Detto tra blog
Biancavilla “green” con Ztl, piazze senz’auto, piste ciclabili: fantascienza?
Viabilità, mobilità urbana e qualità della vita: concetti tabù nella nostra città, ma una svolta ora è possibile


Dal 10 Settembre il cosiddetto Decreto Semplificazioni è legge. All’interno, fra le altre cose, vi si trovano interessanti e potenzialmente rivoluzionarie misure riguardanti la mobilità stradale. Si tratta di disposizioni in linea con quanto raccomandato dal Green Deal Europeo, che prevede il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 sul nostro continente. In particolare, al fine di snellire e favorire l’istituzione di misure “green”, il Dl conferisce maggior potere agli enti comunali. I quali potranno, ad esempio, posizionare autonomamente i rilevatori di velocità anche in aree urbane.
Le ricadute sul Codice della strada potrebbero risultare rilevanti, tanto che la stampa e lo stesso presidente Mattarella hanno avanzato un invito alla cautela, onde evitare un pullulare incontrollato di autovelox e Ztl. Tutti pericoli che certo un Comune come Biancavilla non rischia di correre. È palese infatti che temi come la viabilità o la qualità della vita non siano in cima alle nostre priorità. Eppure parlare di viabilità significa parlare di salute, di diritti, di cultura. Un paese che non cura la viabilità non soltanto oltraggia i propri abitanti, ma consegna al declino il suo stesso patrimonio storico.
Prendendo atto che un grosso centro come Biancavilla, saturo com’è di auto e case, dovrà prima o poi fare i conti con un tema così centrale, potrebbe essere questa la volta buona per avviare un percorso di ridisegno della mobilità cittadina. Magari, perché no, partendo dal basso col sondare (tramite questionari?) le abitudini dei biancavillesi e le loro reali necessità in tema di mobilità.
Biancavilla, ipotesi di una città possibile
A voler viaggiare con la fantasia, si potrebbe ipotizzare la creazione di Ztl e aree pedonali (è fantascienza immaginare, ad esempio, piazza Roma e piazza Collegiata senza auto?), il posizionamento di autovelox in strade pericolose (come il viale dei Fiori e la circonvallazione), o la creazione di percorsi ciclabili (la nuova “discarica ex-FCE” sta sempre lì ad aspettare un impiego più dignitoso). Forse che il Comune disdegna di rimpolpare le sue tasche coi proventi di tali sanzioni? O teme forse di non avere le forze di riuscire davvero a riscuotere quei soldi?
Numerosi centri storici italiani si stanno ripensando e difendendo con simili provvedimenti, che si traducono poi in difesa dei diritti di tutti (anche dei disabili, che in un paese come il nostro devono restare chiusi in casa), salvaguardia e promozione del patrimonio culturale, igiene ambientale e prevenzione sanitaria. Significa incentivare nuove famiglie a ripopolare i centri storici, anziché indurle a fuggire, con positive ricadute sul tessuto economico dell’intero territorio.
Mi chiedo dunque: siamo davvero disposti a sacrificare tutto questo pur di avere il posto auto davanti all’ennesimo chiosco del paese o pur di poterci dedicare al classico “passiu” automobilistico in via Vittorio Emanuele? Siamo disposti a stipulare un affare così svantaggioso da far impallidire il buon Esaù e le sue famigerate lenticchie?
Bisogna certo ammettere che molti dei mali elencati affliggono anche i paesi vicini, con gravità proporzionali alle dimensioni del Comune. Ma è forse un buon motivo per non iniziare, noi per primi, a dare il buon esempio? “Biancavilla, il primo comune green dell’Etna” Suona bene. E in fondo, non sarebbe poi male essere ricordati per qualcosa di bello, una volta tanto.

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Detto tra blog
Distacchi elettrici e bassa tensione, disagi continui (anche senza temporali)
Biancavilla all’anno zero per infrastrutture: cabine e rete inadeguate provocano ripetuti disservizi


Partiamo da un fatto: non c’è né un uragano né un cataclisma. Nemmeno un temporale. Non si capisce, dunque, per quale motivo, anche quando splende il Sole, debbano esserci distacchi di energia elettrica o “sfarfallii” da bassa tensione. Con la conseguenza che elettrodomestici e apparecchiature attaccate alla rete elettrica vadano continuamente in tilt. Capita spesso. poi. che in coincidenza di black out, i tempi di ripristino del disservizio debbano misurarsi in ore.
È quello che accade in continuazione a Biancavilla, Bastano banali acquazzoni, a volte senza nessuna goccia piovana, e l’erogazione elettrica viene a mancare. Non è concepibile una cosa del genere. Che un guasto possa capitare, fa parte delle statistiche. Che questo determini disservizi, ci sta. Ciò che non può essere tollerato è l’inefficienza nel ripristino del servizio con tempi lunghi o i ripetuti sbalzi di tensione.
Tutto questo evidenzia – ecco il punto cruciale – infrastrutture obsolete e carenza di personale adeguato alle esigenze di una società che dipende ormai dall’elettricità e dalle reti di comunicazioni. Invece, quasi sempre in coincidenza di una mancanza di elettricità si associa pure il tilt del segnale telefonico, sia VoIP che mobile. È evidente che il sistema sia altamente fragile e vulnerabile.
Basta dare uno sguardo verso l’alto per accorgersi che certi cavi elettrici presenti a Biancavilla risalgono a 50 anni fa. Mancano veri investimenti nel nostro territorio e mi chiedo se, dalla valanga di risorse del Pnrr, vi siano progetti e interventi in questa direzione. Anziché promuovere battaglie contro i mulini a vento (leggasi, per esempio, antenne 5G), la politica pretenda e si impegni in una radicale modernizzazione infrastrutturale del nostro territorio. Il sindaco Antonio Bonanno alzi la voce nei confronti di Enel Distribuzione. Un’intera comunità non può subire in continuazione dopo qualche lampo e ad ogni tuono o, peggio ancora, con il cielo limpido e il Sole splendente.
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I carri “riciclati” e l’inutile classifica: appunti sul Carnevale di Biancavilla
Un evento di successo, ma ci sono aspetti da correggere: il montepremi si divida in parti uguali


Il Carnevale di Biancavilla è un evento riuscito. Un successo consolidato. Va dato atto all’attuale amministrazione comunale che ha resuscitato e salvato un’occasione capace di animare un’intera comunità. Protagonisti indiscussi sono i carristi, che – al di là delle qualità artigianali – offrono aggregazione e socialità. A loro va dato il merito principale. Sono loro il vero motore.
Detto questo, a margine di un Carnevale 2025 ormai archiviato, accogliamo la sollecitazione di tanti biancavillesi ad evidenziare una serie di osservazioni critiche, che qui di seguito sintetizziamo, con l’intento di correggere e migliorare l’organizzazione di una manifestazione particolarmente amata e attesa.
Carri comprati e “riciclati”
Non tutti lo sanno, ma i carri di Biancavilla non sono sempre realizzati di sana pianta. È prassi comprarli da altri paesi (sì, c’è un vero e proprio mercato) e “riciclarli”. Si acquistano per intero o solo alcune parti. Insomma, si assemblano dei pezzi, magari riverniciandoli o sottoponendoli ad un ritocco di colori. Altri utilizzano delle basi già pronte. Non essendoci un regolamento che ne impedisca la partecipazione, non è vietato. Ne consegue, quindi, che a Biancavilla (a parte alcune eccezioni) non ci sono artigiani di “carri allegorici” ma assemblatori. È uno scandalo? No, però tutto questo ha delle implicazioni pratiche e logiche.
Classifica e giuria da abolire
Che senso ha, dunque, un concorso che preveda una classifica e una giuria che, per stilarla, debba fare delle valutazioni. Per inciso: i giurati dovrebbero avere competenze, esperienze, titoli e curriculum per emettere un verdetto, credibile e imparziale. Li posseggono? Chiusa parentesi.
Dicevamo della classifica. A parte gli “ex aequo” dal sapore democristiano, di fronte a carri assemblati, parzialmente raffazzonati o creati di sana pianta a Biancavilla, come ci si comporta? Come si fa a giudicare “originale” un carro che in realtà negli anni precedenti è già apparso ad Acireale o a Sciacca? E come è possibile che un manufatto effettivamente originale non venga apprezzato, valorizzato e premiato come tale?
Montepremi in parti uguali
Il problema è facilmente risolvibile: si abolisca la classifica, si evitino i giurati e si preveda un budget complessivo, dividendolo in parti uguali a tutti i carristi. Anzi, diciamo di più: il montepremi venga raddoppiato o si porti a 100mila euro. Sarebbe un formidabile incentivo a realizzare (o assemblare, poco importa a quel punto) carri di maggiore qualità e con più spettacolari effetti speciali.
La politica stia alla larga
Un’ultima osservazione: si faccia un regolamento chiaro. E magari si specifichi un elemento di buon senso che evidentemente, a Biancavilla, è necessario codificare. La politica stia alla larga dai carri. Vedere politici indaffarati attivamente nella partecipazione ai vari gruppi di carristi è cosa inopportuna (per usare un eufemismo), visto che i gruppi beneficiano poi di soldi comunali. L’etica pubblica è materia seria: non può svanire come un pugno di coriandoli in faccia. Il sindaco Antonio Bonanno e il suo staff organizzativo appuntino tutte queste osservazioni: ne facciano tesoro per il prossimo anno.
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Alfio+Pelleriti
17 Settembre 2020 at 0:07
Articolo chiaro, onesto, stimolante! Condivido la tua analisi, caro Riccardo, e mi unisco a te nel caloroso invito all’amministrazione comunale a voler recepire la straordinaria occasione che offre il Decreto Semplificazioni per tentare di dare una sterzata decisiva nella gestione amministrativa verso un miglioramento della qualità della vita a Biancavilla. Sono certo, altresì, che anche l’opposizione saprà battere un colpo e saprà svolgere la sua parte per il bene della comunità.