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I fondi Pnrr destinati a Biancavilla, il greenwashing e la “sinistra” fossile

Cinque milioni in arrivo, ma c’è il timore che la tematica ecologica sia declinata nel modo più ottuso

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© Foto Biancavilla Oggi

Leggo con piacere la notizia che Biancavilla sarà oggetto di un ampio finanziamento derivato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il più consistente mai ricevuto dall’attuale amministrazione. Si tratta di fondi che, come ha detto il sindaco Bonanno, sono destinati alla riqualificazione dell’area sud del paese, bisognosa di interventi strutturali. La mia speranza è che nell’intervenire sul tessuto urbano si tenga realmente conto della natura del prestito (perché di questo si tratta) concessoci dall’Europa. Mi riferisco alla questione di transizione energetica e di lotta al cambiamento climatico, tematiche fondamentali del “Next Generation EU”.

Credo infatti che un così cospicuo finanziamento rappresenti un’occasione propizia – oltre che rara – per ripensare interamente l’abitato in chiave ecosostenibile.

Tuttavia, il mio timore è che, come già visto in recenti occasioni, la tematica ecologica venga declinata nella maniera più ottusa, limitandosi solo alla questione del verde urbano. Ma il paese non ha solo bisogno di essere abbellito con degli alberi o con simili manovre di “greenwashing.

Ripensare in chiave sostenibile l’abitato significa condurre una seria limitazione e regolamentazione allo spostamento delle auto, che come sappiamo paralizzano per molte ore del giorno il paese, favorendo strategie alternative di mobilità.

Significa tutelare i diritti di tutti, non solo dei sani, abili e motorizzati. Ma anche delle categorie deboli e indifese, quali anziani e disabili, spesso costretti in casa.

Significa riqualificare gli spazi non solo in rispetto a un comune senso del decoro. Ma con l’obiettivo di frenare il consumo di suolo e la cementificazione.

Sono solo pochi spunti, già in parte lanciati dalle pagine di Biancavilla Oggi in passato. Punti che disegnano, però, una direzione verso la quale, purtroppo, non vedo dirigersi la politica locale.

Innovazione, nessuna speranza dalla Sinistra

Per queste e altre ragioni, molte sinistre in Europa stanno riscoprendo nell’ecologia una seria battaglia politica per la redistribuzione della ricchezza e per la tutela dei diritti. Ma in un paese come il nostro, la (cosiddetta) “sinistra” sembra rimasta all’età della pietra (o per meglio dire: del fossile). E dibatte ancora sull’utilità delle strisce blu. Per questo, mi chiedo: chi potrà esercitare pressioni sull’amministrazione comunale, affinché si riservi alle tematiche ambientali la giusta attenzione? Se consideriamo poi il completo svuotamento ideologico dei partiti tradizionali, fin dalle sezioni locali, ridotti spesso a trampolini di lancio per politici in carriera, la speranza che da quelle forze arrivino degli stimoli realmente innovatori è pressoché nulla.

Forse l’unica (parziale) risposta potrebbe derivare dalla nascita di un civismo critico, come accade in alcune città medie e grandi dell’isola. Già nella scorsa tornata elettorale Biancavilla ha confermato il trend nazionale, che ha visto un’esplosione incontrollata di stemmi e liste civiche. Nonostante questo apparente rilancio del civismo, faticano ancora a svilupparsi delle vere coalizioni sociali a difesa dei beni comuni.

Chissà che l’arrivo di un finanziamento così ampio non riesca a stimolare tutti coloro che subiscono – a malincuore – le conseguenze di una politica miope, non ispirata a principi di equità e sostenibilità. Chissà che non sia l’occasione per spronarli a uscire allo scoperto, a voler dire la loro, a mettere il naso nella stanza dei bottoni. Non certo per spartirsi una fetta della torta, che pure potrebbe fare gola a molti, ma proprio per la motivazione opposta: vigilare, pungolare, stimolare. Si tratta di sogni? Forse. Ma l’anno è appena iniziato, ed è ancora lecito sognare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. DinDin

    7 Gennaio 2022 at 14:13

    Condivido i sogni espressi nell’articolo. Sogni che resteranno tali. Nella speranza che non sopravvengano gli incubi di cui è facile soffrire abitando in questo paese.

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Sosta selvaggia, vigili urbani “distratti”: menomale che ci sono i carabinieri

Qualche considerazione su una scena vista all’angolo tra via Vittorio Emanuele e via Centamore

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Biancavilla è un paese pieno di macchine e il traffico giornaliero è così intenso che in certi momenti della giornata diventa una bolgia caotica. Ad accrescere il disagio è la nonchalance di alcuni automobilisti nel parcheggiare in maniera disinvolta. Spesso sui marciapiedi, a spina di pesce o addirittura in doppia fila, dove districarsi diventa spesso una sfida non per principianti.

Ad attirare oggi la mia curiosità è stata una scena in cui un automobilista, poco educato, ha parcheggiato in un punto stretto, all’angolo tra via Vittorio Emanuele e via Centamore. Il risultato è che ha creato un ingorgo di macchine, costrette quasi ad alternarsi per potere avanzare.

Di lì a poco sono passati i vigili urbani, che evidentemente non si sono “accorti” del caos e hanno proseguito con il solito gir o del paese. Menomale che una pattuglia dei carabinieri si è poi fermata, notando l’auto mal parcheggiata. I militari hanno atteso il ritorno del conducente, identificandolo e redarguendolo per bene.

Credo che questo stesso automobilista, “distratto” e preso dalla fretta, abbia imparato la lezione. Ma mi pongo un semplice quesito: devono essere i carabinieri, già impegnati nella loro attività quotidiana, a doversi sobbarcare il compito di “vigilare” pure su coloro che ostacolano il regolare flusso veicolare?

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