In città
«Il fresco profumo di libertà» nel ricordo della strage di Capaci

A Villa delle Favare, incontro promosso dall’associazione Symmachia. Proiettato il film di Pif “La mafia uccide solo d’estate”. Poi dibattito con un pubblico giovanile.
Ha dato una carica di speranza e di emozione, l’iniziativa “Il fresco profumo di libertà” che si è svolta a Villa delle Favare, a Biancavilla, per ricordare il coraggio, la dedizione e il sacrificio del giudice Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, degli agenti della scorta, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, rimasti uccisi nella strage di Capaci, 23 anni fa.
Non una commemorazione – è stato detto – ma un impegno morale nei confronti di tutti coloro che, nelle diversi vesti di giudici, magistrati, poliziotti, carabinieri, giornalisti, sacerdoti e semplici cittadini hanno lottato contro la mafia, al punto da essere stati assassinati.
Promossa dall’associazione culturale Symmachia, in collaborazione con il Comune, la manifestazione ha visto una considerevole partecipazione di pubblico, prevalentemente fatto di giovani. Tra questi anche il gruppo giovanile Yvii e gli scout “Biancavilla 1″, l’Associazione Diversamente Uguali, una rappresentanza dei laboratori “Giornalismo-Prevenzione-Legalità” della scuola media “Luigi Sturzo”, guidati dal preside Mario Amato e dalla pro.fssa Marianna Savio.
La manifestazione è stata caratterizzata dalla visione del film “La mafia uccide solo d’estate” di Pif, un racconto irriverente, dissacrante, visto per buona parte dagli occhi di un bambino, Arturo, nel fallimentare tentativo di corteggiamento di una compagna di classe, Flora, attraverso gli indiretti “suggerimenti” dell’allora presidente del Consiglio, Giulio Andreotti.
L’iniziativa, condotta da Pamela Farinato di Symmachia, ha visto gli interventi del giornalista Vincenzo Ventura, del sindaco Giuseppe Glorioso, del comandante della stazione dei carabinieri di Biancavilla, il maresciallo Roberto Rapisarda, del prof. Antonio Cacioppo, docente di Storia e Filosofia al Liceo “Verga” di Adrano, che ha coordinato un dibattito animato da alcuni contributi di giovani, alcuni anche visibilmente commossi, come Calogero Rapisarda, Andrea Mammoliti, Paola Leocata, Alfredo Fiore, mentre Chiara Carrà ha letto alcuni interventi di Borsellino e Falcone.
È stato Vincenzo Ventura a dare la notizia, anticipata ieri da Biancavilla Oggi, della intitolazione dello slargo del Belvedere a Don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia nel 1993, nel quartiere di Brancaccio, a Palermo. La proposta – lanciata già da qualche tempo da Symmachia– era stata formulata nello scorso mese di aprile.
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Il Belvedere diventa “Piazza Don Pino Puglisi”
«Abbiamo indicato anche la piazza da intitolare, quella del Belvedere, una scelta non a caso, perché bisogna riqualificare quella zona e farla vivere specialmente ai ragazzi», ha detto Ventura.
Per il maresciallo Rapisarda «occorre ripartire dall’esempio di Falcone e di Borsellino e concretizzarlo nella vita di tutti i giorni», per il sindaco Glorioso «come in quegli anni, c’è il serio pericolo che la mafia possa assicurare “lavoro” criminale, sfruttando la disperazione di tanta gente che non riesce più a fare i conti con la crisi economica e occupazionale».
Il prof. Cacioppo ha evidenziato come, oggi, vi siano analoghe condizioni di isolamento e di pericolo per un magistrato, vero erede di Falcone e Borsellino: Nino Di Matteo. Cacioppo ha anche parlato di quanto sia attuale il messaggio di Falcone nell’Italia di oggi, un’Italia incompatibile con Falcone, fatta di rapporti più o meno noti tra esponenti dei Governi e soggetti indagati o arrestati per reati di un certo peso.
Da qui, l’impegno poi di Symmachia di procedere nelle immediatezze all’inaugurazione della piazza “Don Pino Puglisi” e agli appuntamenti di luglio, per ricordare il giudice Paolo Borsellino.
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In città
Cure palliative e dignità del paziente: incontro per i medici di Biancavilla
Iniziativa promossa dall’Istituto Oncologico del Mediterraneo, in collaborazione con Samot Ets

Anche a Biancavilla ha fatto tappa l’iniziativa formativa dell’Istituto Oncologico del Mediterraneo sulle cure palliative rivolta prevalentemente a medici di medicina generale, psicologi e farmacisti. Categorie professionali chiamate a Villa delle Favare in due giornate dal personale medico delle Cure Palliative della struttura sanitaria che ha sede a Viagrande, con la collaborazione della Samot Catania Ets.
Dare un’adeguata assistenza a pazienti che vivono una condizione acuta e terminale della malattia è una esigenza particolarmente avvertita dai familiari. Alleviare le sofferenze e preservare la dignità della persona sono argomenti che investono la coscienza di tutti.
«Lo scopo di queste giornate itineranti sul territorio – spiegano i promotori – è quello di dare ascolto alle esigenze di chi si trova chiamato a gestire pazienti che necessitano di cure palliative, intese come terapie di supporto volte a garantire la migliore qualità di vita possibile ma che, data l’esiguità del numero di pazienti per singolo professionista, non ha avuto modo di sviluppare una adeguata competenza».
«L’offerta di supporto formativo e pragmatico, da parte di chi svolge in maniera esclusiva cure palliative in un reparto per acuti e sul territorio con l’assistenza domiciliare, ci è sembrata la migliore soluzione per garantire, in un periodo difficile della loro vita, una giusta continuità assistenziale agli utenti».
L’iniziativa a Villa delle Favare ha avuto il patrocinio dell’amministrazione comunale di Biancavilla e la disponibilità dell’assessore Vincenzo Mignemi. Non è mancato il supporto dell’associazione Pcb Odv. L’Istituto Oncologico del Mediterraneo conta di organizzare in futuro nuovi incontri formativi su altre problematiche.
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Chiesa
Fede, riti e movenze che si ripetono da secoli: i “Tri Misteri” di Biancavilla
Per il Venerdì santo, anche una drammaturgia dello scrittore e giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso

Immagini suggestive, quelle del Venerdì santo di Biancavilla. Immagini che raccontano la fede, i riti e le movenze che hanno attraversato i secoli. La processione dei “Tri Misteri” è iscritta nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana, sotto l’alto patronato dell’Unesco.
Un evento storico-culturale, oltre che religioso, così denominato perché nel Seicento – quando è nato – i cittadini seguivano tre gruppi statuari. Gli altri si sono aggiunti successivamente.
In occasione delle celebrazioni del 18 aprile 2025, la manifestazione verrà sottolineata da una drammaturgia scritta dallo scrittore e giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso e da corpi illuminanti e luci suggestive.
Sul sagrato della chiesa madre, le voci narranti degli attori Cinzia Maccagnano (regista dell’opera) e di Fulvio D’Angelo. La musica è affidata al violino e al violoncello. Senza svelare l’allestimento, bastano i pochi dettagli descritti dall’autore dei testi, Lazzaro Danzuso: «Esalteremo la processione con una serie di testi che rappresentano il coro di voci che attraversano i secoli e parlano di questo enorme mistero della morte e resurrezione del Cristo».
«Il progetto di valorizzazione – dice il sindaco Antonio Bonanno – nasce dall’esigenza di promuovere un momento alto di riflessione e bellezza. Attorno a queste manifestazioni – la Via Crucis, I Tri Misteri e A’ Paci della Domenica di Pasqua – si può anche immaginare di promuovere un turismo esperienziale aperto ai visitatori».
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