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«Troppo odio sui migranti», appello a Mattarella dalle clarisse di Biancavilla

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Anche il monastero delle clarisse di Biancavilla figura tra i 62 in Italia, che hanno indirizzato una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al premier Giuseppe Conte, nella quale si esprime la crescente preoccupazione «per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza» verso i migranti.

L’iniziativa si chiama “Claustrali per i migranti”. Una clausura fisica, che rende comunque le suore attente osservatrici del mondo per il quale si preoccupano e pregano.

«La nostra semplice vita di sorelle – scrivono nella lettera indirizzata al capo dello Stato– testimonia che stare insieme è impegnativo e talvolta faticoso, ma possibile e costruttivo. Solo la paziente arte dell’accoglienza reciproca può mantenerci umani e realizzarci come persone».

«Molti monasteri italiani, appartenenti ai vari ordini, si stanno interrogando -viene evidenziato- su come contribuire concretamente all’accoglienza dei rifugiati, affiancando le istituzioni diocesane. Alcuni già stanno offrendo spazi e aiuti. E, al tempo stesso, tutte noi cerchiamo di essere in ascolto della nostra gente per capirne le sofferenze e le paure».

Una pioggia di adesioni da tutte le parti d’Italia. «Vogliamo  dare voce ai nostri fratelli e sorelle migranti che scappano da guerre, persecuzioni e carestie». Per questo, l’appello rivolto a Mattarella e Conte mira a chiedere «che le istituzioni governative si facciano garanti della loro dignità, contribuiscano a percorsi di integrazione e li tutelino dall’insorgere del razzismo e da una mentalità che li considera solo un ostacolo al benessere nazionale».

Parole sottoscritte dai monasteri, tra cui quello di via San Placido, a Biancavilla, a cui si sono aggiunti altri istituti religiosi e singoli laici e religiosi.

Fonti del Quirinale hanno poi reso noto che il presidente Mattarella ha letto e accolto con interesse la lettera inviatagli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. Dino

    15 Settembre 2019 at 11:59

    La verita’ fa male ma noi dobbiamo dirla se no saremo dei complici. Vengono chiamati “migranti” i deportati di guerra dei governi occidentali che prima vanno a fargli le guerre straziiandoli, impoverendoli ed affamandoli e dopo li spingono come animali impauriti verso l’europa convincendoli che questa sia la loro unica ancora di salvezza.Questi non sono disperati ma occupanti. Questa e’ una guerra diversa dichiarata ai popoli europei dunque non verranno lanciate più bombe come nella seconda guerra mondiale. Non ci sono più battaglie sulle tombe come nella prima guerra mondiale. Non c’è lotta per rubare cavalli come nei secoli precedenti. Non ci sono più città ridotte in macerie. Non suonano più sirene di allarme. Non ci sono carestie. Non ci sono rifugi contro bombardamenti o attacchi atomici, né tessere per il razionamento dei cibi, i bambini non vengono messi al sicuro, non avanzano i carri armati. Eppure è guerra. Anche se il governo non ha constatato, né dichiarato questo stato di guerra, perché non vuole vederlo.
    L’ assurdo di questa guerra è che la gran parte, non comprende che è in atto. Molti non vogliono capire e si girano per non guardare le atrocità di questo tempo. Alcuni guardano le loro stupide serie televisive e ascoltano musica ad alto volume e così vengono distratti nella loro delirante frenesia. Alcuni lavorano senza fermarsi mai per non leggere queste notizie spaventosamente brutte e si ripuliscono la loro coscienza con il duro lavoro. Alcuni gridano alla totale mancanza di legge e di giustizia. Tutti noi ormai viviamo senza serenità mentre questa verità così crudele ci viene sbattuta in faccia. La giustizia non esiste. Questa e’ una guerra di invasione per dare fine agli europei e cristianesimo ed il governo italiano, come i governi nazionali degli Stati membri di questa “Unione Europea” massonica criminale, si sono schierati dalla parte dei nemici contro il nostro stesso Popolo. Italiani si e’ per sangue , per storia, per cultura, per tradizione e non per invasione questi poveretti cari ipocriti lasciateli stare a casa loro.

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Chiesa

Addio a fra Salvatore Barbagallo: fu docente di liturgia all’Antonianum

Aveva 67 anni: originario di Biancavilla, si era dedicato per tutta la vita al mondo accademico

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È morto all’età di 67 anni fra Salvatore Barbagallo della Provincia dei Frati Minori di Sicilia. Originario di Biancavilla, era stato docente di Liturgia prella la Facoltà teologica della Pontificia Università Antonianum di Roma.

Nato il 26 giugno 1956, nel 1992 ha conseguito il Dottorato in Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. È stato preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Redemptor Hominis” e professore di Liturgia presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra.

Autore di saggi, libri e articoli, nel 1996 aveva pubblicato “Iconografia liturgica del Pantokrator”, per i tipi delle Edizioni Pontificium Athenaeum Anselmianum.

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