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Lontano dallo stress? In Europa si vive sempre di più in case remote

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Dite la verità: un po’ tutti almeno una volta nella vita hanno sognato di trasferirsi in una località remota e sperduta. Certo, i ritmi della vita che affrontiamo tutti i giorni sono spesso molto complicati da sopportare. Il traffico che si respira in città, inoltre, non è certo un aspetto positivo con cui avere a che fare.

Proprio per questo motivo è interessante dare un’occhiata alla lista delle case più isolate in Europa, che è stata pubblicata da Betway, portale di intrattenimento online con una sezione blog sempre aggiornata. In fondo, non è affatto semplice riuscire a isolarsi, ma siamo sicuri che siano tutti vantaggi e non ci sia anche qualche controindicazione?

Vivere in una casa remota: pro e contro

Per chi desidera una quotidianità lontana da quelli che sono i ritmi che vengono imposti dalla società moderna, scegliere una località sperduta e remota in cui vivere è senz’altro una delle opzioni da prendere maggiormente in considerazione. In realtà, si tratta di una scelta che va a rispecchiare anche quelle che sono le mutazioni che stanno coinvolgendo la società moderna in cui viviamo.

In fondo, decidere di andare a vivere in una località remota vuole essere anche a tutti gli effetti una risposta nei confronti delle pressioni della vita urbana, che si stanno facendo sempre più importanti. Non solo, dato che pure la dipendenza dalla tecnologia è un aspetto da non sottovalutare, così come la volontà di appropriarsi di uno stile di vita molto più sostenibile e anche semplice sono spesso i fattori principali che guidano una simile scelta.

Insomma, una scelta così estrema spesso e volentieri è semplicemente legata al desiderio di individuare un rinnovato equilibrio tra tecnologia e natura, ma anche tra l’isolamento e la connessione con gli altri esseri umani.

Nel caso in cui abbiate anche voi avuto almeno una volta un simile desiderio, va detto che non è così immediata la scelta di andare a vivere in una delle case più remote nel mondo. Nella maggior parte dei casi, come si può facilmente intuire, si tratta di località che sono davvero disperse e immerse nella natura più incontaminata.

L’arcipelago tedesco di Helgoland

Ci troviamo in terra tedesca o, meglio, a una settantina di chilometri rispetto alla terraferma teutonica. Eppure, sembra di trovarsi in capo al mondo. Stiamo facendo riferimento a Helgoland, un arcipelago che sembra effettivamente disperso nel nulla e che può contare sulla presenza di soli 1300 abitanti.

Anche se, in effetti, è molto lontano rispetto ai principali centri abitati tedeschi, va detto che questa coppia di isole ha rivestito un ruolo di tutto rispetto nella storia tedesca, visto che ad esempio qui è stato realizzato l’inno nazionale della Germania. Al giorno d’oggi, solamente l’isola di Hauptinsel è priva di abitanti. Dall’altra parte, a Dune, c’è un piccolo aeroporto, quello di Helgoland, mentre tutto il resto del territorio è destinato all’eco-turismo. A Hauptinsel, infatti, ogni giorno arrivano turisti per ammirare la natura ivi presenti, tra il fantastico promontorio di Lange Anna che si staglia sul Mare del Nord creando una scenografia da far perdere il fiato, alle pazzesche colonie di uccelli.

In Spagna, nei Picos de Europa

Se invece preferite la Spagna, ma volete sempre prediligere una località remota in cui trasferirvi, allora dovreste pensare a quel piccolo paesino che si chiama Bulnes. Dove si trova? Non è semplice da trovare nemmeno sulle mappe. Infatti, Bulnes è una piccola parrocchia che è letteralmente incastonata all’interno del massiccio dei Picos de Europa, all’interno della provincia autonoma delle Asturie.

Una parrocchia davvero di ridotti dimensioni, che si trova nel bel mezzo di grandi montagne. La pace e la tranquillità da queste parti non sono mai un problema, anche per via del fatto che questa parrocchia consta solamente di 22 abitanti. Fino a qualche decennio fa, l’unico sistema per poter accedere a questo villaggio era quello di affrontare un sentiero di montagna particolarmente impervio e tortuoso. Oggigiorno, invece, c’è una comoda funicolare che si snoda lungo 2,2 chilometri che fa da collegamento con il villaggio di Poncebos.

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Videogiochi: equilibrio tra divertimento e educazione

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Introduzione ai videogiochi

I videogiochi sono arrivati nelle nostre vite come un tornado, trasformando radicalmente la nostra concezione dell’intrattenimento. Se una volta i bambini giocavano principalmente all’aperto, inventando giochi con poco più che la loro immaginazione, oggi si trovano di fronte a un mondo digitale vasto e variegato. C’era un tempo in cui guardare la televisione era un lusso, ora i bambini sono esposti a una miriade di stimoli visivi, da televisori a computer, tablet e smartphone.

Quanto i bambini realmente giocano

È importante considerare non solo il tempo trascorso a giocare ai videogiochi, ma anche le ore totali passate davanti a uno schermo. Tra i videogiochi, la televisione, il telefono e il tablet, il tempo di schermo può accumularsi rapidamente. Limitare le ore di gioco può essere utile, ma è ancora più importante monitorare il tempo totale di schermo. Una stima internazionale mostra dati preoccupanti, con bambini che si trovano davanti ad uno schermo anche per più di 7 o 8 ore.

Quanto tempo di schermo è troppo per un bambino di 10 anni?

Secondo l’American Academy of Pediatrics (AAP), i bambini trascorrono in media sette ore al giorno di fronte a uno schermo. Sebbene ciò possa includere il fare i compiti o guardare un programma educativo con tutta la famiglia, potrebbe essere nel loro interesse limitare l’accesso del bambino. Quindi, quanto tempo di schermo è troppo per un bambino di 10 anni?

L’AAP raccomanda non più di due ore di tempo di schermo al giorno per i bambini di 10 anni, incluse trasmissioni televisive, film, videogiochi, social media e contenuti video brevi come YouTube. Le loro raccomandazioni sono diverse per i bambini più piccoli.

È davvero così grave permettere un’ora o due in più di TV? Superare il limite non significa automaticamente che il tuo bambino avrà problemi a scuola o si comporterà male a casa. Ma statisticamente parlando, troppo tempo di schermo aumenta il rischio di obesità, problemi del sonno, tendenze violente (quando sullo schermo ci sono immagini violente) e altri problemi comportamentali. Inoltre, lascia meno tempo per attività benefiche come la lettura, i progetti artistici, l’interazione sociale e il gioco all’aperto.

Il lato positivo dei videogiochi

Nonostante le preoccupazioni, i videogiochi non sono tutti negativi. Possono aiutare a sviluppare abilità cognitive come la risoluzione dei problemi, il pensiero critico e la coordinazione occhio-mano. Anche i giochi multiplayer possono promuovere il lavoro di squadra e le competenze sociali. Tuttavia, è importante scegliere i giochi appropriati per l’età del bambino e regolare il tempo di gioco.

Inoltre, è importante notare che non tutti i contenuti dei videogiochi sono adatti ai bambini. È essenziale monitorare ciò a cui il tuo bambino ha accesso e assicurarsi che i giochi siano adatti alla sua età e maturità.

La differenza tra videogiochi e videogiochi online

Il videogioco tradizionale prevede un solo giocatore, e diverse ore di gioco. I videogiochi online invece presentano una sfida aggiuntiva e non hanno limiti. Con una comunità di altri giocatori che possono incoraggiare a giocare ancora di più, il tempo trascorso a giocare può facilmente sfuggire al controllo. È importante parlare con i bambini delle potenziali insidie e stabilire limiti chiari. Inoltre, è importante educare i bambini sul comportamento appropriato online e la sicurezza personale.

Sul mercato esistono vari tipi di videogiochi online, ognuno con le proprie caratteristiche uniche.

  1. MMO (Massively Multiplayer Online): Questi giochi riuniscono migliaia di giocatori in un unico mondo virtuale. Esempi di questo genere includono ‘World of Warcraft’ e ‘Elder Scrolls Online’.
  2. MOBA (Multiplayer Online Battle Arena): Questi giochi sono basati su squadre che competono per conquistare il territorio dell’avversario. ‘League of Legends’ e ‘Dota 2’ sono popolari MOBA.
  3. FPS (First Person Shooter): Come suggerisce il nome, questi giochi vengono visualizzati da una prospettiva in prima persona e coinvolgono spesso il combattimento con le armi. ‘Call of Duty’ e ‘Counter-Strike’ sono esempi di FPS.
  4. iGaming: Il mondo dei giochi online non è mai stato più popolare di oggi. Se vuoi scoprire di più puoi leggere le recensioni dei migliori casinò non aams.
  5. Battle Royale: Questo è un genere relativamente nuovo, dove i giocatori lottano per essere l’ultimo sopravvissuto in un’arena di gioco che si restringe continuamente. ‘Fortnite’ e ‘PlayerUnknown’s Battlegrounds’ sono esempi di giochi Battle Royale.

Ciascuno di questi tipi di giochi ha i propri rischi e benefici. È importante che i giocatori, soprattutto i più giovani, siano consapevoli delle potenziali insidie e sappiano come gestirle.

 

Come capire se il tuo figlio è dipendente dai videogiochi

Se il tuo figlio sembra essere ossessionato dai videogiochi, trascurando le attività quotidiane, gli amici, la scuola o sembra ansioso o irritabile quando non può giocare, potrebbe avere un problema. In questo caso, potrebbe essere utile consultare un professionista. Inoltre, cerca di incoraggiare altre attività e interessi che possano sostituire il tempo trascorso a giocare.

Conclusione

I videogiochi, se utilizzati in modo responsabile, possono essere un’attività divertente e persino educativa. Come con qualsiasi cosa, la chiave è l’equilibrio. Monitorare il tempo totale di schermo, scegliere giochi appropriati all’età, e assicurarsi che il gioco non interferisca con le attività quotidiane sono tutti modi per mantenere un approccio sano ai videogiochi. Ricorda, non c’è niente di male nel godersi un buon gioco!

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