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Mascherine e tute donate all’ospedale di Biancavilla dal comparto agrumicolo

L’iniziativa del consiglio di amministrazione del Distretto Agrumi di Sicilia interessa anche Paternò

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Scatoloni con 236 mascherine KN95 e 115 tute di bio-contenimento sono stati donati all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla e un video-laringoscopio utile per intubazioni di emergenza è stato donato all’ospedale “Santissimo Salvatore” di Paternò, grazie a fondi raccolti dal Distretto Agrumi di Sicilia fra associati, partner, aziende e professionisti della filiera agrumicola siciliana.

«La raccolta fondi – spiega la presidente Federica Argentati – ha consentito di raccogliere 13.040 euro. La destinazione è stata decisa dal Cda del Distretto Agrumi di Sicilia in considerazione delle esigenze delle strutture sanitarie del territorio. La filiera agrumicola dell’Isola, un comparto importante dell’economia siciliana, ha voluto dare il suo contributo alla Sanità siciliana in modo tale che le strutture individuate possano affrontare più serenamente e con più mezzi eventuali ulteriori emergenze. Ringraziamo tutte le aziende che hanno voluto contribuire e far presente la vicinanza del settore a chi lavora in prima linea contro l’epidemia di Covid-19».

I dispositivi di protezione personale consegnati a Biancavilla saranno destinati in particolare al personale sanitario impiegato nel Pronto Soccorso. Il video-laringoscopio è già stato consegnato all’ospedale di Paternò e adesso è in fase di collaudo. La strumentazione, di cui l’ospedale era privo, sarà utile per le eventualità necessità di intubazione d’emergenza di pazienti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Installazione antenna 5G, le suore salesiane: «Noi non c’entriamo niente»

Intervento delle Figlie di Maria Ausiliatrice a proposito dell’impianto sull’edificio in cui sono ospitate

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«Come Figlie di Maria Ausiliatrice esprimiamo comprensione per le preoccupazioni espresse. Siamo fiduciose che chi ha responsabilità e competenza prenda decisioni rispettose della sicurezza e della salute dei cittadini».

Lo scrivono in una nota stampa le Figlie di Maria Ausiliatrice di Biancavilla, a proposito della installazione di un’antenna 5G sull’edificio di via Mongibello in cui sono da sempre ospitate.

Sulla vicenda gli abitanti della zona hanno manifestato il loro dissenso e il Comune aveva presentato un ricorso contro l’installazione, bocciato dal Tar.

C’è chi ha chiamato in causa le suore salesiane, a sproposito. Ed ora arrivano le loro puntualizzazioni.

«La notizia dell’installazione delle antenne 5G – scrivono – ha destato ansia e preoccupazione per molti. Ci sembra doveroso fornire alcune chiarificazioni. La sede di via Mongibello è di proprietà dell’Ipab Casa del fanciullo “Francesca Messina”.
Tra l’Ipab e l’ente delle Figlie di Maria Ausiliatrice è in essere un comodato d’uso gratuito dei locali per l’abitazione delle suore e le attività pastorali da loro animate».

«L’azienda che sta provvedendo all’installazione delle antenne – viene specificato – non ha alcun contratto in essere né in forma diretta né indiretta con le Figlie di Maria Ausiliatrice. Circa un anno fa la direttrice dell’istituto ha ricevuto la semplice informazione della decisione in oggetto da parte dell’Ipab».

Le suore, dunque, non hanno alcun ruolo formale nell’iter per la collocazione dell’impianto. Resta il fatto che le entrate economiche destinate all’Ipab, per consentire sul proprio tetto l’installazione dell’antenna, non c’è dubbio che avranno un beneficio indiretto pure sulle Figlie di Maria Ausiliatrice. In mancanza di introiti, il mantenimento dell’immobile e l’ospitalità riservata alle suore potrebbero non essere così scontate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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