pattuglia dei carabinieri si è poi fermata, notando l’auto mal parcheggiata. I militari hanno atteso il ritorno del conducente, identificandolo e redarguendolo per bene.
Credo che questo stesso automobilista, “distratto” e preso dalla fretta, abbia imparato la lezione. Ma mi pongo un semplice quesito: devono essere i carabinieri, già impegnati nella loro attività quotidiana, a doversi sobbarcare il compito di “vigilare” pure su coloro che ostacolano il regolare flusso veicolare?
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Ina Garaffo
12 Gennaio 2015 at 18:22
Anch’io sono rammaricata per lo scarso interesse , dell’amministrazione comunale, nei confronti di opere ,che seppur ruderi, hanno caratterizzato “un pezzo” della nostra storia economica . Cosa potremmo fare, noi cittadini?
Enzo Meccia
8 Settembre 2014 at 23:42
Da Wikipedia: alla voce Biancavilla – I MULINI AD ACQUA DI BIANCAVILLA
a valle del territorio di Biancavilla esistono, ormai dei ruderi, cinque mulini utilizzati sino alla prima metà del XIX secolo per macinare il grano e legumi per ottenere farina.
Al mulino si trasformavano in farina anche i ceci, le fave e le
lenticchie; con queste “farine particolari”, in tempi di carestia si
formava un impasto particolare che veniva consumato al posto del pane o
della pasta, i famosi “frascatuli”, in pratica la polenta siciliana. Di
questi mulini sono intatti e visibili gli acquedotti, in lingua siciliana saje
sovrastanti gli archi, che adducevano forzatamente l’acqua verso le
pale dei mulini. Erano, a partire dal più alto in quota, i mulini di
Rollo, della Fontanavecchia, dello Spasimo, di Mezzo e Ultimo o di Ciappe.
Del mulino Rollo rimane ancora integra tutta la parte relativa
all’acquedotto ed un accenno di quella che una volta era la stanza della
macina, lo stesso si può affermare dei mulini di Mezzo, di Ciappe od
Ultimo, del mulino della Fontana Vecchia esiste ancora solo il rudere
della stanza della macina, purtroppo il mulino dello Spasimo è andato
completamente distrutto, al suo posto oggi esiste un capannone per la
lavorazione di marmi.[10][11]
(11) Enzo Meccia – I mulini ad acqua di Biancavilla – Biancavilla Notizie nº31 agosto 1991
Gentile Alessio, sui mulini di Biancavilla ho scritto tanto sin dal 1991 tramite il periodico “Biancavilla Notizie”, periodico che assieme ad altri ho diretto per alcuni lustri ed anche aiutando una ragazza biancavillese nel preparare una tesi di laurea proprio sui mulini (ho detto aiutando solo per usare un eufemismo!) .
Purtroppo, dici bene quando affermi che nessuna Amministrazione ha fatto qualcosa per salvarli; è disarmante ma è così. Nel mio piccolo, da consigliere ed assessore comunale del tempo, ho cercato anche con questi articoli a sensibilizzare i politici locali, hoimè, senza risultato! !
Un cordiale saluto Enzo Meccia
Alessio Leotta
9 Settembre 2014 at 0:29
Signor Meccia mi rende felice di questo!
Lo sapevo che anche lei avesse mosso questa attenzione sui nostri beni culturali!
Mi rende felice anche perché siamo in due(almeno) ad affrontare la cosa!